Aria condizionata naturale: crotti, covoli, stanze dello scirocco, sassi di Matera
A sud di Vicenza, nel paesino di Costozza tutto ville antiche e giardini, al riparo di una falesia dei monti Berici ci sono i covoli, che un tempo erano cave di pietra sotterranee. Le ville vicine e un ristorante, realizzato nei locali che facevano parte della residenza più importante, in estate aprono le porte che dalle loro stanze portano alle grotte, dove la temperatura resta tutto l’anno fra i dieci ed i diciotto gradi. L’aria fresca si mette in circolo, rendendo il soggiorno gradevole, senza spesa, senza inquinamento e senza danno per la salute. In inverno, però, anche dieci gradi sono una temperatura relativamente confortevole e, spesso, ben più alta di quella esterna. Così la stessa aria che d’estate fa da condizionatore, può aiutare a riscaldare i locali, impedendo che diventino troppo freddi durante la notte.
A Chiavenna e dintorni, in provincia di Sondrio, dove giganteschi massi sono rotolati dalle montagne in epoca glaciale, l’aria alla temperatura costante dei soliti dieci gradi che spira dai loro interstizi, raffresca i crotti. E’ così che si chiamano i locali costruiti lasciando come parete di fondo la roccia con le sue aperture da cui spira aria fresca, così da poter usufruire della bassa temperatura per conservare i cibi, ma anche per mangiare e bere al fresco in estate. Le baite tradizionali costruite contro la parete di pietra e fra gli alberi sono interessanti anche per la loro struttura scalare, necessaria per avere sufficienti finestre e luce, dato che solo la facciata principale le può avere.
A Palermo, invece, resta qualche stanza dello scirocco, che si usava un tempo per sfuggire al calore torrido dell’estate. Scavata nel tufo con delle prese d’aria, già di temperatura gradevole per la sua posizione sotterranea, era rinfrescata maggiormente dallo scorrere dell’acqua in canaletti lungo il suo perimetro. L’ingresso era chiuso da una tenda bagnata, per contribuire al raffreddamento, con l’evaporazione che sottrae calore all’aria. Nella chiesetta normanna di San Cataldo, le piccole cupole alte e strette, come in certe stanze del palazzo della Zisa, sono simili a torri del vento, che catturano parte delle correnti d’aria fresca per farle scendere verso le stanze e, con l’acqua, rinfrescarle maggiormente. L’aria calda, più leggera, risale verso aperture in alto e lascia spazio a quella fresca che scende, per la gravità del suo maggior peso. Erano stati gli arabi, durante la loro dominazione, ad insegnare simili accorgimenti ingegnosi, imparati certo anche dalle termiti, in tempi antichi.
A Matera sono state recentemente restaurate le abitazioni scavate nel tufo, abitate fin dai tempi più lontani, diventate insalubri a causa del sovraffollamento e della scarsa igiene ma adesso abitate dalle classi sociali elevate più sensibili all’ecologia. Qui il condizionamento dell’aria in estate è superfluo, grazie alla temperatura costante sotto terra. In inverno il riscaldamento può essere molto ridotto per questo ma anche per l’esposizione delle facciate al sole basso.