Appartamento ad Atene
Il film del 2011 di Ruggero Dipaola è tratto dal romanzo di Glenway Wescott (con Laura Morante Richard Sammel e Gerasimos Skiadaresis) e si svolge quasi per intero dentro un appartamento ateniese durante l’ultima guerra mondiale. Gli occupanti tedeschi requisiscono l’abitazione di un ex editore, come residenza per il capitano nazista Kalter. La famiglia del proprietario può continuare ad abitarvi ma in qualità di servitù. L’atteggiamento di padre, madre, figlio e figlia appena entrati nell’adolescenza è molto diverso. Il padre servile, la figlia affascinata, la madre diffidente e il figlio decisamente avverso. Il capitano è molto esigente, rigido e, come spesso succede agli intransigenti, è convinto di farlo per il “bene” altrui. E’ colto e sensibile alla musica, ma sempre nel suo modo fanatico, con un’adesione adorante e acritica verso i grandi, come verso divinità infallibili alla cui ombra ci si sente partecipi di tale infallibilità. E’ questo pericoloso modo di porsi che, nonostante il dolore per i lutti che lo hanno colpito e che sembrano averlo reso più “umano”, lo fanno reagire con una violenza sproporzionata all’imprudente sincerità e compassione del padrone di casa, decaduto a servo. Trovare l’equilibrio in situazioni estreme come quelle di una guerra è forse impossibile, ma è ciò che esige la vita, bella quanto spietata.