I miei articoli

Alberi monumentali della Liguria, provincia di Genova

by 18 Marzo 2009
araucaria di Nervi

araucaria bidwilli di Nervi

 

A Chiavari nel giardino botanico di villa Rocca in pieno centro città, spicca per la sua bellezza e imponenza un’ARAUCARIA BIDWILLI col fusto dalla circonferenza di circa 3,50 m.

A Rapallo nel parco Casale, vicino all’ingresso posteriore rispetto al centro città c’è un grande e bel CANFORO.

A Nervi ci sono tre musei con altrettanti parchi, uno di seguito all’altro sul lungomare: villa Groppallo, Grimaldi e Serra. Hanno molti alberi tipici dei climi più caldi, come il carrubo o l’eucalipto e, tra quelli monumentali c’è, nel giardino Groppallo una ARAUCARIA BIDWILLI alta una trentina di metri, tronco dalla circonferenza di sei. E’ una conifera sempreverde del Cile, dai sessi distinti, foglioline dure e con la punta spinosa, disposte a spirale. Non è certo un albero da ombra, perché le foglie crescono solo intorno ai rami. Questa è del genere Bidwillii, mentre in regioni più fredde è più adatto il genere Araucana e in quelle più calde, dalla Campania in giù. è la Heterophilla a prevalere.

Nel giardino Grimaldi c’è un grande CANFORO con la circonferenza del tronco di 5 m, ma non frondoso come può esserlo in certi esemplari. E’ il sempreverde di origine orientale da cui si ottiene la canfora. 

Nel Giardino Serra c’è una PALMA DEL CILE, dalle fronde piuttosto chiare rispetto alle altre palme ed un tronco dalla circonferenza di circa 5 m.

C’è un’altra villa Serra, nel comune di Sant’Olcese, a nord di Genova. Anche questo parco è in stile inglese, di metà ottocento, con alberi altissimi: PLATANI, SEQUOIE SEMPREVERDI, ROVERI, UN PINO DOMESTICO di 160 anni e alti dai 30 ai 40 metri, si distinguono in questo senso. Vicino alla villa un TASSO ha un tronco dalla circonferenza di 3 metri, notevole per la sua età.

Il cimitero di Staglieno è bellissimo nel suo insieme, con le tombe e le molte cappelle che spuntano fra alberi tra cui molti secolari, come CIPRESSI E LECCI.

Da Borzonasca, dove le decorazioni colorate delle facciate, tipiche della Liguria, sono particolarmente belle, si raggiunge dopo 3 chilometri l’abbazia Bolzone, davanti alla quale c’è un CIPRESSO di 600 anni, alto 30 m. e col tronco dalla circonferenza di 3,50.

Continuando in direzione di Piacenza, si arriva nel comune di S.Stefano d’Aveto dove, davanti al piccolo cimitero in località Allegrezze, prima del paese, ci sono due SEQUOIE GIGANTI, di cui una centenaria, col tronco di oltre 5 m, di circonferenza e l’altezza di 18. Le dimensioni sono ben inferiori a quelle di altre sequoie californiane coetanee che vivono in Italia, ma l’albero è importante come ricordo degli emigrati in America che ne hanno riportato i semi per farla crescere in patria.

A Voltri c’è la villa Brignole Sale, adesso scuola elementare. Nel piazzaletto davanti al giardino di sono due bei PLATANI che disegnano il cielo coi loro rami e riscattano il relativo squallore del luogo. Uno di loro ha la circonferenza del fusto di 5 metri. Salendo a sinistra, senza farsi scoraggiare dai cancelli chiusi e dalla mancanza di qualsiasi invito a proseguire la visita, entrando in una piccola costruzione buia si troveranno delle scale e si uscirà nel vialetto che sale in quello che si riconosce ancora come il parco della villa. Fra lecci, allori e altri sempreverdi si arriverà a una cascatella artificiale, raggiungendo poi in alto dei recinti con daini da una parte e pecore dall’altra. Ancora più in alto si arriverà a un santuario mariano. Si potrà scendere anche dalla parte opposta.

Arenzano ha un grande e bel parco pubblico che circonda la villa Negrotto Cambiaso, sede comunale. Ci sono vari alberi esotici ed europei, per la maggior parte sempreverdi. Da segnalare annose CYCAS REVOLUTA dal fusto coricato su cui sono cresciute varie figlie. Notevoli anche dei CANFORI, PINI DOMESTICI, LECCI, CALOCEDRI. Più piccolo ma comunque da vedere anche il parco della villa Figoli.

alberi monumentali della Liguria, provincia di Imperia

by 17 Marzo 2009
glicine Bicknell

glicine Bicknell

A Sanremo i giardini di Villa Ormond, dove si trova il Museo del Fiore, hanno vari alberi importanti, tra cui i FICUS MACROPHYLLA nella parte più alta e due EUCALIPTI di cui unovicino all’ingresso principale e un altro è dietro il museo del fiore. Sempre a Sanremo sono di grande effetto alcuni FICUS MACROPHYLLA o Ficus magnolioides che si trovano in un piccolo giardino presso la rotonda della ss1 che attraversa la città, in corso Matuzia. Il più antico OLIVO della Liguria si trova alla periferia di Sanremo, in via degli Olivi al terzo tornante. L’età stimata è di 800 anni e il tempo ne ha consumato una parte, facendo sembrare che ci siano due alberi distinti, rispettivamente di 4 e 6 metri di circonferenza.

Ad Ospedaletti, lungo la strada statale c’è il giardino dell’Auditorium, bordato da enormi EUCALIPTI di cui qualcuno con una circonferenza di 5 metri ed un’altezza di circa 25. Sono alberi che crescono rapidamente, diventano molto alti e sono longevi. Hanno proprietà balsamiche importanti per curare le vie respiratorie. Sono efficaci frangivento con le loro lunghe foglie che, quando sono giovani, hanno una forma tondeggiante.

La riviera di Ponente ha un clima tanto mite da essere paragonabile a quello di Napoli. Non stupisce dunque trovare anche a Bordighera, dei FICUS MACROPHILLA, originari dell’Australia, con un enormi tronchi multipli nel centro storico, dietro il municipio in piazza Otto Luoghi. La facciata del museo Bicknell è rivestita dal più bel glicine centenario che si possa immaginare, col tronco cavo di quasi due metri di circonferenza. Anche qui c’è un grande ficus. Sempre a Bordighera c’è “l’OLIVO di San Giuseppe” dal nome della congregazione che aveva in cura questi terreni; due fusti ormai separati, uno di circa quattro metri di circonferenza l’altro superiore ai cinque. La varietà è la pregiata Taggiasca, l’età stimata circa 500 anni. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio di piazza De Amicis si sale verso Bordighera alta fino all’inizio del bellissimo “sentiero del Beodo” che si percorre con magnifica vista sul mare per circa 15-20 minuti, fino a incontrare l’imponente olivo.

Appena arrivati a Ventimiglia, nella zona archeologica, in via M.E.Basso n. 4 davanti al poliambulatorio ci sono bellissime, vetuste ACACIE VISCO che formano un grande ombrello di minute foglioline. Ammirare la fioritura primaverile.

Dopo Ventimiglia, ai giardini Hanburya occorrerà dedicare un bel po’ di tempo. Si potrà essere impressionati dalle grandi dimensioni del cipresso portoghese o da quelle del pino delle Canarie, oppure dai rami contorti e ricoperti come da fogli di carta della bassissima Melaleuca cuticularis. A seconda della stagione si potranno trovare fiori, frutti o foglie di particolare interesse.

Nel comune di Castellaro, davanti al santuario della Madonna di Lampedusa, c’è un LECCIO di 400 anni, con la circonferenza del tronco di circa 4 metri. E’ una quercia sempreverde, tipica delle zone mediterranee, che può vivere fino ai 900 m. di altitudine.

Per vedere una vegetazione più vicina a quella originaria della Liguria, si può risalire da Taggia a Triora, in un piacevolissimo percorso che segue per 25 chilometri il trasparente, largo torrente Argentina, fra lecci, olivi, erica arborea bianca e, più su, castagni. Molto belli i due antichi ponti inarcati di Badalucco, ci cui il primo con una cappellina nel mezzo. Al km 2 della sp. 548, sulla destra c’è una proprietà recintata, dove sono ben visibili due bei CASTAGNI dalla circonferenza di 4 e 5 metri. Arrivati alle prime case di Triora, sulla sinistra c’è una stradina che discende per 150 metri verso una bellissima chiesetta romanica dedicata a S.Bernardino, che ha sul sagrato un notevole IPPOCASTANO di 170 anni, con la circonferenza del tronco di oltre tre metri ed un’altezza di 22. Il centro storico di Triora a circa 800 m.slm è molto interessante, con scalinatelle, archi, volte, passaggi, caruggi. C’è anche un museo della stregoneria, dato che nel seicento ci sono state varie persecuzioni di donne in questo senso, a causa di una carestia.

Da Diano Marina risalire verso Diano Arentino per arrivare a Diano Borello dove, sul sagrato della chiesa c’è un vaporoso BAGOLARO di 190 anni col tronco dalla circonferenza di 4,5 metri ed un’altezza di oltre 15. A causa delle strade strettissime, è una visita SCONSIGLIATA AI CAMPER.

alberi monumentali della Liguria, provincia di La Spezia

by 16 Marzo 2009
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cipresso di Vernazza

Venendo da Levanto, prendere la prima strada che scende verso Vernazza e la chiesa della Madonna di Reggio. Dopo due chilometri si trova il cartello ed una stradina che scende a destra dove, dopo una ventina di metri c’è uno slargo con vari alberi, la chiesa e, a ridosso, un CIPRESSO non molto alto, col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e l’età di almeno 300 anni.

Da La Spezia, salire dalla strada panoramica per Genova verso il passo Foce. Dopo pochi chilometri, all’interno di un tornante, c’è un magnifico LECCIO di almeno 300 anni, tronco dalla circonferenza di 4 metri, un’altezza di 15 ed un’amplissima chioma. E’ una quercia sempreverde molto frugale, robusta e longeva.

Nella città di La Spezia c’è un PLATANO monumentale sul piazzale della stazione centrale. Nel Parco Pubblico tra il centro storico e il mare, realizzato nell’ottocento, ci sono molte palme sofferenti ma in compenso le CICADINE, che sono molto più piccole, appaiono in ottima forma anche se con molti decenni di vita. Qui se ne trovano molte arborescenti, cioè con dei rami, grossi come il fusto, cosa che non può succedere alle palme. Ci sono vari alberi esotici ma anche parecchi LECCI e comunque una maggioranza di sempreverdi.

 

alberi monumentali della Liguria, provincia di Savona

by 15 Marzo 2009
carrubo di Pietra Ligure

carrubo di Pietra Ligure

 

Da Albenga prendere la strada che porta a Garlenda e, prima di arrivare in paese, sulla sinistra c’è il parco di San Rocco con la chiesina che, davanti a sé ha una QUERCIA ROVERELLA di circa 300 anni, il tronco dalla circonferenza di circa 5 metri e l’altezza di 25. Le querce erano molto diffuse ovunque in Europa, importanti per il loro legno, tra i più robusti, per le proprietà curative del tannino di cui sono intrise e con cui si conciavano le pelli, per le ghiande date in pasto ai maiali ma anche mangiate dall’uomo in varie forme.

Sotto la piazza di Carbuta, a circa 350 m. slm., il globo color verde scuro di un LECCIO di 230 anni, col tronco dalla circonferenza di 4,50 m. e l’altezza di 15, si ammira nel silenzio del paesino.

Da Carbuta si può continuare a salire per qualche chilometro fino a che, prima del vivaio forestale, si vede sulla destra una strada sterrata sassosa, che indica Colla San Giacomo. Procedere per tre chilometri di sassi e uno di terra fino a che si arriva ad un grande prato da cui partono varie strade. Prendere quella più a sinistra e camminare per circa mezz’ora nella faggeta giovane, fino a raggiungere il punto in cui si trova una piccola processione di grandi FAGGI, di cui il maggiore ha una circonferenza del tronco di 6 metri.

A Pietra Ligure prendere la strada che porta all’autostrada e, prima di iniziare la salita, sulla sinistra si vedrà il campeggio dei Fiori. Qualche metro prima c’è la via Felice Cascione. La si percorre per un chilometro circa, inoltrandosi fra gli uliveti, fino a che si trova una sbarra. In quel punto c’è una bella QUERCIA e, continuando, sulla sinistra si trova un cancello che chiude una recinzione dentro cui si vede emergere al di sopra degli ulivi un CARRUBO di 200 anni A meno che ci sia il proprietario per consentire la visita, proseguire qualche decina di metri fino a che, sulla destra, se ne vede un altro, coetaneo ed altrettanto bello, anche se un poco più piccolo. Ha comunque due tronchi dalla circonferenza di due metri ciascuno ed un’amplissima chioma sempreverde. Quello lo si può ammirare pienamente. E’ una femmina, che in autunno porta i frutti, le carrube marroni, e al tempo stesso i fiori, i meno belli fra tutti gli alberi. I frutti hanno un vago odore di cioccolato e sono commestibili per uomini e animali. In Sicilia si coltiva per questo.

Arrivati a Borgofinale (Finale Ligure), oltrepassare l’ingresso al centro storico e continuare lungo il torrente Aquila (spesso asciutto) fino ad uno slargo con una chiesetta e due eucalipti. Guardando verso sinistra, fra i vigneti, si vede con molta evidenza un PINO DOMESTICO di 200 anni, alto 20 metri e col tronco dalla circonferenza di 4 metri. Si può salire dalla stradina privata per avvicinarsi all’albero, se il proprietario apre il cancello ed avete abbigliamento da boscaglia. Si può tornare verso il centro storico tramite un sentierino che costeggia la collina. Il pino domestico ha la tipica chioma con aghi verde chiaro e forma globosa che col tempo diventa ad ombrello. Ha una corteccia a lunghe placche rosee e i suoi frutti, maturi in tre anni mentre spuntano i nuovi, sono le pigne che danno pinoli.

Appena fuori Celle Ligure, sulla sinistra dell’ingresso autostradale c’è l’indicazione per il campo sportivo Olmo. Quando lo si raggiunge, sulla sinistra c’è un gruppetto di QUERCE DA SUGHERO di cui una di 300 anni, alta 15 metri ed una circonferenza del tronco di 4. Tipico delle querce da sughero è la spessa corteccia sugherosa molto movimentata, piccole foglie sempreverdi e ghiande col cappuccio ricciuto.

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Bergamo

by 12 Marzo 2009

 

cedro di Alzano

cedro di Alzano

 

Dalla sede del Parco Oglio Nord Mulino di Basso, nel comune di Pumenengo, dove c’è anche un ostello della gioventù, si può fare una passeggiata lungo il canale d’irrigazione, seguendo il filare di FARNIE secolari, con tronchi dalla circonferenza di oltre 3 metri. Si arriva così al fiume Oglio, dove è possibile fare un bagno rinfrescante.

 A Pumenengo, sul prato esterno al castello Barbò, sede del municipio, una spettacolare, enorme MAGNOLIA SEMPREVERDE offre la sua bellezza a chi arriva da sud. La sua età è stimabile intorno ai 200 anni, l’altezza è di 20 metri circa.

A Verdello, la villa comunale di inizi ottocento ha un parco della stessa epoca con vari alberi di grande bellezza: appena si entra si vede il più grande dei CEDRI DEL LIBANO presenti, con vari tronchi che hanno una circonferenza complessiva di circa 8 metri e un’altezza di circa 30. Anche un CIPRESSO CALVO col tronco di 5 metri di circonferenza fa emergere la sua chioma piumosa da quella di un TASSO. Un LIRIODENDRO alto oltre 30 metri ha un tronco triplo, con una circonferenza di circa 7 metri. Alcuni TIGLI sono molto belli. Il più imponente si trova sul margine esterno, che dà sulla strada ed ha un tronco di circa 5 metri di circonferenza ed un’altezza di una trentina.

A Brusaporto, fra gli alberi che si trovano alla base dei resti di un’antico castello, un BAGOLARO è il bellissimo protagonista, con la sua chioma perfetta, su un fusto di circa 5 metri di circonferenza, ben ancorato alla ripida scarpata.

Vicino a Bergamo, a Paladina, frazione Sombreno, è possibile, per un gruppo di almeno 10 persone, visitare la Villa Pesenti Agliardi, di fine 700 ed il parco dove, fra vari alberi antichi si trova un CARPINE BIANCO di forse 150 anni, dalla forma molto interessante nelle 7 diramazioni dei suoi tronchi. Questo tipo di albero non diventa mai molto alto né voluminoso, ma prende forme varie ed ha comunque un fusto che sembra composto di un fascio di piccoli tronchi, già di per sé molto piacevole da vedere. Ha la chioma fitta e si adatta bene alle potature. Per le visite in gruppi di almeno 10 persone, telefonare allo 035 542975.

Non molto distante, a Filago, frazione Marne, si trova il castello di Marne. E’ una costruzione estremamente suggestiva, con grossi ciottoli di fiume a vista, caratteristici della zona. Il castello tardomedievale si trova sopra un dirupo, circondato in parte dal fiume Brembo e in parte da un torrente, che gli danno un aspetto davvero fiabesco. Ad accrescere la suggestione, nel giardino c’è un gruppo di grosse FARNIE rivestite di muschio e con molti rami ricascanti verso il fiume. Il castello viene affittato per banchetti ed è solo in queste occasioni che può essere visitato. Telefono 035 4938011 oppure 347 5141516, signora Acquaroli. La farnia è una quercia molto robusta, come dice l’etimologia latina (quercus robur = forte). Cresce molto lentamente e perciò ha il legno duro.

A Brembate di sopra, nel parco di villa Serena, aperto al pubblico, ci sono vari alberi di grande bellezza, di cui alcuni di età intorno ai 150 anni, come il grande LECCIO vicino all’entrata della villa, adesso ricovero per anziani, col tronco dalla circonferenza intorno ai 4 m. C’è poi un bellissimo viale di CARPINI BIANCHI che conducono verso una ZELKOVA DEL CAUCASO con una circonferenza del tronco di circa 5 m. e un’altezza di almeno 30. Risalendo il parco su quel lato si trova un LIRIODENDRO davvero bellissimo col tronco dalla circonferenza di circa 4,50 m. e un’altezza di 20. Ci sono poi fittissime siepi di BOSSO.

Andando da Bergamo verso Est, a pochi chilometri si trova Alzano Lombardo dove, nel giardino del Comune, si trova un CEDRO DEODARA con la chioma a larghissima piramide. Normalmente si incontrano molti cedri del Libano e raramente cedri dell’Himalaya di età e dimensioni ragguardevoli. Sono invece comuni in giardini privati, con età più recente di questo che potrebbe avere 150 anni. Lo si riconosce per i rami più alti che, invece di abbassarsi rispetto al tronco, si alzano. Negli esemplari antichi, però, il peso fa abbassare anche loro. Un altro modo per riconoscerlo è l’estremità dei rami, dove i ramoscelli terminali sono lunghi, sottili e sembrano mani dall’indice teso ad indicare qualcosa. Per terra si trovano, all’inizio dell’autunno, le infiorescenze maschili, simili a grossi bruchi color ruggine. L’albero degli dei (questa è la traduzione di deodara) si trova spesso nella versione pendula che prende forme bizzarre, simili ad animali e persone.

A Lovere, sul lago d’Iseo, nel parco del municipio, in una villa di fine ottocento, ci sono due CEDRI DEODARA ultracentenari con tronchi dalla circonferenza intorno ai 6 metri ed un’altezza di circa 25. Sono molto belli. Vicino alla recinzione che dà sulla strada c’è un CACO SELVATICO dal tronco multiplo e dalla parte opposta del parco si trova anche un TASSO.

Nella bella Clusone, un gruppetto di tre SEQUOIE GIGANTI ha il posto d’onore nel giardino del museo del tempo. I tronchi hanno circonferenze intorno ai 6 metri e un’altezza di circa 25.

In via Grimoldo, nella parte antica di Oltre il Colle, è ancora visibile un PERO A SPALLIERA che orna in modo caratteristico l’ultima, delle tante case che in passato ospitavano questi alberi da frutto.

Fuori dall’abitato, più a monte c’è una delle varie “cattedrali vegetali” realizzate dall’artista Giliano Mauri, adesso deceduto.

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Brescia

by 11 Marzo 2009
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faggio di val Malga

 

A Brescia, sulla piazza da cui parte la strada verso il castello, ci sono due cedri centenari di scarsa altezza ma dai lunghi e sinuosi rami bassi che li rendono molto espressivi. Un CEDRO DEODARA, (dagli aghi morbidi) col tronco di 4 metri di circonferenza si trova sul lato di Largo Torrelunga, mentre il CEDRO DEL LIBANO (con gli aghi corti a ciuffetti) con un tronco dalla circonferenza di 5 m. è sul lato di via Brigida Avogadro.

Nel vicino parco di fronte alla caserma Goito, una PAULONIA centenaria col tronco dalla circonferenza di quasi 5 m. E’ un albero americano dalle grandi foglie morbide e pelose, in primavera si riempie di fiori lilla che, dopo la fecondazione, diventano delle capsule marroni che restano sui rami anche fino all’anno seguente.

Nel parco Gallo di Brescia 2 c’è un OLMO con due doppi tronchi, di cui una coppia è coricata. La circonferenza di ciascuna è intorno ai 5 metri e l’altezza è intorno ai 10. E’ un albero molto accogliente, in un bel parco con noci del Caucaso, sofore, allori, melograni e vari altri alberi. Le sue foglie piccole, ruvide e seghettate, su romoscelli sottili, lo rendono facilmente riconoscibile.

Anche il parco Martinoni ha un bell’OLMO e un ACERO TRIFLORO particolarmente belli.

Non molto lontano da Brescia, a Prevalle, davanti al palazzo comunale, in una villa seicentesca, un viale di 40 GELSI BIANCHI forma una bella galleria. Sono alberi della possibile età di 100 o 200 anni, molto diffusi fino a metà del ventesimo secolo, perché le loro foglie erano date in pasto ai bachi da seta. Per questo i tronchi sono pieni delle cicatrici provocate dai continui tagli dei rami. Ad un’estremità del prato c’è un LECCIO a cui, purtroppo, sono stati tagliati i rami bassi che lo rendevano più suggestivo.

A nord di Dello, appena inizia la strada che porta verso Bagnolo, un PIOPPO NERO dal tronco di 6 metri ha ancora un bell’aspetto, nonostante l’abbiano ridotto nell’altezza. Di nero non ha niente. E’ solo un aggettivo usato per distinguerlo da quello bianco, che ha il tronco candido in gioventù e le foglie color verde su un lato, bianche sul rovescio.

 A Leno, nella strada che da Brescia arriva in centro, un grosso PLATANO centenario, dalla chioma diradata dall’età, resiste ancora nonostante i lavori per un nuovo complesso edilizio gli abbiano sicuramente danneggiato le lunghe radici. Speriamo bene.

A Murà, (700 m slm) salendo verso la chiesina degli alpini, accanto ad un fienile si vede un CARPINE NERO molto armonioso, col tronco dalla circonferenza di circa 3,5 m ed un’altezza di 15. Il carpine ha foglie seghettate a punta di lancia e le sue infiorescenze sono spighette che mantiene sui rami tutto l’inverno. I frutti, che sembrano fiori di carta velina, somigliano a quelli del luppolo. Il tronco sembra un gran fascio di muscoli. Si chiama carpine nero solo perché ha il legno più scuro della varietà detta carpine bianco, che cresce in pianura.

A Nuvolera, in una proprietà privata ma visibile dalla strada, un enorme CIPRESSO CALVO si nota anche da lontano.

A Boario Terme, il parco ospita un intero boschetto di CIPRESSI CALVI ottantenni, con tronchi dalle circonferenze anche di 4 metri ed un’altezza di 25. Spettacolare è la grande quantità di pneumatofori (le radici che spuntano dal terreno come tronchetti). Hanno forme e raggruppamenti che fanno pensare a creature fiabesche. Crescono su un tappeto di foglioline che ricoprono tutto lo spazio in cui si trovano questi alberi. Notevole è anche un PLATANO di 300 anni con un tronco dalla circonferenza di oltre 5 metri ed un’altezza di 35. Bello un CIPRESSO DI LAWSON con la sua caratteristica forma a padiglioncino cinese. C’è anche un TIGLIO ragguardevole, fra molti altri alberi. Purtroppo il parco è aperto solo da Maggio a Settembre.

Entrando in città da nord, all’inizio di via Alabarde c’è anche un SALICE BIANCO dal tronco con circonferenza di circa 6 metri, ancora in discrete condizioni.

Sul lago d’Iseo, a Sale Marasino, arrivando da nord si vede già in lontananza il gran CIPRESSO che si trova in un giardino privato ma è visibile dalla strada, accanto a un PINO D’ALEPPO sinuoso.

 Nella piazza di Breno dove si trova l’ufficio postale, un PLATANO di 220 anni circa, che si dice sia stato piantato nel 1797 come “albero della libertà” ha un tronco di circa 5 metri di circonferenza e un’altezza di oltre 25.

Salendo dai circa 300 m. di altitudine di Breno ai circa 600 della frazione di Pescarzo, in direzione del passo Crocedomini, oltrepassata l’ultima casa, su una curva, appena oltre il guardrail appare un bel CASTAGNO con un tronco di circa 6,50 m. di circonferenza, alto 18.

Sui 1000 m. di altitudine di Paspardo, si trovano CASTAGNI con circonferenze di 4 metri anche lungo la strada e, nel punto chiamato “capitello dei due pini”, poco fuori dal centro abitato c’è un PINO SILVESTRE di notevole bellezza e più di 150 anni, con un tronco dalla circonferenza di 4,50 m. ed un’altezza che oltrepassa i 25. Anche il posto dove si trova il pino, rimasto solo dopo che l’altro è morto a causa di un parassita, è bellissimo. Oltre al panorama sulla vallata 700 metri più sotto, il sito è pieno di suggestioni, accresciute dalle incisioni rupestri camune. Il pino silvestre si riconosce subito per il tronco marcatamente rossiccio, i rami sinuosi, gli aghi corti e azzurrini, le piccole pigne.

Da Sonico si sale in val Malga lungo una strada molto stretta e ripida, ma suggestiva perché in mezzo ai boschi. Arrivati a 1.150 m. di altitudine al piazzale davanti al rifugio della malga, lasciare l’automezzo e prendere la stradina che, qualche metro più giù sale verso il bosco. Mantenendo sempre la direzione a sinistra, in dieci minuti si raggiunge una grande baita detta Boiana, accanto ad un FAGGIO perfetto, col tronco di 4,5 metri di circonferenza e un’altezza di oltre 25.

Dal rifugio si può continuare lungo la strada asfaltata per un chilometro e mezzo circa, dove su una curva si può lasciare l’auto e seguire le indicazioni per raggiungere a piedi, in mezz’ora, un celebre FAGGIO di 200 anni, con la circonferenza del tronco di 7 metri ed un’altezza oltre i 20, ma ormai malandato, in un prato con erba alta e ortiche, nell’ex malga Mantoffo.