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Pensare e rimuginare: differenza

by in Umanità

 

Pensare è un atto creativo, perché fa raffigurare nella mente una situazione per comprenderla al meglio in modo da poter agire in modo appropriato. Rimuginare è invece un lasciare che lo stesso tipo di pensieri continui a circolare oziosamente nella testa. Pensare cerca stimoli positivi, che aiutino nella soluzione. Rimuginare si compiace di rimestare e lasciare che i pensieri distruttivi o l’inerzia prevalgano. Spesso è la stessa posizione in cui si trova il corpo a favorire una versione o l’altra. Tanti avranno sperimentato che di notte, a letto, quando non ci si può addormentare o ci si sveglia dopo qualche tempo e non si riesce a riprendere sonno, è perché continuamente emerge una specie di spazzatura mentale che non si ha la forza di eliminare. Invece fare un pisolino di giorno, quando se ne sente il bisogno, può favorire una soluzione creativa ai problemi del momento, anche perché ci si è concessi qualcosa di gradevole e necessario.

Un aiuto fondamentale per il pensiero creativo è innanzitutto il tempo (vedere gli articoli Come avere più tempo e gli approfondimenti), perché il pensiero è in gran parte opera della coscienza, che deve elaborare elementi nuovi. Per esempio si riceve una proposta di lavoro ed è necessario valutarne i vantaggi e gli svantaggi. Potrebbe corrispondere esattamente ai propri desideri e si avrebbe voglia di accettare subito, senza pensare, cogliendo un’occasione irripetibile. E’ possibile però che contenga un rischio nascosto e riflettere è sempre una buona soluzione. Il buon esito delle raffigurazioni mentali che si fanno per comprendere cosa sia il caso di fare, dipende prima di tutto dalla conoscenza esatta dei fatti perché spesso se ne sa solo una parte, che può distorcere l’intero quadro. Poi occorre apertura mentale, coraggio, conoscenza delle proprie possibilità e debolezze, conoscenza di chi fa la proposta, fiducia in se stessi e negli altri, ma anche fantasia, conoscenza della psicologia e tutto ciò che aiuta a raffigurare un quadro di buona qualità.

 

 

Mentre l’istinto agisce con immediatezza, perché si è formato tanto tempo fa ed è utile in molte occasioni, la coscienza è molto più lenta, perché esamina situazioni nuove, compiendo un lavoro faticoso ma soddisfacente come conquista di un’apertura mentale che aggiorna l’istinto, rendendolo più elastico, possibilista, maturo. Il pensiero ha bisogno anche di calma, perché la confusione in genere impedisce di concentrarsi, di esaminare, di scegliere. Ciascuno ha un suo modo per trovare la concentrazione, ma non può fare a meno del tempo.

La maggior parte delle persone si lascia prendere dal vortice delle attività e dice di non avere tempo, senza tenere conto che la sua disponibilità dipende dalla posizione in cui si collocano le questioni. Se quelle che riguardano le attività mentali e spirituali sono messe in coda, ben difficilmente si troverà tempo per loro. Spesso le si allontanano perché ritenute meno importanti rispetto all’agire, dimenticando che la qualità delle proprie azioni dipende molto da quella dei propri pensieri.

 

 

Pensare e rimuginare spesso vengono confusi, mentre sono ben diversi. Sono entrambi attività mentali, che per prendere una forma giusta vanno illuminate con le qualità del pensiero già citate sopra. Rimuginare porta all’esasperazione e fa compiere azioni sbagliate, oltre a generare frustrazione e rifiuto del pensiero. Se non si ha nessuno di davvero saggio con cui consigliarsi, si può uscire dalla passività del rimuginare attraverso le attività che sappiamo stimolanti per noi e possono essere da un punto di vista fisico il ballare anche da soli, il camminare, il passeggiare nella natura, fare sport. Dal punto di vista mentale la lettura di particolari testi, l’ascolto della musica, degli audiolibri, guardare certi film, scrivere, disegnare, svolgere attività artistica. E rileggere ciò che ci è stato scritto e che magari è motivo del nostro disagio. Spesso è fondamentale.

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