I miei articoli

L’insolito caso di Mr. Hire

by 5 Febbraio 2013

mr. hire

 

Film di Patrice Leconte del 1989, con Sandrine Bonnaire e Michel Blanc) tratto dal romanzo di Georges Simenon Una giovane viene uccisa in un parco e i sospetti cadono su un uomo dall’aspetto poco attraente, che vive solo in un condominio lì vicino, dove è stato visto entrare quello che ha tutte le probabilità di essere l’assassino. La misantropia di Mr. Hire e i suoi modi bizzarri concentrano su di lui le indagini poliziesche e anche la diffidenza dello spettatore del film, che lo vede spiare per ore dalla finestra una bella dirimpettaia. Quando lei se ne accorge, invece di risentirsene lo cerca e i due cominciano a frequentarsi, nonostante lei sia innamorata di un altro. Un po’ alla volta è chiaro che le apparenze hanno ingannato tutti e che le reazioni di ciascuno possono essere ben diverse da quelle che sarebbe ovvio aspettarsi. E’ una storia che mette in guardia dal giudicare affrettatamente e dal fidarsi della simpatia, come se fosse garanzia di rettitudine.

Mission

by 5 Febbraio 2013

mission

 

Questo film di Roland Joffé del 1986, con Robert de Niro e Jeremy Irons,  tratta del comportamento criminale di spagnoli e portoghesi dopo la “conquista” verso i nativi del Brasile, che in questa vicenda sono i guaranì. Ma oltre all’aspetto più ampio, in cui la Chiesa ha avuto un ruolo determinante, c’è quello personale di un uomo, mercante di schiavi. Il protagonista, quando scopre che il fratello ama ed è riamato dalla donna che invece sarebbe dovuta essere la sua sposa, lo uccide nonostante il grande affetto. Cede al cieco impulso della gelosia e distrugge così tutto ciò che ha di più caro. Il dolore e il rimorso lo annientano e vuole lasciarsi morire ma gli viene data la possibilità di pagare il crimine con la difficile impresa di aiutare un missionario che davvero ama e difende gli indigeni. Il bisogno di espiare la propria colpa è però tanto grande per la sua coscienza, da voler aggiungere alle notevoli fatiche e pericoli dello spostamento verso la missione nella foresta, un pesante carico di armature che si trascina dietro. Arrivato a destinazione si getta nell’impresa di sostenere e difendere i guaranì, fino al tragico epilogo. Il senso di colpa per le nefandezze commesse è distruttivo e può essere sanato pagando il proprio debito verso la vita, se non verso l’offeso, con qualcosa che possa controbilanciare il male fatto. L’alternarsi di forze opposte è ciò che permette ad ogni forma di vita di mantenersi in equilibrio.

IL PRANZO DI BABETTE

by 5 Febbraio 2013

il pranzo di babette

Il bel film di Daniel Axel del 1987, tratto dal racconto di Karen Blixen, ritrae la vita di una piccola comunità danese dove un pastore protestante e le due belle figlie si dedicano amorevolmente al bene. Il predominio dato all’aspetto spirituale su quello fisico, fa rinunciare le ragazze all’amore, con sia pur degnissimi uomini. Passata la giovinezza e rimaste orfane, accolgono una profuga dalla rivoluzione francese, che si occupa delle incombenze domestiche gratuitamente, paga di vivere in serenità con le frugali dame. Quando dopo 14 anni vince alla lotteria una grande somma, la signora francese utilizza tutto il denaro per una memorabile, squisita, raffinata cena offerta alle sue benefattrici e ai loro amici più cari. Era stata la chef del più esclusivo ristorante parigino ma, avendo perso tutti i suoi affetti in patria, aveva deciso di utilizzare i propri averi per offrire a sé stessa e agli altri la gioia della creatività, che sa dare le soddisfazioni del più grande amore. Vedendo i preparativi, le sorelle ed i puritani invitati sono intimoriti da ciò che il piacere del gusto potrà provocare alle loro austere anime. La cena, invece, servita con gli accessori di bicchieri, stoviglie, posate, candelieri e tovaglie necessari all’esaltazione di un cibo eccelso, fa risalire verso i visi dei commensali l’espressione di una perfetta armonia fra corpo e spirito. L’arte di chi trova piacere nel dare il meglio di sé, si riversa negli animi dei presenti addolcendoli e liberandoli in un modo che non avevano mai conosciuto.

La vera bellezza può essere confusa con la vanità e su questo equivoco cadono ancora in troppi.

 

 

Grido di libertà

by 5 Febbraio 2013

grido_di_libert

 

Il film di Richard Attemborough del 1987, con Denzel Washington e Kevin Kline narra la vicenda sudafricana negli anni 70, dell’attivista nero Steve Biko, del movimento Black Consciousness e del direttore di giornale bianco Donald Woods. Il giornalista liberale, che prima di conoscerlo personalmente riportava nella stampa una verità distorta, dopo averlo incontrato e frequentato aveva compreso il reale spirito di Biko. Il giovane uomo cercava sicuramente di risvegliare il senso di dignità dei neri, affinché non si sentissero e dunque non si comportassero da inferiori, ma lo faceva con l’obbiettivo di convivere in pace e a livello di parità con i bianchi. I pregiudizi degli afrikaner, però, radicati nel sistema autoritario e nella paura di perdere ciò che avevano conquistato, li aveva sempre resi incapaci di capire. L’autoritarismo non contempla la parità ma il prevalere di chi ha maggiore forza su chi ne ha meno, verso cui si comincia col mancare di rispetto, fino ad arrivare alla violenza. Da qui le persecuzioni anche di Biko, che avevano finito con l’uccidere di botte. Il giornalista Donald Woods, allora, che a sua volta aveva subito molte intimidazioni brutali e poi il confino, aveva deciso di fuggire in Inghilterra con la famiglia per pubblicare un libro/documento sulle atrocità dell’apartheid oltre che su Biko e il suo assassinio.

 

 

Il bacio della donna ragno

by 5 Febbraio 2013

bacio della donna ragno

 

Il film di Hector Babenco del 1985, con William Hurt, Raul Julià, Sonia Braga,  tratto dal romanzo di Manuel Puig, si svolge quasi per intero nella cella di un carcere brasiliano, condivisa dal prigioniero politico Valentin e l’omosessuale Luis, condannato per aver avuto rapporti intimi con un minorenne. Sono gli anni 70, al tempo della dittatura. Luis racconta e interpreta per il compagno il ruolo di un’attrice in un film che aveva trovato appassionante, senza nemmeno accorgersi che fosse un’opera di propaganda nazista. Valentin lo rimprovera aspramente per la sua futilità e inconsapevolezza, mentre lui e i compagni che combattono la dittatura sono in carcere e subiscono continue torture negli interrogatori di quelli che possono essere assimilati ai nazisti. Luis ha comunque il cuore tenero e aiuta Valentin in molti modi a riprendersi, nonostante il direttore del carcere lo abbia sollecitato a carpirgli le informazioni sui militanti ancora attivi, in cambio della liberazione. La vicinanza fra i due influisce in modo benefico su entrambi, addolcendo la severità di Valentin e rendendo più consapevole Luis, scontento di non aver mai fatto niente che valga la pena di essere ricordato in positivo.

Il bisogno di fare qualcosa che innalzi al di sopra della banalità e della crudeltà che infestano ogni ambiente sociale e ogni tempo, è probabilmente presente in tutti, ma viene soddisfatto spesso nel modo peggiore, per mancanza di contatti umani adeguati e di prospettive ampie, aperte dalla conoscenza. L’informazione è insufficiente a dare l’impulso per rompere i freni ai nobili slanci.

KAGEMUSHA

by 5 Febbraio 2013

kagemusha

Un film che tratta il tema della potenza del ruolo sulla vera personalità è Kagemusha, di Akira Kurosawa, del 1980 (l’altro è Sommersby). Ambientato nel Giappone del 500, racconta di un ladro somigliante in modo straordinario ad un signore della guerra appena morto. Gli si fa assumere la sua identità, per evitare un attacco dei nemici che approfitterebbero della vulnerabilità del feudo senza capo. L’uomo scampa così alla pena di morte ed impara rapidamente il ruolo con tanta efficacia da ingannare anche le persone più vicine a colui che interpreta.

Entrando nella parte, anche il suo comportamento più istintivo cambia, diventando degno in tutto. Alla fine viene, però, scoperto e scacciato. Morirà in modo consono alla sua nuova identità.