La storia infinita
Il libro del 1979 di Michael Ende, lo scrittore tedesco vissuto per diversi anni in provincia di Roma, è un romanzo per ragazzi ma bellissimo anche per qualsiasi adulto. Rivela una conoscenza molto sottile della vita e dell’animo umano, con ciò che c’è da sapere sul potere dell’immaginazione e della parola. Nella prima parte si evidenzia il loro ruolo fondamentale per capire la propria vera natura. Saperla poi realizzare è fondamentale non solo per se stessi ma per il mondo intero. Occorre grande coraggio e chiarezza.
Nella seconda parte compaiono i pericoli di ogni posizione di potere. Raramente chi ne ha una qualsiasi forma, la sa usare bene. Per questo occorre una grande consapevolezza, che matura lentamente. Quando, come nel caso del protagonista del libro, si possiede all’improvviso una supremazia, si rischia di provocare con quella la propria e altrui rovina. Suprema saggezza è quella dell’imperatrice di Fantasia, dove si svolge la vicenda: lei che ha tutti i poteri non li usa mai, se non in casi di assoluta necessità.
I personaggi originali ed il modo in cui è condotta la vicenda, oltre ad essere appassionanti fanno capire molto bene cosa avviene quando c’è o non c’è coraggio e chiarezza interiore. Saper credere fino in fondo al “meraviglioso” richiede d’essere esploratori coraggiosi, ma anche profondi conoscitori dei propri punti di forza e di debolezza. Si capisce che la ricerca non termina mai e che in ogni momento si rischia di sbagliare. Se ci si accorge dell’errore, però, questo si trasforma in un utilissimo punto di riferimento.
In un secondo libro, perché in uno sarebbe stato troppo, Ende avrebbe potuto far conoscere anche il rovescio della medaglia, senza far piombare nella disperazione. Il prezzo che si paga in termini sociali, quando si procede soli sulla propria strada è molto alto, ma sarebbe giusto sapere che si può affrontare, se si continua ad aver ben chiara la propria meta. Non ho trovato nessun libro che narri questo, ma andrebbe scritto.