TRASPORTI COLLETTIVI
In Italia, dove l’espressione BENE COMUNE stenta parecchio a farsi accettare e la macchina è una compagna di vita, condividere dei servizi come i trasporti con auto private è problematico.
Da qualche anno esiste il car-sharing, vale a dire l’uso della stessa auto da parte di più persone, gestita da compagnie di trasporti che mettono a disposizione veicoli adatti a diverse necessità. Sono parcheggiati in punti prestabiliti, a cui gli iscritti al servizio li possono prelevare quando ne abbiano bisogno, per riconsegnarli a fine servizio. Il costo del noleggio lo rende conveniente rispetto ad avere un’auto propria, se non si percorrono più di 10.000 km l’anno. In più si può cambiare mezzo a seconda delle diverse necessità e si riduce il numero di auto in circolazione, dunque anche i parcheggi. Si ha una tessera di riconoscimento e si conoscono le disponibilità prenotando telefonicamente presso il gestore.
Un mezzo simile ma più snello ed economico è quello ideato dagli studenti di Salerno e chiamato Mercurio, ma come sistema è un car-pooling. In questo caso, il proprietario di un’auto trasporta chi faccia il suo stesso percorso, in cambio del contributo alle spese di carburante, usura, assicurazione ecc. Per conoscere le disponibilità c’è un servizio internet ed sms. Nei paesi oltralpe il sistema funziona da tempo ed ha pure dei cartelli stradali.
Infine c’è il taxi collettivo, che fa risparmiare in media il 45 per cento del costo della corsa, condividendo il mezzo con altri che facciano lo stesso percorso. Esiste anche in alcune città italiane.
In Paesi meno ricchi dei nostri, come il Messico, i taxi collettivi sono comuni, passano spesso e sono convenienti.
La sostenibilità ambientale e la qualità della vita si ottengono anche riducendo il numero degli automezzi in circolazione. Articoli interessanti sul tema in questo sito sono: Jaime Lerner e la città di Curitiba e Antanas Mockus e la città di Bogotà