Anche gli alberi portano la pelliccia
A primavera, quando gli alberi si risvegliano e aprono i germogli rimasti spesso per tutto l’inverno a temprarsi sui rami, si può verificare quanto fossero ben protetti da una fitta, setosa, fine peluria. Nei giardini pubblici cittadini vale la pena di cercare i platani più giovani, sufficientemente bassi da lasciar vedere le infiorescenze maschili e femminili, mentre escono da piccoli gusci leggeri, biondi, ricoperti da una delicata pelliccia. Anche le nuove foglie, destinate a diventare grandi e coriacee, affrontano le fredde notti primaverili con una protezione vellutata.
Appena prima di sbocciare, però, i platani lasciano sfaldare i frutti sferici e duri, che si sono dondolati durante tutti i mesi invernali sui rami, rivelando una morbida, calda, bionda pelliccia che aveva protetto i piccoli semi fortemente serrati per vincere il gelo. Ciascuno di loro, simile a un chiodo di garofano, ai primi tepori della bella stagione si lascia portare via dal vento su un piumino e cerca di conficcarsi con la punta in un terreno favorevole.
I platani, maestosi, solenni giganti, che possono raggiungere i cinquanta metri di altezza, hanno semi piccolissimi, ma ancora ben grandi in confronto a quelli dei pioppi, minuti come il puntino che chiude questa frase e che già volano via nei vaporosi fiocchi bianchi come cotone.
Conoscere il funzionamento della natura ci permette di contribuire alla sostenibilità ambientale