Alberi che impediscono le frane
ecco un esempio di radici diverse di alberi, tratto dal sito riportato qui sotto, dove si trovano esaurienti spiegazioni
www.regione.lazio.it/binary/web/ingnat_argomenti/Capitolo_02.1225814284
Gli argini di molti fiumi e canali uniformi, monotoni, spogli, mostrano spesso cedimenti, a cui in certi casi si cerca di mettere una fallace pezza con del cemento o compattando la terra. Tutto questo per spendere meno nello sfalcio delle rive con le macchine e per dare l’illusione di far scorrere meglio l’acqua. In caso di piena, però, fa franare la terra intasando i canali e fa cedere le strade che si trovano a ridosso, invadendo poi le campagne e gli abitati. Eppure, gli alberi che crescono proprio lungo i corsi d’acqua sono i più adatti a trattenere il terreno, naturalmente a condizione che siano del tipo giusto, nella quantità giusta e tenuti sotto controllo. Infatti, se è bene non lasciare che invadano l’alveo, è male che li si tolgano del tutto. Se sono troppi tolgono spazio all’acqua, se sono troppo pochi non riescono a rallentarla abbastanza da ridurne un po’ la violenza devastatrice, che porta via tutto ciò che trova sul suo percorso. Voler far scorrere l’acqua troppo in fretta può renderla micidiale. Un camion che investe una casa a 30 km all’ora le farà qualche danno, ma se arriva a 150 km/h la demolisce. Così fa l’acqua, che oltretutto scava come una trivella.
Occorre lasciar fare il loro lavoro ad arbusti di salice ripaiolo e purpureo, che si propagano poi anche da soli con le radici avventizie, vale a dire quelle che si espandono sotto terra facendo spuntare molte nuove piante, senza bisogno di seminarle. E’ meglio, invece, evitare gli altri tipi di salice, meno adatti. Gli ontani fanno un lavoro egregio. I pioppi vanno mantenuti nelle zone dove servono ad asciugare il terreno, più che trattenere le rive.
Lungo certi canali dove non si possono lasciare alberi basterebbe piantare almeno delle erbe che abbiano radici profonde, capaci di trattenere meglio il terreno, per ottenere un risultato già più accettabile rispetto alla povera erbetta che si vede troppo spesso. L’erba medica, con le sue radici profonde e resistenti, è di bell’aspetto e, quando viene tagliata, può essere impiegata come foraggio. Un ottimo servigio lo rende anche la gramigna, che in inverno ingiallisce ma è comunque medicamentosa, oltre che robustissima.
Un’erba esotica molto efficace per impedire le frane è il vetiver (Vetiveria zizanoides). Dalle sue radici si estrae la celebre essenza usata nei dopobarba e nei profumi. Cresce nei Paesi dell’Oceano Indiano anche se un tempo esisteva intorno al Mediterraneo. E’ adattabile sia nei deserti, dove è utilizzata per rendere stabili le dune mobili e frenare l’avanzata della sabbia, sia nelle paludi. Le sue radici affondano fino a 5 metri e sono talmente robuste da svolgere un’azione importante nell’impedire le frane, anche in caso di terremoto. Non è infestante perché non si riproduce con i semi e neppure estendendo le sue radici, che vanno solo in profondità, mentre gli steli arrivano a due metri di altezza. E’ commestibile per gli animali e può essere foraggio gradito soprattutto agli ovini. E’ anche un ottimo disinquinante dell’aria e dell’acqua, utilizzabile anche per la fito-depurazione. Si adatta ad ogni tipo di terreno, addirittura quello salino.
Volendo curare l’aspetto estetico delle zone franose, anche lontane dai fiumi, si può utilizzare una bella varietà di piante, il sempreverde alloro, la sanguinella che in inverno dà un bel tocco di colore coi suoi rametti rossi, la lentaggine ed il cappello da prete sono cespugli adatti anche a rallentare l’acqua in caso di piena.
I frassini ed i tigli hanno le radici più salde e profonde, insieme ai già citati tipi di salice e all’alloro. Alberi che molti odiano perché infestanti, come le robinie e gli ailanti, hanno però radici profonde ed estese. Arbusti odiati per gli stessi motivi, ma altrettanto belli sono quelli della buddleja. Nelle zone sabbiose e litoranee la tamerice oltre ad essere bella è imbattibile nel consolidare anche le dune. Occorre ricordare che le piante cercano di adattarsi a seconda della situazione che trovano e possono cambiare i loro comportamenti. Bisogna prima studiare bene la situazione e scegliere avendo presente gli sviluppi futuri, perché non ci sono soluzioni standard.
In luoghi molto caldi ed aridi il fico d’India è molto efficace per mantenere compatto ma permeabile il terreno, in modo che l’acqua delle piogge possa penetrarvi e non scorrere via causando disastri, ma dato che si riproduce con molta facilità, è bene tenerlo sotto controllo per impedirgli di diventare infestante.
Questo è solo un articolo che dà uno spunto ed è utile solo per dare un’idea di massima. Poi va tutto verificato e adattato ai diversi casi, che possono richiedere interventi mirati e specifici. Risparmiare sulla conoscenza fa poi sprecare enormi quantità di soldi, energie, vite.