I miei articoli

Alberi monumentali della Campania, provincia di Salerno

by 6 Maggio 2009
tiglio di Padula

tiglio di Padula

 

Nella parte alta di Polla si trova il convento di Sant’Antonio da Padova che, sulla scalinata della chiesa, ha due CIPRESSI di ben 450 anni. Visti da lontano non sembrano molto grossi, anche perché hanno la chioma che si apre molto in alto. Avvicinandosi, però, ci si rende conto che, soprattutto quello più vicino alla piazza, ha dimensioni notevoli. Il tronco ha una circonferenza di oltre 5 metri e l’altezza è di 25.

E’ di nuovo vicino ad un convento, ma questa volta di san Francesco, che a Padula, città natale di Joe Petrosino, si trova un TIGLIO che ha centinaia di anni. Solo la parte bassa del tronco è molto voluminosa, coi suoi 4,5 m. di circonferenza. L’albero è molto bello alla sua base e sul dorso dei rami principali, rivestiti di muschio e di felci come un albero tropicale.

 

Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Bologna

by 29 Aprile 2009
liquidambar dell'Orto Botanico

liquidambar dell’Orto Botanico

 

A Bologna stessa, nell’Orto Botanico si trova una LIQUIDAMBAR di circa 200 anni, probabilmente l’albero più vecchio del giardino. Il tronco cavo e con varie aperture a sesto acuto, fa pensare ad un rifugio per creature inusuali. E’ un albero molto bello per le sue foglie, simili a quelle dell’acero, ma più sottili ed eleganti, simili a stelle marine, che prendono magnifici colori in autunno. I frutti sono sfere puntute e scure, con un lungo picciolo. Il suo nome richiama l’aroma di cui è intriso fino alle foglie, che viene estratto per usarlo in profumeria e farmacia: lo storace.

Nei giardini Margherita di Bologna, realizzati a fine ottocento, i begli alberi sono numerosi. Una MACLURA dal gran tronco con circonferenza di circa 4 metri, con una corteccia molto “disegnata” e chiara, attira l’attenzione. In inverno si notano anche i suoi rami ad arco. E’ un albero le cui femmine producono un frutto giallo, simile al pompelmo ma con la buccia granulosa. Arrivata dall’America in Italia nell’ottocento per sostituire il gelso nella produzione della seta, ha poi finito col diventare albero da siepe, per le spine che ha da giovane. Si trova poco dopo l’ingresso di destra sul viale Gozzadini. A quell’altezza, più all’interno, vicino al ponte sul laghetto artificiale, si vedono dei CIPRESSI CALVI, dalla vaporosa chioma verde chiaro in estate, che si fa di un rosso fulvo intenso a Novembre, prima di cadere. Più a destra si vede la chioma di una SEQUOIA SEMPREVERDE. Oltre il laghetto c’è un boschetto di QUERCE ROVERELLE di cui una con una circonferenza di oltre 3,5 m.

Nel giardino della Montagnola, vicino alla stazione degli autobus, ci sono vari grandi PLATANI che arrivano a circonferenze del tronco di oltre 7 metri

Nel parco di villa Ghigi, prima di una curva si trova una grande QUERCIA ROVERELLA pluricentenaria con la circonferenza del tronco di oltre 4 metri e davanti alla villa in rovina, un CEDRO DEL LIBANO fa arrivare i rami fino a terra. Il tronco è di circa 5 m. di circonferenza.

In piazza Carducci c’è il monumento al poeta in uno spazio monumentale all’aperto, visibile solo dall’esterno. E’ sormontato da un bellissimo BAGOLARO centenario col tronco di quasi 4 metri di circonferenza.

In piazza Malpighi, in uno stretto giardino sopraelevato, un PLATANO col tronco dalla circonferenza di 5 metri vive dal 1825 dall’allora proprietaria del posto.

Lungo il sentiero che dal centro di Casalecchio sul Reno porta alla chiusa, c’è una bella QUERCIA FARNIA col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri. Le farnie hanno bisogno di più acqua delle altre querce per vivere e si riconoscono dalle foglie a forma di clava, lobate come le altre, e dalle ghiande più allungate. Sulla sponda opposta nel parco Talon un gruppetto di SOPHORE JAPONICHE e un GINKGO dai tronchi di circa 3 m. di circonferenza, attirano l’attenzione. La sophora ha foglioline simili alla ben più comune robinia e in estate fa fiorellini piccoli di un bianco-verdolino, che si trasformano presto in baccelli. Il ginkgo ha grossi rami diritti e foglie a ventaglio.

A Zola Predosa di fronte alla Coop c’è un TIGLIO molto bello, col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e un’altezza di 15.

 

Bagolaro dietro il monumento a Carducci

Bagolaro dietro il monumento a Carducci

 

Arrivando a Gherghenzano si vede da lontano l’enorme PLATANO alto più di 30 metri, con una circonferenza di oltre 6 e un’età intorno ai 250. E’ del tipo orientale, con le foglie molto incise e la corteccia ricoperta di piccole scaglie beige, mentre i platani ibridi, in uso dall’ottocento in poi hanno la corteccia liscia, chiara, maculata, con placche che si staccano progressivamente.

 Appena si arriva da Bologna a San Giovanni in Persiceto si trova l’istituto di assistenza ai disabili villa Pia che ha nel giardino, vicino alla strada principale, un PIOPPO GRIGIO ultracentenario con un tronco dalla circonferenza di circa 6 metri.

A Monteveglio, appena svoltato nella strada che porta all’abbazia, sulla destra, a ridosso della recinzione di un cortile privato si vede in tutta la sua bellezza una ROVERELLA col tronco dalla circonferenza di 4 metri e un’altezza di 15, coi rami che ombreggiano la strada. Poco più avanti, lasciare l’auto al parcheggio e prendere il sentierino in piano che costeggia la collina. Dopo una cinquantina di metri risalire per dieci metri il sentiero verso una ROVERELLA molto simile alla precedente, ma libera sul margine del boschetto. Entrambe sono bellissime e possono avere un’età di 200 anni.

Nel comune di Calderara di Reno, in località Tavernelle Emilia, lungo la strada che va verso Bologna, già da lontano si vede emergere la bella e amichevole sagoma bianca di un PLATANO davvero notevole. Si trova all’interno di una proprietà abbandonata, in compagnia di qualche altro albero ed in particolare di un filare di begli IPPOCASTANI. Il platano ha la circonferenza del tronco di circa 6 metri ed un’altezza stimabile in 30 metri. La possibile età è di 200 anni.

A Dozza, oltrepassato il centro abitato, continuando dopo il campo sportivo, sulla sinistra imboccare la via Loreta. Scendendo circa 500 metri, sulla sinistra prendere la via croce conta e continuare per circa 1.500 metri, fino ad arrivare ad una casetta disabitata. Li vicino vive un PERO illustre. visibile dalla strada. I peri hanno radici a fittone, dunque profonde, che li rende molto stabili sui terreni e capaci di procurarsi l’acqua meglio di altri.

La bella Imola, ricchissima di verde anche in città, nel Parco delle Acque Minerali, dentro cui c’è il circuito automobilistico ora in disuso, due belle QUERCE ROVERELLE si trovano ai lati di una scala che sale verso la parte alta del parco. Le querce crescono lentamente ed hanno un legno molto resistente. Si riconoscono dalle foglie lobate e dalle ghiande, un poco diverse a seconda del tipo di albero.

Nel cortile della biblioteca comunale di Imola, un CEDRO DEODARA di circa 90 anni fa da ombrello perfetto e molto suggestivo, sotto il quale la lettura diventa un piacere ancora maggiore. E’ un sempreverde simile al cedro del Libano, ma con gli aghi più morbidi. I cedri hanno lo stesso nome dell’agrume, perché il loro legno è profumato.

Appena fuori città, nel parco Tozzoni di Imola, sul prato principale una bella QUERCIA ROVERELLA dal tronco molto basso a più fusti, valorizza il grande prato più alto.

 

cipresso di Grizzana Morandi

cipresso di Grizzana Morandi

 

Da Imola, prendendo la statale che va verso Firenze, dirigersi verso Borgo Tassignano. Circa 2 chilometri prima di raggiungerlo, sulla sinistra si vedrà un cartello che indica un vivaio. E’ la via chiusa, dove si trova un bellissimo TASSO dalla chioma a forma di sfera naturale. Questo sempreverde è interamente velenoso, tranne la polpa degli arilli rossi, i piccoli frutti che le femmine portano a fine estate. L’albero cresce molto lentamente, anche all’ombra di altri. Ha un legno pregiato, resistente ed elastico. E’ molto resistente all’inquinamento ed ai tagli. Per questo viene spesso modellato in forme geometriche.

Due chilometri a Ovest di Budrio, appena fuori Vigorso, imboccando la via dei 13 martiri, stradina di campagna, si riconosce il gigantesco, perfetto PLATANO, fitto di rami bianchi arzigogolati e poi di ramoscelli che lo fanno sembrare un grande soffione che spunta dal prato del fortunato abitante al n.3. I platani sono fra gli alberi più grandi che abbiamo in Italia, insieme ai pioppi ed ai faggi. Sono però più resistenti di loro e per questo vengono spesso piantati per le alberature stradali. Si riconoscono dalla corteccia chiara che si sfalda a chiazze e per le grandi foglie lobate e coriacee.

Appena prima di Sasso Marconi, arrivando da Bologna, si trova il Borgo di Colle Ameno. Nel giardino dove si trova un ex oratorio dal bel profilo e dal bel rosso bolognese che gli colora i muri, ci sono due TASSI di 400 anni che hanno esteso grossi rami molto in basso nel tronco, formando una larghissima, suggestiva cupola sempreverde. Accanto all’ex oratorio un notevole PINO NERO col tronco dalla circonferenza di 3 metri lo fiancheggia degnamente. Questo tipo di pino è fra i più frugali, di origine austriaca, detto “nero” per gli aghi scuri e per il colore scuro fra le placche del tronco di un bel grigio chiaro. In fondo alla stradina fra le due file di case, si arriva ad un giardino con un bel TIGLIO SELVATICO dalla circonferenza di circa 3 metri, insieme ad altri alberi e un piccolo stagno.

Nel comune di Grizzana Morandi, appena fuori dell’abitato di Monteacuto, dal lato apposto della strada rispetto alla chiesa, all’inizio della stradina sotto il cimitero, c’è un bel CASTAGNO col tronco di 6 metri di circonferenza.

Nel comune di Grizzana Morandi, dopo 18 chilometri, in località Vimignano la Scola, vicino a Ponte Verzuno e Riola, a custodia dell’antico borgo c’è un grande CIPRESSO con la circonferenza del tronco di 5,50 m., insolito anche per l’altitudine a cui si trova. E’ un sempreverde molto resistente e con radici a fittone, profonde. Cresce in zone mediterranee, accontentandosi di terreni magri e aridi. Il suo legno è profumato, inattaccabile da insetti e marciume. La sua forma stretta e sottile è inconfondibile. La varietà di pioppi italici che gli assomigliano sono infatti chiamati pioppi cipressini.

Un gruppetto di cinque CIPRESSI si trova sul cocuzzolo di una collinetta lungo la strada che da Sasso Marconi da verso Pianoro. Lo si vede bene, arrivati in cima alla salita, prima di svoltare verso Pian delle Macine. E’ probabilmente un roccolo, vale a dire un posatoio per uccelli migratori che cadono poi nelle reti sottili di cotone. Adesso i roccoli ancora in uso lo sono unicamente per motivi di studio. Per la caccia sono vietati.

Nel comune di Camugnano, a Poranceto (oltre 800 m. slm) c’è il Museo del Bosco in una zona con enormi CASTAGNI di vari secoli. Bellissimo. Il castagno è un albero che può vivere anche 1000 o più anni, sostentando con i suoi frutti, da cui si può ricavare anche farina, la vita di molte persone e animali. E’ particolarmente bello quando fiorisce a Giugno.

 

 

Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Ferrara

by 28 Aprile 2009

ginkgo di Ferrara

Nel giardino della biblioteca ariostea di Ferrara, dove un tempo si trovava l’orto botanico, splende un GINKGO BILOBA della probabile età di 140 anni, anche se la sua mole ne fa immaginare di più. La circonferenza del tronco è di circa 5 metri e l’altezza di 20. Si è potuto sviluppare tanto per la mancanza di concorrenza e la posizione protetta. E’ uno degli alberi più antichi della terra, arrivato a noi dall’epoca giurassica insieme alle cicadine, l’araucaria, la welvitschia. E’ di origine asiatica, con le foglie a ventaglio che in autunno diventano di un meraviglioso giallo. Ha sessi distinti. Questo è maschio. Le femmine portano frutti simili a piccole prugne di un rosa perlaceo.

Nel parco Massari di Ferrara, a metà ottocento erano stati piantati gli alberi per trasformare il parco all’inglese, modificando la struttura all’italiana precedente. Risalgono ad allora i molti TASSI, di cui 20 davvero grandi. Per alberi dalla lenta crescita come loro, è un buon traguardo. Da lontano si possono confondere con degli abeti, ma vari tratti li distinguono. Anzitutto il tronco che tende ad avvitarsi ed ha una scorza leggera, sotto la quale si vede il legno che tende al violaceo. Le femmine, in autunno sono bellissime, tutte ornate dei loro arilli (frutti) rossi, del diametro di 5 mm. I BOSSI presenti, essendo arbusti appaiono piccoli, nonostante l’età. Hanno un legno anche più duro di quello dei tassi. Fra i CEDRI DEL LIBANO ce n’è uno che, essendosi inclinato verso la strada, fa un effetto scenografico.  IL COMUNE SI E’ IMPEGNATO A SOSTITUIRE, A GENNAIO 2012, LA STRUTTURA CHE STRANGOLA L’ALBERO

A Cento, in via Ugo Bassi, 45, nel cortile di un oratorio, 2 GELSI DA CARTA di forse 300 anni sono l’unica testimonianza di un passato che si intuisce nel grande portone di legno a due battenti. Il gelso di destra, guardando verso la strada, ha una circonferenza di circa 5 metri nel tronco tormentato ed obliquo, cavo e suggestivo. Questo tipo di gelso ha foglie di due forme diverse sullo stesso albero come i gelsi da more. La parte più interna della corteccia era usata in Cina fin dall’antichità per farne carta. L’albero ha sessi distinti, è molto frugale e, grazie al suo fitto fogliame ruvido e peloso, era usato per alberature stradali.

Al numero 1 della stessa via, nel giardino di una scuola, una grossa SOPHORA JAPONICA ed una ROBINIA si vedono attraverso la recinzione coi loro grossi tronchi ed il fitto, bel fogliame simile. La robinia ha le foglioline ovali e la sophora appuntite, ma entrambe sono pennate e delle stesse dimensioni.

A Campotto, appena dentro il giardinetto di una ex scuola elementare di inizio novecento, ci sono 2 GELSI NERI della possibile età di 150 anni. Il tronco ha una circonferenza di oltre 4 metri. Anche le foglie di questi gelsi nutrivano i bachi da seta. I frutti, simili a lunghe more molto scure, macchiano molto ed oltre ad essere mangiati, servivano dunque anche da inchiostro. I vecchi alberi, però, non ne fanno più.

 

 

 

alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Modena

by 26 Aprile 2009

la sequoia di Pavullo

Verso l’Abetone, fuori da Pievepelago salire verso in direzione del lago santo a Casa Mordini, un gruppetto di case protette da un bellissimo OLMO MONTANO dalla circonferenza del tronco di 6,5 metri ed un’altezza di 20. E’ piantato vicino ad una cappellina della madonna. L’olmo ha foglie seghettate dalle proprietà cicatrizzanti. Erano molto usate come foraggio. La particolarità di quest’albero è la fioritura precoce con fiorellini a stami rossi, che si vedono solo da vicino. Diventano subito frutti, che sembrano fiori verdi i cui petali hanno al centro un seme. Presto volano via come coriandoli

Da Fiumalbo, a circa 1000 m sl., salendo per circa 5 km per la via Versurone, si trova un grande piazzale e poi un gruppo di case. Poco dopo c’è una stradina che scende a sinistra verso la proprietà Ca’ de Pedro. Chiedendo il permesso si potrà vedere un bellissimo ACERO DI MONTE di almeno 200 anni, col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ed un’altezza di 20. L’acero ha la corteccia a scaglie rosate, foglie che in autunno si colorano di giallo e rosso, frutti simili ad insetti rosa alati.

A Pavullo, nel Parco Ducale, dietro il tribunale, tra le molte varietà di alberi c’è una splendida SEQUOIA GIGANTEUM a forma di grande cono, con i rami più bassi che toccano terra. E’ alta circa 30 metri ed il tronco ha una circonferenza di oltre 6. Quelle giganti hanno foglie vagamente simile ai cipressi ma lunghe, dure e tendenti all’azzurro. I coni sono grandi come noci. Di rimpetto ha un altrettanto bel CEDRO DEL LIBANO di uguale altezza ma dal tronco ancora più ampio. Entrambe sono difese da parafulmini, per evitare che tanta bellezza possa essere incenerita. Purtroppo una nevicata del 2015 ha gravemente danneggiato il cedro. Hanno all’incirca cent’anni, quanto il parco che ha due SEQUOIE SEMPREVERDI all’inizio del prato, uscendo dal primo piano del palazzo ducale con un ponticello di collegamento al parco.  Il vialetto che passa da quel punto è orlato da varie TUJE OCCIDENTALI. Nel parco, lungo uno dei vialetti serpeggianti c’è un TIGLIO con un triplo tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ed una chioma che forma una volta incantevole. C’è anche un grande IPPOCASTANO, un FAGGIO, un ACERO DI MONTE accanto ad uno campestre, un FRASSINO accanto alla sequoia gigante e molti altri begli alberi.

SEQUOIE GIGANTI sono anche fuori dal parco, al di là della strada, dove c’è un bar.

ippocastano di Rocca Malatina

ippocastano di Rocca Malatina

 

A trenta chilometri di distanza, a Rocca Malatina, appena fuori dal paese sotto la strada c’è una villa di campagna con uno dei più spettacolari IPPOCASTANI che sia dato di vedere. È basso ma con un larghissimo ombrello di rami. La sua perfetta salute di centenario, è dovuta all’attento proprietario, dottore agronomo che ha provveduto a puntellarlo e curarlo con amore. La circonferenza del tronco è di oltre 4 metri, mentre in diametro della chioma è di ben 24 metri.

Con questa visita vale davvero la pena di andare a vedere gli straordinari picchi della rocca Malatina, formazioni rocciose gigantesche e spettacolari, che offrono un’atmosfera impressionante.

Nelle vicinanze c’è Monteombraro dove, seguendo dapprima le indicazioni per il parco dei castagni secolari e poi costeggiando le case, in cinque minuti si arriva al sentiero che circonda l’ultima casa dietro la quale, sia pure nel giardino recintato, si vede un CASTAGNO di almeno 600 anni, con un tronco dalla circonferenza di circa 10 metri. Vicino a lui ce n’è un altro ragguardevole, ma sminuito dalla presenza del re dei castagni.

Da Fanano salire verso Canevare e proseguire ancora per alcuni chilometri, fino a trovare una stradina che sulla destra sale all’agriturismo del Cimone. Dopo averlo raggiunto proseguire ancora per un chilometro fino a che si vede sul lato destro della strada, vicino ad una casa un ACERO DI MONTE col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ed un’età di varie centinaia d’anni. La chioma è ormai scarsa ma l’albero è ancora bello, valorizzato anche dalla sua posizione panoramica, a oltre 1200 metri di altitudine.

 Da Fanano verso Sestola, al km 37 della sp 324, prima di una curva si vedono due annosi CASTAGNI in un piccolo appezzamento frequentato dalle galline, i cui tronchi in parte senza più corteccia mostrano forme molto interessanti.

alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Parma

by 25 Aprile 2009

Bagolaro Parco del Taro

 

Nel Parco Ducale di Parma ci sono vari PLATANI fra cui entrando dal lato verso il torrente Parma sulla sinistra ce n’è uno davvero notevole con circonferenza oltre i 6,50 metri e l’altezza di oltre 40. Nel prato davanti al palazzo della Pilotta, dall’altra parte del torrente, c’è un CEDRO DEL LIBANO ultracentenario con i rami bassi molto lunghi, alto 18 metri e con una circonferenza del fusto di 5 metri circa. Nel piccolo e fitto di piante Orto Botanico si trova un GINKGO BILOBA maschio piantato nel 1790, in cui era stato innestato un ramo femmina. Circonferenza del fusto circa 5 metri alto 20 metri

Nel parco della reggia di Colorno, allo sbocco della bella galleria di carpini, si trova una ZELKOVA carpinifolia del 1840, col tronco della circonferenza di circa 4 metri e mezzo. Alla base del tronco si vede una linea orizzontale netta, al di sotto della quale cresce il muschio. Rivela il punto in cui un olmo nostrano è stato innestato, quando era un arboscello, con un olmo del Caucaso, qual’è la Zelkova. Gli olmi erano alberi molto diffusi in Italia fino ad una sessantina d’anni fa. Poi un coleottero importato dall’America con legname infetto, ha sterminato gran parte di questi begli alberi.

Seguendo il sentiero fra gli alberi che si trova sulla sinistra della reggia, avendola alle spalle, si trova presto una grande QUERCIA FARNIA, molto alta e dal tronco imponente. Altre sono distribuite nell’insieme.

A nord di Collecchio c’è la Corte di Giarola, antico edificio rurale, ora sede del Parco del Taro. Dietro la chiesa ci sono due magnifici BAGOLARI col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ed un’età di almeno 200 anni. Molto suggestivo il percorso nel parco e, nella bella stagione, al museo. I bagolari hanno radici tanto possenti da essere chiamati “spaccasassi”. Il tronco è liscio con corteccia grigia, mentre le foglie a penna d’uccello seghettate in autunno diventano di un bel giallo luminoso. I frutti, ciliegine nere e farinose, sono buon cibo per gli uccelli.

 Nel giardino del castello di Soragna c’è un enorme e bellissimo  NOCE NERO di 270 anni, alto 40 metri e con una circonferenza del tronco di oltre 6 metri, che si può vedere guardando attraverso il cancello del parco sul retro. E’ il più grande d’Italia.

A Monticelli Terme in via Monte, sul lato opposto alla chiesa si trova un notevole ROVERE col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri.

 

 

Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Piacenza

by 24 Aprile 2009
quercia di Castelvetro

quercia di Castelvetro

 

Nella città di Piacenza gli alberi più imponenti negli spazi pubblici sono i PLATANI del passeggio pubblico, detto Facsall, mentre nel giardino della villa privata Scotti di Sarmato, guardando dal cancello che dà sullo Stradone Farnese si vede un armonioso e imponente BAGOLARO vicino alla villa. Di tutto rispetto anche il NOCE NERO, il PLATANO e la MAGNOLIA SEMPREVERDE.

Quando da Gragnano si va verso Campremoldo, prendere la strada che si trova sulla sinistra, oltrepassare l’azienda agricola e una strada sulla destra e più avanti, sul lato destro della strada si vedono sporgere le chiome di due belle QUERCE FARNIE, di cui una con circonferenza del fusto di 5 metri e altezza 22, l’altra di poco inferiore. Trovate la posizione esatta di queste piante sul sito di Monumental Trees.

A Castelbosco, di fronte al Museo della Merda ci sono due GELSI BIANCHI di cui uno con una circonferenza di più di tre metri.

Nel territorio di Ponte dell’Olio c’è una magnifica QUERCIA ROVERE con circonferenza del fusto di 4,70 m e un’altezza di circa 18, che comporta una certa difficoltà nel raggiungerla a causa della stradina sterrata piena di grosse buche lungo la quale si trova. Meglio lasciare l’auto in qualche punto della stradina asfaltata che troverete dopo aver svoltato in direzione Padri e oltrepassato la cascina Orsa Maggiore. La posizione esatta si trova sul sito di Monumental Trees.

Arrivando da Piacenza verso Castelvetro, subito dopo aver imboccato a destra la strada per raggiungere l’abitato, svoltare di nuovo a destra e proseguire fino a che la strada sale un poco e si biforca. Sulla destra, nel prato si vede una QUERCIA ROVERE dell’età presunta di 200 anni, che forma una larga cupola. Avvicinandola si vede nel tronco dalla circonferenza di circa 4 metri, una lunga cicatrice che parte dall’alto, traccia di un fulmine che, fortunatamente non l’ha uccisa. E’ chiamata la nonna, ma anche “Mina” forse per la sua fama, come simbolo di una protesta contro l’inutile costruzione di un nuovo ponte sul Po, che danneggerebbe lei e l’ambiente fluviale.

Arrivando a Villanova sull’Arda da Fiorenzuola, su una curva si vede da lontano il più che centenario OLMO CAMPESTRE, dal tronco con circonferenza di 5 m., con i suoi grandi rami carichi di ramoscelli fini e penduli che lo rendono inconfondibile. L’olmo ha la particolarità di sembrar fiorire due volte. La prima a fine inverno, con fiorellini rossi molto belli ma così poco appariscenti da dargli un alone di quel colore. La seconda poco dopo quando i fiori, diventati presto frutti diafani come coriandoli di carta velina con un semino al centro, riuniti come petali di un grande fiore, decorano con il loro colore verde chiaro i rami dell’albero. Poco dopo volano via.

Non lontano dal passo Brallo, vicino al confine con la Lombardia, a Pieve di Montarsolo, (circa 1000 m. di altitudine) c’è una ROVERELLA di 950 anni, col tronco dalla circonferenza di 7 m.circa, che guarda il boschetto con le sue discendenti, in un’atmosfera tra le più suggestive. L’albero è vivo solo sul lato est e i numerosi tiranti che lo vorrebbero salvaguardare, deturpano l’effetto d’insieme di rara atmosfera del luogo, vicino ad un’antica pieve e cimitero. Il 29 Agosto, presso la Grande Madre Quercia si celebra la festa della Madonna della guardia. Un bel modo per renderle onore.