I miei articoli

Comunicare attraverso i colori

by 29 Marzo 2025

 

In natura gli insetti, gli uccelli e i pesci sono sensibilissimi ai colori, che impiegano per segnalare la propria presenza, per distinguere la propria specie, per avvertire della loro pericolosità, per corteggiare le femmine. Questo perché i colori hanno un linguaggio immediato, che può essere compreso facilmente, anche perché viene associato ad esperienze piacevoli e spiacevoli che a loro sono connesse. Anche i colori, però, possono avere significati opposti, a seconda della situazione, del luogo, di chi lo impiega. Il giallo attira l’attenzione per la sua grande vivacità e luminosità, che ricorda il sole quando è vicino all’orizzonte, all’altezza dei nostri occhi e di quelli di molti animali. E’ però anche il colore di ciò che è acerbo o aspro, come i limoni o in esaurimento, come le foglie degli alberi in autunno. Il rosso stimola perché fa pensare a frutti maturi e al calore, ma anche al sangue, alle braci e di nuovo al sole quando sta per sparire sotto l’orizzonte e, in un certo senso, avverte che sta per arrivare il buio della notte. l blu rasserena perché è il colore del cielo libero dalle nubi e dell’acqua di fiumi, laghi e mari rinfrescanti, che però possono diventare freddi fino a farsi mortali. Il verde calma perché è quello delle piante rassicuranti, generose, portatrici di fiori e di frutti, ma è anche il colore delle muffe che guastano, delle insidie nascoste dietro il fogliame. Il bianco è il colore della neve e per questo del silenzio, del riposo invernale, della pace ma anche della morte portata dal freddo e dal buio. Il nero appartiene all’oscurità, all’incognito, alla paura, ma i colori che rappresentano la vita o le luci anche piccolissime risaltano splendidamente su un fondo nero. Ma se ciascun colore esprime qualcosa e al tempo stesso il suo opposto, come si capisce il suo segnale? E’ il tono e ciò che ha intorno a dargli un valore diverso, come tutto nella vita.

Così la combinazione di due colori vicini e alternati può significare qualcosa di molto diverso dal singolo. Ad esempio le strisce gialle e nere che hanno vespe e api avvertono del pungiglione, così come il rosso combinato col nero o col marrone scuro può significare che una farfalla è disgustosa o velenosa da mangiare.

 

 

Ciascuno dei colori tipo può prendere toni diversi con l’aggiunta in piccola quantità di altri colori e in questo modo esprime qualcosa di differente. Dando a questo nuovo tono il nome di qualcosa di molto noto, possiamo avere maggiori possibilità di essere compresi quando lo nominiamo

verde bandiera = colore tipo, composto da parti uguali di giallo e di blu, riconoscibile nella bandiera italiana come in quella di altri stati
verde olivo (albero) = blu, poco giallo, un po’ di rosso e del bianco
verde oliva (frutto) = verde tipo con un po’ di rosso
verde pistacchio = verde tipo con del bianco

rosso cremisi o vermiglio = colore tipo molto luminoso e chiaro, un tempo ottenuto dal minuscolo insetto cocciniglia, usato come colorante anche di un celebre liquore
rosso porpora o sangue = più scuro del cremisi
rosso bordeaux = scuro e tendente al violaceo
rosso corallo = con sfumatura rosa

giallo limone = molto chiaro, come la buccia dell’omonimo frutto
giallo girasole o Napoli = più intenso, tendente all’ocra
giallo ocra = caldo e calmo, tendente al marrone

blu cobalto o lapislazzuli = colore tipo, con tendenza al violetto
blu ceruleo = chiaro come il cielo di giorno
blu notte = scuro
blu turchese = ceruleo tendente al verde

arancio = giallo più rosso cremisi

violetto = blu cobalto più rosso porpora

Anche noi siamo molto sensibili ai colori, che esprimono il nostro umore e il carattere e ci possono aiutare a sentirci meglio se usiamo quelli più adatti, che agiscono attraverso la vista come medicine: rosso energia, giallo entusiasmo, arancio forza e accoglienza, viola regalità, verde serenità, bianco rinascita, nero mistero.

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Il parco di villa Tittoni a Desio (MB)

by 22 Marzo 2025

due gelsi inclinati nel parco alle spalle di villa Tittoni

 

Dalla parte opposta della strada davanti alla cancellata di villa Tittoni, due bei cedri deodara, di origine indiana danno importanza allo spazio, oltre che una piacevole ombra in estate. Uno in particolare distende i suoi rami tanto in basso da isolare un poco, in una stanza fresca e verde, chi si siede sulla panchina che vi sta sotto. Se ne trovano in gruppo e insieme ad altri anche nel grande parco, dove alcuni appartengono alla varietà pendula, creata dall’uomo. Il cedro deodara ha ciuffetti di aghi un po’ più lunghi e morbidi rispetto a quello del Libano. Anche il tasso, che assomiglia all’abete, mantiene le foglioline (non sono aghi) per tutto l’anno, cambiandone una parte in primavera. E’ un albero interamente velenoso tranne nella polpa dei piccolissimi frutti rossi autunnali sulle femmine. Ha un aspetto molto severo, con un fusto che spesso sembra composto da più tronchi fusi insieme. In questo parco è presente con il maggior numero di esemplari rispetto ad altri alberi.

Il bagolaro, il pioppo grigio, l’ippocastano, il frassino, il tiglio, l’acero, il platano, la farnia, sono grandi alberi tipici europei e perdono le foglie in autunno come fa il gelso, più piccolo e un tempo diffusissimo perché le sue foglie erano il cibo esclusivo dei bachi da seta, trafugati dalla Cina. Qui se ne trova uno con due tronchi sinuosi e inclinati, di bell’effetto.

 

Cedro deodara davanti alla facciata di villa Tittoni

 

La piccola giapponese lagerstroemia si riconosce dal tronco e dai rami quasi rosa, esili, che sembrano nudi. Qui ce ne sono alcune, di cui una un po’ inclinata e con i rami protesi in un’unica direzione, distaccata dagli altri alberi lungo un sentierino che attraversa il grande prato centrale.

Spiccano per i loro fusti altissimi e i rami zigzaganti, rivestiti di una corteccia liscia e di un bianco puro, alcuni platani che interrompono la monotonia delle cortecce scure in inverno.

Lungo un sentiero fra gli alberi si trova un manufatto verticale: è il monumento funebre a Giovanni Antona Traversi, uomo politico dell’ottocento. Una rete alta e fitta separa il parco dalla chiesa neogotica, di cui si vede la parte più alta, mentre la villa e una grande fontana sono isolate da una rete più innocua e l’ingresso è possibile solo dalla strada che passa davanti alla facciata principale.

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E’ davvero ecologico ciò che lo sembra?

by 18 Febbraio 2025

 

E’ noto a tutti che non sempre è giusto ciò che lo sembra e un esempio è rappresentato dai provvedimenti per ridurre l’inquinamento dell’aria. Sostituire i vecchi automezzi con altri nuovi può rivelarsi in certi casi una soluzione inefficace e troppo costosa per dei privati cittadini. Infatti per costruirne di nuovi e smaltire quelli vecchi si consumano molte risorse ed energia, con un inquinamento importante. Inoltre i nuovi automezzi non utilizzano ancora energia totalmente innocua e dunque, se usati spesso, possono inquinare quanto un vecchio automezzo che circola con minore frequenza. Oppure il nuovo motore elettrico usa un’energia prodotta in modo dannoso per l’ambiente e per la salute e l’incolumità dei lavoratori, al fine di costruire batterie che poi vengono smaltite in modo insalubre per chi vive e lavora in zona, magari in Paesi lontani. Tutto dipende da molti elementi che è necessario valutare, avendo un buon numero di informazioni. A volte si commettono errori perché ci si accontenta di ciò che sembra buono a una prima valutazione, trascurando di informarsi in modo più completo per capire la complessità delle questioni.

Ad esempio, una pessima ipotesi di sanificazione per combattere il Coronavirus era stata la disinfezione delle strade, ma peggio ancora delle spiagge con il cloro o altre sostanze. A parte la mancata dimostrazione che il virus resista più di qualche ora sulle superfici, chi ha avuto l’idea ignora che i raggi ultravioletti del sole bastano a disinfettarle, mentre il cloro uccide molte forme di vita e inquina molto più di quanto possa eliminare un virus.

Anche il comune soffiatore per foglie è usato spesso a sproposito dove una scopa o un rastrello sarebbero molto più efficaci ed economici. Infatti, il soffiatore solleva molta polvere e dunque tante sostanze nocive, che invece di rimanere sotto le suole ci arrivano nei polmoni, insieme al gas di scarico del motore. Inoltre fa un esasperante rumore. Anche l’inquinamento acustico danneggia la salute di persone e animali.

La buona manutenzione e un uso accorto di vecchie macchine e attrezzi, con la conseguente riduzione dello spreco, resta ancora la prima soluzione da favorire per ridurre l’inquinamento.

Un articolo sul tema si trova anche qui

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Il mondo si cura con gli alberi

by 30 Gennaio 2025

 

In passato si credeva che saper leggere e scrivere fosse un lusso di poca utilità, ma quando finalmente in tanti hanno imparato a farlo, si sono accorti di quanto fosse di fondamentale importanza per emanciparsi dalla miseria e dall’essere soggetti ai prepotenti. Imparare a conoscere gli alberi, anche solo nelle loro funzioni essenziali, potrebbe portare grandi benefici ambientali e sociali, perché per milioni di anni si sono evoluti insieme alle altre forme di vita e interagiscono con ciò che sta sotto e sopra terra, oltre che nell’aria, esercitando su di loro grande influenza. Trattengono le montagne, rallentano il vento, regolano la temperatura, influenzano le piogge, alimentano le falde acquifere, purificano aria e acqua, nutrono miriadi di creature, frenano il deserto. Eppure sono ancora troppo pochi coloro che ne sono consapevoli e per questo, invece di trattarli con ogni riguardo, vengono danneggiati e distrutti come se fossero solo futuro legname.

Imparare a riconoscere le qualità e a rispettare le differenze è ciò che porta a una gestione soddisfacente delle risorse di ogni genere. Così come un artista soffre e lavora male se lo si obbliga a un’attività ripetitiva e monotona che ne avvilisce la natura, un albero adatto ad un luogo può essere del tutto inappropriato in un altro e creare problemi invece di risolverli. Alla maggior parte delle persone sembra ancora irrilevante conoscere queste cose, ritenendole argomenti per soli specialisti. Invece, dato che tutti direttamente o indirettamente ogni giorni influiamo sull’ambiente con le nostre scelte, avere almeno un minimo di competenza permetterebbe di evitare gli errori più comuni. Per fare in modo che chi prende le decisioni ad alto livello, che influiscono sulla vita di tutti, faccia le scelte giuste, occorre che si crei una cultura degli alberi, diffusa nella popolazione. L’incuria dell’ambiente, ancora molto frequente, è segno di inconsapevolezza di sé e dei legami che uniscono tutti i viventi con ogni aspetto dell’esistenza. In troppi trattano ciò che appartiene a tutti, come se fosse di nessuno, scaricandovi rabbia e frustrazioni. Ma la conoscenza è il primo passo per amare.

Un approfondimento su questo argomento si trova qui

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Il Museo della Chimica a Settimo Torinese (TO)

by 6 Gennaio 2025

La diversa viscosità dei liquidi

 

Una grande pittura murale sulla parete di un condominio tra corso Piemonte e via Leini, avverte da lontano che si sta raggiungendo il Museo della chimica. I colori vivaci del murale di Riky Said sono come i cinguettii del pettirosso che ha dipinto e che, visto da vicino, si rivela composto da un gran numero di pixel. Come i tasselli che contribuiscono alla riuscita di qualsiasi opera.

Nella prima sala del museo si trova la tavola periodica degli elementi, rappresentati ciascuno da un cubo di legno coi lati di dieci centimetri. Su ogni faccia è riportato ciò che li identifica e soprattutto una breve descrizione che mette in risalto l’aspetto più particolare del loro carattere. Ecco il primo saggio delle sorprese che riserva la conoscenza della chimica capace, come tutti i soggetti, di rivelarsi affascinante se viene presentata evidenziando il suo aspetto più sorprendente. Si trova subito un esempio pratico in un grande cilindro di plexiglass dove giacciono delle palle per la dimostrazione comprensibile da tutti, dello stato di immobilità o movimento delle molecole, a seconda che appartengano a solidi, liquidi o gas. Grandi oggetti maneggiabili in sicurezza e con divertimento anche dai bambini, permettono di verificare quanto i gas siano comprimibili e di quanto la velocità del loro movimento influisca sui liquidi e i solidi nelle vicinanze. Dove si tratta della fluorescenza e dell’elettricità, ecco l’esperimento più toccante fra tutti: quello della panchina sonora, che si può fare solo in coppia e che piace ai più sensibili.

 

Il bar della chimica

 

Si può poi verificare quanta acqua contiene il corpo umano a seconda dell’età. E’ possibile fare bolle di sapone grandissime e provare la propria percezione degli odori. Di grande effetto scenico è l’ultima sala degli esperimenti, dove è allestito il suggestivo bar della chimica. Qui il barista crea cocktail di colori e consistenze scelti dagli avventori sul menu, ma che si possono solo guardare mentre gli ingredienti si trasformano e suscitano meraviglia.

Le due stanze successive sono invece dedicate a Primo Levi, che qui aveva il suo ufficio negli anni di lavoro per la fabbrica di colori che lo aveva assunto, dopo il suo ritorno dal campo di sterminio nazista.

Il museo è aperto il sabato, la domenica e negli altri giorni festivi dalle 10 alle 19 e per usufruire al meglio della sua visita è consigliabile andarci in una giornata di bel tempo, quando la maggioranza dei bambini e degli adulti sceglie di stare all’aperto, lasciando ai visitatori di questo museo più spazio per divertirsi imparando tante cose e intravvedere le multiformi possibilità dell’esistente, nel frammento di territorio dedicato alla scienza.

 

Un museo dedicato all’elettricità di Alessandro Volta è il Tempio Voltiano di Como   con i bellissimi strumenti del sette e ottocento. Tutti i musei scientifici che ho recensito si trovano qui.

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Scuola mosaicisti del Friuli a Spilimbergo (PN)

by 2 Dicembre 2024

dettaglio di mosaico contemporaneo della Scuola Mosaicisti del Friuli

 

Nella bella città di Spilimbergo, dove edifici storici medievali mostrano sulle loro facciate affreschi degni della loro nobiltà, già dal Cinquecento erano numerosi i terrazzieri capaci di realizzare pavimenti dai bei colori, spesso con motivi ornamentali pregevoli, detti “alla veneziana”. I mosaici di Aquileia e di Venezia avevano impresso in loro e in altri la passione verso l’arte pregevole e duratura che ha reso famose quelle città. Per questo, con l’intento di dare ai giovani delle promettenti possibilità di lavoro, nel 1922 venne fondata la Scuola Mosaicisti del Friuli, formando maestranze che ne hanno diffuso la fama nel mondo. Tre anni di studio a tempo pieno vengono passati da uomini e donne di ogni età fino ai quarant’anni, nelle aule che la domenica pomeriggio possono essere mostrate dalle guide ai visitatori, spesso già incuriositi dai colori brillanti dei mosaici che ornano le facciate di alcuni edifici cittadini.

 

Aula della scuola

 

Questa scuola, unica in Italia, è uno straordinario museo che espone più di ottocento opere, dove ci si stupisce davanti alla fantasia e alla capacità tecnica di mosaici che rivestono le pareti quanto della varietà dei pavimenti, di cui cambiano colori e i motivi ornamentali lungo i corridoi, le sale e persino i bagni. Vetro, marmo, pietra e altri materiali tagliati in tessere di dimensioni e forme differenti, nelle sempre nuove composizioni danno un’idea delle possibilità offerte dal loro sapiente utilizzo. Vengono a Spilimbergo da tutto il mondo per formarsi e portare ovunque l’arte che uguaglia la pittura negli effetti di chiaroscuro, nei colori e nei toni, ma la supera di gran lunga nella durata. E in tutto il mondo ci sono opere realizzate da chi si è formato qui.

Articoli su opere contemporanee in mosaico sono qui ,   qui ,   quiqui,

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