I batteri riscaldano meglio delle batterie
Che la fermentazione produca calore, lo sanno anche gli uccelli. I fagiani australiani, grossi come tacchini (Leipoa ocellata), mettono le loro uova in un’incubatrice realizzata da loro stessi a forza di scavi e di accumuli. I maschi lavorano per mesi a questo scopo, scavando buche larghe due metri e profonde uno, per poi ammucchiarvi dentro ramoscelli, scorze e foglie che trovano intorno. Lo fanno appena prima delle piogge, perché si impregnino d’acqua. Poi, ricoprono tutto con almeno un metro di sabbia così che, in mancanza di ossigeno, i batteri comincino ad attaccare le sostanze e a riprodursi rapidamente, provocandone la fermentazione che alza molto la temperatura. Solo dopo parecchio tempo, quando il calore è ritenuto sufficiente, scavano sul mucchio una buca attraverso cui ciascuna femmina può deporre e far scendere le uova sopra i vegetali caldi. I maschi controllano che il calore rimanga costante durante i mesi di incubazione, durante i quali occorre fare continui interventi. Il loro becco è sensibile alla temperatura come un termometro e, infilandolo nel mucchio, permette loro di capire cosa sia il caso di fare.
Questo metodo è sempre stato usato dai contadini per tenere in caldo le sementi durante l’inverno, coprendo leggermente la terra con cortecce o letame di gallina, che con la pioggia e la neve innescavano la fermentazione ed il calore. Sono sempre i batteri, che si riproducono a velocità vertiginose, a provocarla. Sono gli stessi che arrivano a provocare incendi per auto-combustione in grandi cataste di legno umido o di fieno non ben asciutto.
Per riscaldare qualcosa che ha bisogno di calore continuo, come le serre o le piscine, si può accumulare un mucchio di cippato di legno e altri scarti organici, pigiarlo per impedire la circolazione dell’aria e bagnarlo ben bene, poi ricoprirlo per ostacolare il passaggio dell’ossigeno. Se all’interno sono stati collocati dei tubi a spirale dove passa l’acqua, si ottiene il suo riscaldamento come in una caldaia, che dura molti mesi. Alla fine del processo di digestione e riproduzione da parte dei batteri, tutto si raffredderà lasciando un bel mucchio di ottimo compost.
Questo metodo è formidabile per la sostenibilità ambientale.