Carpe pulitrici nelle kabata giapponesi di Harie
In Giappone nel Villaggio dell’Acqua Viva, (Harie, nella prefettura di Shiga), scorre un torrente d’acqua limpida di montagna fino al lago Biwa, che più a valle alimenta le risaie. Lungo il suo percorso varie sorgenti trovano uno spazio privato in ogni casa, dentro una vasca chiamata kabata, rifornita attraverso tubi e scivoli di bambù. In ciascuna nuota almeno una carpa, animale domestico molto amato dai giapponesi, nutrita con gli scarti dei vegetali e gli avanzi di cucina che le si gettano. L’acqua, però, rimane sempre limpida e pura, perché ciascun pesce mangia fino all’ultima briciola. Si potrebbe pensare che le carpe, nonostante riciclino i rifiuti, ne producano a loro volta dopo la digestione, ma quella in cui nuotano, oltre ad essere acqua corrente, mantiene sul fondo dei canali e nelle vasche le erbe che utilizzano i minerali della fanghiglia depositata e con la fotosintesi si alimentano e producono ossigeno, completando la pulizia in modo perfetto, come succede in tutti gli ecosistemi equilibrati.
L’acqua, fresca com’è, serve anche a conservare in ottimo stato il tofu, la frutta e la verdura che vi si immergono.
La particolarità di questo sistema di smaltimento dei rifiuti ha fatto del villaggio un’attrazione turistica che avvicina anche alla conoscenza delle carpe, grossi pesci con due barbigli sui lati della bocca, utili per trovare il cibo, smuovendo il fondale dei laghi dove vivono di solito. A Harie questo non avviene, perché il necessario al sostentamento arriva dall’alto, dalle mani dalle massaie. Loro parenti sono le colorate carpe koi, alloggiate nelle vasche dei giardini giapponesi, con un ruolo decorativo e affettivo.