Il buio oltre la siepe
Il libro ha come titolo originale “to kill a mocking bird” ed è stato magistralmente scritto da Harper Lee, avvocatessa vincitrice del premio Pulitzer nel 1960. Il romanzo ha come io narrante una bambina ed evidenzia quanto il punto di vista infantile, se da una parte è spontaneo e ben disposto, dall’altra è anche facile alle irragionevoli paure provocate dalla mancanza di conoscenza. Il terrore verso un giovane uomo debole di mente, impedisce ai due bambini protagonisti di ricambiare la delicatezza dei gesti che il poveretto compie in loro favore. La mancanza di attività appariscenti da parte del padre, avvocato dal grande cuore e dalla limpida coscienza, lo fa apparire agli occhi infantili, meno interessante rispetto ai camionisti, ai meccanici e ai contadini.
Il titolo italiano del libro “il buio oltre la siepe” mette in rilievo i pregiudizi e le paure di ciò che si trova oltre il confine del proprio piccolo mondo. Vi ha grande rilievo la vicenda di un giovane nero, accusato ingiustamente da una ragazza povera ed ignorante che si era invaghita di lui, di averla picchiata e stuprata. È sostenuta nella sua menzogna dal padre sfaccendato, violento e razzista. A niente serve la dimostrazione del contrario da parte dell’avvocato difensore. Il senso di colpa dell’accusatrice, per aver desiderato una persona che la società bandiva e aborriva, aggiunto alla frustrazione per essere stata respinta e le minacce del padre che l’aveva sorpresa, l’aveva portata a voler distruggere chi sarebbe stato sempre la prova della propria grave trasgressione ai tabù sociali.
Dal libro è stato tratto il film, recensito nell’apposita sezione. La capacità di comprendere l’animo umano anche quando diventa davvero molto difficile, è ancora più ammirevole in questo libro scritto negli anni cinquanta.