Alberi in testa: palchi e corna
Sulle teste dei cervidi crescono ogni anno, per poi cadere, quelli che sembrano rami d’alberi o grandi foglie, che si chiamano palchi e sono fatti d’osso. Sono diversi dalle corna, di cui sono dotati i bovidi e i caprini, che rimangono gli stessi per tutta la vita, non sono d’osso e non si rigenerano. Proprio gli erbivori, mangiatori di foglie e cortecce, portano sulla testa gli ornamenti davvero bellissimi che ricordano ciò di cui si nutrono.
I cervi maschi cambiano ogni anno i palchi a primavera. Ricrescono subito dopo aver perso quelli vecchi e aggiungono rami con l’avanzare dell’età. Sono pronti prima dell’autunno, dopo aver perso il rivestimento vellutato che li proteggono, quando i maschi lottano per confermare o cambiare la posizione sociale. Servono come difesa e come attrazione per le femmine, che scelgono per accoppiarsi chi le ha più ramificate, segno di una posizione dominante nel gruppo, dunque di maggiore forza e conseguente garanzia di salute per i figli. Probabilmente a causa di queste competizioni fra maschi, in araldica la presenza di palchi nello scudo di famiglia ha il significato di nobiltà antica e generosa.
Quelli dei caprioli sono piccoli, corti e con tre rami.
I daini hanno grandi palchi ricurvi, che nella seconda parte sono piatti come foglie
Anche gli alci maschi li hanno come foglie triangolari, con punte simili a quelle degli agrifogli. Cadono tutti gli inverni.
Le renne di entrambi i sessi hanno palchi sottili e ricurve con le punte sulle estremità, che perdono ogni anno.
Le gazzelle hanno corna permanenti e cave, lunghe e diritte come spade
Le antilopi ne hanno di simili.
Gli arieti, maschi delle pecore, hanno belle corna permanenti ricurve a spirale, che aggiungono annualmente un anello, così che si può conoscerne l’età. Avviene lo stesso con i mufloni loro parenti, che vivono in Sardegna.
Le capre hanno corna permanenti, sia nei maschi che nelle femmine.
Gli stambecchi sono capre alpine dalle lunghe corna leggermente ricurve. La loro crescita si ferma ogni inverno ed è a quel punto che si allarga l’anello indicatore dell’età, fino ai 16 anni. La femmina ha corna lisce e più piccole. Questi animali nell’ottocento erano quasi estinti, perché la polvere delle loro corna era ritenuta utile contro l’impotenza, mentre il sangue si considerava curativo contro i calcoli renali. Il re Vittorio Emanuele II aveva emanato una legge per proteggerli.
Nel Sudan sono celebri le mandrie di mucche della razza Ankole watusi, con corna gigantesche, lunghe un metro ciascuna, davvero bellissime. Pare siano le più grandi del mondo. Sono accudite da altrettanto bei pastori nudi, i Dinka, che indossano solo un busto di perline e, per tener d’occhio la mandria, si issano su delle pertiche. Le mucche ed i tori mantengono le stesse corna per tutta la vita.