La ghiacciaia della via modenese (PT)
Se i pistoiesi in inverno dovessero aspettare inutilmente che arrivi la neve ad offrire un paesaggio fiabesco per qualche ora o qualche giorno, potrebbero pazientare fino all’arrivo del freddo, che ha maggiori probabilità di farsi avanti più spesso e salire allora per la via Modenese fino ai 700 metri di altitudine dell’Appennino, lungo la strada che porta al passo dell’Abetone, fermandosi nel borgo Le Piastre. Da lì inizia il sentiero che passa nel punto più stretto e meno visitato dal sole della valle, dove scorre il Reno che ancora non si rivela come fiume. Anche se altrove c’è il sole, lì gli alberi e i prati al mattino sono ricoperti di brina e il velo candido si stende anche sui sassi del torrente, orla le foglie per terra e decora il bell’insieme della ghiacciaia e delle gore costruite all’inizio dell’ottocento. Fino a metà del secolo scorso si faceva arrivare l’acqua dentro un bacino circolare profondo solo mezzo metro, dove si lasciava gelare. Quando non c’erano frigoriferi, per conservare i cibi in estate si dovevano mettere in locali sempre all’ombra e mantenuti freddi dal ghiaccio. Erano le ghiacciaie, simili alle due che ancora si trovano lì. Solo una, all’ombra due abeti rossi, ha ancora il tetto di paglia e la porticina di legno. Nel bacino ai suoi piedi, doveva sempre scorrere un velo d’acqua, per evitare che il ghiaccio si attaccasse al fondo. Al momento giusto, si tagliavano i blocchi di ghiaccio per immagazzinarli nella capanna dagli spessi muri, che sembra una casetta di gnomi. Poi si lasciava riempire di nuovo il bacino e si aspettava la successiva gelata. Adesso non lasciano più che avvenga e quello spazio piatto e liscio sembra una pista da ballo, che invoglia comunque a fantasticare. Facendo ben attenzione a non scivolare, si può camminare lungo il sentiero che segue il Reno, dove ci sono ancora le piazze dei carbonai, che lì ci venivano d’estate. E nella bella stagione è sempre vicino alla ghiacciaia che si trova un po’ di fresco e di bellezza, mentre altrove si soffoca.