Il museo della paglia e dell’intreccio a Signa (FI)
Arrivando a Signa nel 1714 Domenico Michelacci aveva visto i cappelli di paglia indossati dai contadini e ne era rimasto incuriosito. Era ancora paglia grossolana, ricavata dagli steli del grano dopo la mietitura. Riflettendo su come ottenere una paglia più fine, aveva avviato la coltivazione del frumento marzuolo, seminandolo molto fittamente su terreni poveri, in modo che crescesse esile e lungo. Poi, prima della maturazione del seme lo sradicava e iniziava la cernita per procedere all’intreccio, affidato alle mani femminili. Cominciava così la coltivazione del frumento a scopi non alimentari sulle colline fiorentine e una lavorazione della paglia per farne cappelli leggeri ma robusti, maneggevoli ma raffinati. Il loro commercio si era esteso nel mondo intero partendo dal porto di Livorno, dove arrivavano discendendo l’Arno che allora era navigabile.
La cucitura delle trecce per dar forma ai cappelli, all’inizio del novecento si era evoluta con l’uso di apposite macchine da cucire e a Fiesole la paglia si lavorava al telaio, come un tessuto.
Il colore e la lucentezza della paglia è talmente simile all’oro che spesso la si è usata per rivestire paramenti e oggetti per la chiesa. Quella che per finezza e lucentezza più assomiglia al metallo prezioso si chiama capim dorado e cresce così solo nella regione di Japalão in Brasile.
La concorrenza cinese, intanto, si faceva sempre maggiore e negli anni 50 del ventesimo secolo la coltivazione del frumento da paglia era cessata, lasciandola alla Cina che, da allora, ha fornito le trecce pronte per la lavorazione. Oggi restano 40 aziende produttrici per articoli di grande qualità.
Così si può riassumere brevemente la storia dei cappelli di paglia di Firenze, che nel museo antropologico e naturalistico di Signa si segue vedendo i mannelli con gli steli pronti per la lavorazione, i moltissimi tipi di trecce che si cucivano in forme fantasiose, i macchinari, le foto e infine gli eleganti cappelli di tutte le forme.
Dall’eleganza della natura all’eleganza delle persone.
Nelle vicinanze c’è Poggio a Caiano con la sua bellissima villa medicea circondata da un giardino ed un parco con alberi monumentali