I miei articoli

LA PAROLA AI GIURATI

by 5 Febbraio 2013

la parola ai giurati

Questa storia è stata il soggetto di un celebre film del 1957, diretto da Sidney Lumet. I 12 membri di una giuria (fra cui Henry Fonda) devono decidere riguardo alla colpevolezza di un ragazzo accusato di aver ucciso il padre.

E’ un afoso pomeriggio d’estate e gli uomini riuniti in una sala del tribunale pensano di poter concludere i lavori molto rapidamente, dato che le prove contro il giovane sembrano non lasciare dubbi. Di condizione sociale molto modesta, aveva litigato col padre prima di andare al cinema. Al suo rientro aveva scoperto l’omicidio e la polizia, accorsa per una denuncia dei vicini, lo aveva trovato col coltello in mano.

Per poter emettere una sentenza, i giurati devono essere tutti d’accordo e, in caso il giudizio sia sfavorevole, avrà come pena la morte. Uno di loro non è del tutto convinto e preferisce discutere, prima di prendere una decisione tanto grave. I compagni sono molto seccati di dover riesaminare il caso, in una giornata dal clima così pesante, mentre già pregustavano la libertà. L’uomo suggerisce allora di votare la sua proposta. Esaminando con attenzione le testimonianze e le deboli prove, i giurati si renderanno conto che i pregiudizi, le frustrazioni sociali, i rancori personali hanno distorto la verità, portando a conclusioni affrettate ed ingiuste.

 

TESTIMONE D’ACCUSA

by 5 Febbraio 2013

testimone d'accusa

Il film di Billy Wilder, del 1957 con Tyrone Power e Marlene Dietrich, tratto da un racconto di Agatha Christie, narra di un avvocato di successo che, dopo una malattia vuole riprendere la sua appassionante attività. Gli viene proposto il caso un giovane e affascinante squattrinato, accusato di aver ucciso una ricca vedova per incassare l’eredità in suo favore. Le prove sembrano accusare l’uomo, ma la convivente che gli fornisce un alibi, convincono l’avvocato a difenderlo.

In aula, però, quando a sorpresa proprio l’accusa chiama a testimoniare la donna, questa ribalta la precedente versione, incolpando l’imputato in modo del tutto convincente.

Questo film è una buona dimostrazione di quanto la verità spesso non sia creduta, mentre le formule che ci si aspetta sono accettate anche quando sono false.

 

L’isola di Arturo

by 5 Febbraio 2013

l'isola di arturo

Uno dei più bei romanzi di Elsa Morante, del 1957, ha la capacità di sollevare il lettore in un’atmosfera fatata, nonostante i rapporti umani molto conflittuali e frustranti che lo intessono interamente. Fa capire quanto il senso di inadeguatezza, la gelosia, l’invidia guastino la vita delle persone, deformino la visione delle cose, si traducano in tormento per tutti. Spesso sono mescolate all’amore ma l’avvelenano, facendogli prendere le forme dell’odio.

Lo spirito creativo e poetico del protagonista trasfigura, però, ogni cosa, dando anche alla sofferenza un’aura senza la quale tutto sarebbe solo rovina. Ogni tanto emerge la consapevolezza che, per un tempo breve riporta le cose al posto che compete loro, ma solo alla fine riesce a dare pace dove, altrimenti, ci sarebbe solo vendetta e fuga.

I pregiudizi di cui è intrisa l’atmosfera in cui nasce e cresce il protagonista, il modo di amare del padre, sempre con ruoli in cui di volta in volta si è schiavi o padroni, condizionano fortemente anche i sentimenti del ragazzo. Nonostante questo, a momenti riesce a guardare e dunque a vedere dentro sé stesso per capire ciò che veramente desidera e ad orientarsi meglio. Una volta sfuggito alla seducente schiavitù della casa paterna, riuscirà a farlo in modo più profondo usando il potente strumento creativo che è la scrittura.

 

Vivere

by 5 Febbraio 2013

vivere

 

Film di Akira Kurosawa del 1952. Un capoufficio comunale viene a sapere di avere un cancro e si accorge di aver perso i suoi anni in attività tanto irrilevanti da non lasciargli neppure un ricordo. Cerca allora di vivere davvero almeno alla fine, ma ciò che molti intendono per divertimento è comunque incapace di dare un senso all’esistenza. Finalmente si ricorda della richiesta di trasformare un malsano acquitrino in un parco, fatta dalle madri di un quartiere degradato e naufragata nel continuo scarica-barile delle competenze, che affliggono la mentalità umana e si manifesta palesemente nell’amministrazione della cosa pubblica. Lotta dunque contro gli innumerevoli ostacoli fino alla realizzazione del parco per bambini, trovando in questo la forza e l’entusiasmo per arrivare degnamente alla morte.

Tutti coloro che hanno avuto una parte, negativa o positiva nella realizzazione dell’opera necessaria e meritevole, si ritrovano durante la veglia funebre. Dalle loro parole emerge quanto la mancata presa in carico delle proprie responsabilità sia il vero cancro dell’umanità e affligga la maggior parte dei suoi membri. Chi prende decisioni ad alto livello, quanto i comuni cittadini che li contestano, sembrano inconsapevoli di avere gli stessi difetti. Eppure, riuscire ad andare oltre i confini rigidi del proprio ruolo, coi rischi che comporta, crea le connessioni indispensabili a far riuscire i progetti che davvero hanno valore, dando un senso all’esistenza.

Un film complementare a questo è Dersu Uzala e in parte anche Kagemusha

Il profumo

by 5 Febbraio 2013

il profumo

Il notissimo romanzo del 1985 dello scrittore tedesco Patrick Suskind è raffinato, profondo e terribile, nel raccontare la storia di un uomo dalla straordinaria sensibilità olfattiva. Seguendo la sua vicenda dagli abissi puzzolenti della disgraziata nascita a quelli dal profumo sublime nella morte ancora peggiore, si impara qualcosa sugli aromi e molto sull’animo umano. E’ noto che gli odori toccano una parte molto profonda ed istintiva degli esseri viventi. Nel libro l’invenzione artistica porta alle estreme conseguenze l’effetto che si ottiene quando si risvegliano le pulsioni innate, utili o dannose, a seconda delle circostanze. Quando sono loro a dominare, non c’è evidenza oggettiva che tenga. Si può essere soggiogati dall’odore, dall’aspetto, dal suono, che portano lontani dalla realtà senza potervisi opporre. Esserne consapevoli può aiutarci ad assecondare questa tendenza come una risorsa o contrastarla come una perdizione.

Il protagonista del romanzo, del tutto incapace di amare gli esseri viventi, ma solo i loro odori, quando ottiene con la frode l’adorazione altrui, non solo non ne gioisce ma ne è addirittura disgustato, proprio perché essere oggetto d’amore senza sapervi corrispondere è addirittura peggio che essere ignorato.

Un libro molto bello nonostante il gelo dell’assoluta mancanza di empatia. Ambientato nella Francia del ‘settecento, quando i profumi furoreggiavano per far dimenticare, almeno in parte, le puzze che opprimevano tutti quanti.

 

Il cacciatore di aquiloni

by 5 Febbraio 2013

il cacciatore di aquiloni

Il romanzo di Khaled Hosseini del 2004, fa sentire anzitutto il dolore di chi non è corrisposto nel suo amore, in questo caso quello del figlio per il padre. La gelosia ed il senso di inadeguatezza verso l’amico più caro e al tempo stesso misconosciuto, più amato dal padre, lo portano poi a compiere nei suoi confronti un atto dei più vili ed ingiusti. Avviene spesso, come in questo caso, che l’offeso sappia perdonare ma l’offensore, incapace di accettare la vergogna dei propri sentimenti ed azioni, trasformi in odio e ripulsa il proprio affetto. Solo col tempo emerge la consapevolezza e la capacità di riabilitarsi, sia pure per interposta persona.

L’aspetto più interessante della storia è proprio il mettere allo scoperto il bisogno di rivalsa che prova chi non sa essere all’altezza delle aspettative proprie ed altrui. La difficoltà nel trovare soddisfazione in sé, porta ad infierire su chi è più vulnerabile e a portata di mano. Inconsapevolmente, però, simili gesti gravano sulla coscienza ed oscurano la vita, per quanto fortemente lo si voglia negare. Quando il protagonista viene “punito” da un altro che, in modo ben più grave riproduce quegli stessi meccanismi, si sente finalmente liberato, perché ha pagato per il suo misfatto. E’ libero, così, di riabilitarsi ai propri occhi e nei confronti della vita, prendendosi cura del nipote ritrovato.