Basilisco: il drago che corre sull’acqua
Sugli alberi dell’America Centrale, i sauri vivono tranquilli a dispetto della spaventevole bellezza dei loro corpi squamosi, le alte creste, le lunghe code. Grosse iguane ed esili basilischi percorrono i rami come fossero strade, vi si riposano come fossero divani.
Tra le foglie, il verde della pelle del basilisco è il più splendente. Quando gli europei hanno visto per la prima volta il rettile con l’alta doppia cresta sulla testa e quella sulla schiena, le zampe dalle lunghe dita sottili, i tondi occhi gialli, lo hanno creduto un figlio di drago e gli hanno attribuito il nome del mostro mitico dell’antichità, che uccideva con l’alito e lo sguardo. L’innocuo, piccolo animale, anche se carnivoro si nutre solo di insetti e piccole bestiole che gli servono per sopravvivere, ma il suo aspetto impressionante risveglia la fantasia, ancora prima che si siano visti i suoi prodigi.
Il piccolo re, come significa il suo nome, cammina con una certa goffaggine fra l’erba, poi accelera ed entra nell’acqua. Ci si aspetta che scompaia o magari nuoti, ma non certo che ci cammini sopra, anzi, corra. Passa a grandi e veloci falcate da una riva all’altra come fosse su una strada, invece che su un fiume. Riesce a posarsi sulla sua superficie senza immergersi di un solo centimetro, con la coda ritta ed il musetto in avanti. In un attimo arriva dall’altra parte, affrettandosi ad arrampicarsi su un altro albero. È difficile accorgersi delle sacche d’aria che creano sull’acqua le zampe posteriori, aprendo e richiudendo le membrane che lo tengono sospeso su una bolla, giusto il tempo di fare un altro passo.
Tratto dal mio libro ANIMALI, FAVOLOSE STORIE VERE
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