Blog

Api capaci di tre linguaggi diversi

by in Animali

arnie colorate in modo diverso per essere meglio riconosciute dalle api

 

Al mattino, appena il sole intiepidisce l’aria, le api esploratrici escono dall’alveare. Sono le più anziane, con l’esperienza di tutte le mansioni diverse che hanno svolto fin dal primo giorno di vita. Hanno imparato ad accudire le più piccole, a fare pulizia, a riparare i guasti, a costruire le cellette di cera, ad elaborare il miele. Hanno sentito rientrare quelle che, nel buio assoluto, fanno vibrare il corpo per segnalare con precisione il risultato delle loro ricerche di cibo. Hanno imparato a capire il linguaggio dei colori, dei movimenti, dei tremolii. Sono pronte ad uscire anche loro. Fanno un piccolo volo tutt’intorno per memorizzare ciò che serve a ritrovare la via di casa. Infine, prendono nota della posizione in cui si trova il sole, che anche quando è nascosto riescono a vedere con la sensibilità alla luce polarizzata. Finalmente iniziano a volare in cerchi sempre più larghi, allontanandosi man mano dal punto di partenza, per trovare fiori appena sbocciati, pieni di nettare e polline. È il loro profumo ed il colore insieme, a chiamarle. Entrano nel primo calice, succhiano il nettare dal fondo e lo ripongono nella borsa melaria dentro il petto. Prendono il polline, ne fanno una pallina e lo sistemano nelle tasche sulle zampe posteriori. Passano al fiore vicino, poi ad un altro fino a che il carico è completo. Allora, attente alla nuova posizione del sole, trovano la direzione verso cui tornare. Le compagne stanno aspettando di vedere la loro danza nell’aria, che descriva il luogo preciso in cui si trova il cibo. Qualcuna lo vuole assaggiare e ne riceve un po’. Le prime si avviano già verso la destinazione, intanto che altre esploratrici entrano nell’alveare e ripetono le descrizioni nel buio facendo vibrare le cellette, fino a che le bottinatrici escono sicure, verso il luogo descritto.

 

la solitaria ape legnaiola, foto da wikipedia, di Vassil

 

Le api entrano nei calici dei fiori di una stessa specie, che si trovano nelle vicinanze. I granelli di polline di cui sono impolverate cadono negli ovai, li fecondano ed inizia la trasformazione in frutti. Non si lasciano attrarre da alberi diversi finché non hanno visitato tutti i fiori dello stesso tipo. Solo così è possibile contraccambiarli per la loro generosità, perché il polline di una robinia è inutile per un sambuco.

Quando l’alveare è troppo affollato, generalmente a primavera, le operaie più giovani emettono un nuovo odore e cominciano a prepararsi alla ricerca di una nuova casa. Con la regina  e alcuni fuchi (i maschi, necessari alla sua fecondazione) si aggrappano ad un ramo d’albero o ad un altro luogo prescelto, formando un grappolo ronzante ma innocuo, mentre le esploratrici volano via in cerca di una sistemazione congrua che poi descrivono danzando nell’aria. Gli apicoltori possono offrire loro una nuova arnia, facendovi cadere dentro l’intero gruppo. La danza, le vibrazioni, gli odori sono i tre linguaggi con cui le api comunicano fra loro, ma sono anche in grado di capire i colori, usati dalle piante che hanno fiori e sempre dal colore riconoscono con maggiore rapidità la propria arnia costruita dall’uomo. Sono talmente brave nel riconoscere ciò che vedono, da distinguere anche una persona da un’altra e capaci di apprendere al punto da essere impiegate nell’individuare le mine anti-uomo dall’odore.

Tratto dal mio libro ANIMALI, FAVOLOSE STORIE VERE

***************

Il mondo interiore è altrettanto importante di quello che abbiamo intorno. Ecco perché questo sito si occupa di entrambi.