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Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Como

by 10 Marzo 2009
cedro di villa Olmo a Como

cedro di villa Olmo a Como

 

Sul lungolago di Como, nel giardino pubblico, vicino al monumento ai caduti ci sono tre SOPHORE JAPONICHE col fusto dalla circonferenza intorno ai 4 metri e un’altezza ragguardevole. C’è anche un bel GINKGO BILOBA. Continuando la passeggiata pedonale verso villa Olmo, nel cortile di una villa dopo quelle della Provincia si vede il tronco rosso di un CORBEZZOLO che, in quanto arbusto, nonostante le dimensioni che per altri alberi sarebbero modeste merita attenzione come un monumento, quanto il grande TIGLIO nel mezzo della recinzione.

La bella Villa Olmo, sempre a Como, col parco sempre aperto al pubblico e la villa usata per manifestazioni culturali, ha nel parco dietro l’edificio storico, un CEDRO DEL LIBANO con più rami che partono dalla base, dalla circonferenza di 8 metri, l’altezza di 25 e 200 anni di età e una bellezza straordinaria. Poco più lontano c’era un IPPOCASTANO con la circonferenza del tronco di 5 metri e l’altezza di 25, di grande bellezza, ora scomparso. I cedri sono conifere che assomigliano un poco ai nostri abeti ma hanno gli aghi raggruppati in ciuffetti ed i grossi rami più lunghi ed aperti. Si chiamano come il celebre e profumato agrume a causa del loro legno odoroso in modo simile. Sono grandi alberi di montagna ma il loro aspetto imponente li ha fatti diffondere in Italia nei parchi delle ville e nelle piazze municipali.

Nel parco della vicinissima villa del Grumello ci sono molti alberi sempreverdi notevoli. Anzitutto, davanti alla villa un CEDRO DEODARA dal tronco di 6 m. di circonferenza. A sinistra, al di sopra dell’edificio un CIPRESSO col tronco di circa 3,5 m. Vicino alle serre un bellissimo GINKGO con circonferenza del tronco di 4 m. e davanti alla serra un suggestivo CANFORO inclinato col tronco di circa 3 m. Al di sopra delle serre due SEQUOIE SEMPREVERDI col tronco di 4 m.

Sulla sponda opposta della baia, a villa Geno, un GINKGO BILOBA maschio centenario, col tronco dalla circonferenza di circa 3 m. alto 20 m. e un CEDRO DEODARA col tronco dalla circonferenza di circa 6 m. alto 25 m. sono le stelle del piccolo giardino.Continuando lungo il lago si trova un notevole PLATANO alto 33 m. e con un tronco di 5,50. Insuperabile per dimensioni, bellezza e luogo in cui si trova è il PLATANO nel cortile del museo Giovio, col tronco dalla circonferenza di oltre 7 metri e alto 32, di rimpetto a un IPPOCASTANO col tronco di oltre 3 m. di circonferenza. Si trovano nel piccolo appezzamento al di sopra di una scalinata doppia barocca di grande bellezza. L’IPPOCASTANO storico del parcheggio di via A. Moro, non c’è più. Un PLATANO a candelabro, non molto alto ma con un tronco di circa 6 m. di circonferenza si vede bene nel cortile di via Cadorna 1/A.

A Sagnino, nel giardino della villa barocca che era appartenuta ai salesiani e che adesso è un centro di accoglienza per immigrati, un CEDRO DEL LIBANO alto circa 30 metri e un tronco di circa 5 metri, un FAGGIO PENDULO spettacolare con circonferenza del tronco di oltre 3 metri e un ABETE BIANCO che misura altrettanto sono i più belli fra i tanti alberi presenti. Salendo fino a Quarcino, accanto a una chiesetta romanica, un IPPOCASTANO con una circonferenza del tronco di 3 metri e mezzo, alto 15 fa una bellissima figura.

Risalendo il lago lungo la via Regina, intitolata alla regina Teodolinda che aveva ripristinato l’antica strada romana, si troveranno ovunque magnifiche ville dei secoli scorsi, dove le famiglie reali, i nobili e successivamente i danarosi di vari paesi stranieri passavano le vacanze. Tutte avevano un giardino o un parco e dunque gli alberi pluricentenari in buona salute sono numerosi e si vedono spesso dalla strada.

A Cernobbio, la Villa Erba dove è vissuto Luchino Visconti, visitabile solo durante le manifestazioni politiche o commerciali ma solo se si ha un pass, nel bel parco ospita molti alberi tra cui dei PLATANI. Anche la Villa d’Este poco più avanti, albergo di lusso in una villa cinquecentesca con parco, ha, tra molti begli alberi, dei PLATANI monumentali. Il platano è facilmente riconoscibile per le grandi dimensioni, la corteccia liscia e chiara, che si sfalda a placche irregolare in vari toni dal beige al verde. Ha grandi foglie palmate e coriacee che in autunno diventano gialle ed arancioni prima di cadere. E’ molto resistente all’inquinamento ed ai maltrattamenti. Per questo lo si trova nelle alberature stradali.

A Lenno, nel giardino dell’incantevole villa Balbianello (aperta da metà marzo a metà novembre), ci sono due LECCI e un gruppetto di CANFORI potati per formare cupole verdi molto suggestive. L’età dei canfori può essere centenaria, come il leccio vicino. Il magnifico leccio (quercia sempreverde dei climi miti) più prossimo al lago ha 200 anni e un tronco con circonferenza di 3,50 metri circa. 200 anni sono stimabili anche per due PINI SILVESTRI quasi sul lago e con tronchi di circa 3,50 m. di circonferenza. I pini sivlestri crescono spontaneamente in montagna e si riconoscono dai rami color arancio. Centenario è anche il FICUS Pumila repens, rampicante che crea fantastici ghirigori sulle pareti del loggiato.

A Mezzegra, sul lungolago, una notevole MAGNOLIA SEMPREVERDE di oltre 200 anni, col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri e una gran chioma ovale, troneggia davanti alla ex villa settecentesca della fam Novi, adesso di proprietà del comune. Continuando a seguire il lungolago verso sud si vedono, nel giardino di una villa, dei giganteschi PLATANI e, pù avanti un GINKGO di grande bellezza.

Arrivati a Tremezzo, dove si trova la villa Carlotta, (aperta da metà marzo a metà novembre) celebre per la fioritura delle azalee nel suo grande parco, si vedranno sul bordo del lago, di fronte al suo ingresso, due grossi PLATANI, di cui uno con la circonferenza del tronco di circa 6 metri. Il parco, aperto da Marzo ad Ottobre, è conosciuto per alberi di tante specie diverse ed è in questo, simile ad un orto botanico. Molti sono monumentali: PLATANI altissimi, PALME, LIRIODENDRI, TASSI, RODODENDRI e uno stupefacente GLICINE sposato ad un PINO NERO che si vede anche dalla strada.

pino del Michoacan villa Melzi a Bellagio

pino del Michoacan villa Melzi a Bellagio

 

Due GLICINI enormi e di bellezza spettacolari si trovano sul bordo del lago, lungo la strada davanti all’hotel Cadenabbia. All’altra estremità di Tremezzo c’è il Parco Olivelli, con un altissimo CEDRO DEODARA (simile al cedro del Libano ma con aghi più lunghi e morbidi), due notevoli CALOCEDRI (parenti californiani dei cipressi con corteccia rossastra e rami che spesso si incurvano a candelabro), un CANFORO (sempreverde asiatico), tutti con tronchi dalla circonferenza intorno ai 5 metri. Bellissimi soprattutto in autunno con le chiome fulve,  sono i CIPRESSI CALVI radicati nel lago, ancora giovani.

A Codogna, comune di Grandola ed Uniti, tra il lago di Como e quello di Lugano, si trovano le indicazioni per raggiungere, dopo una bella passeggiata di 40 minuti nel bosco, una QUERCIA rovere delle probabile età di 300 anni detta il rogolone. La circonferenza dell’enorme fusto è di 8 metri, mentre l’altezza è di circa 30. Sotto questa quercia, come spesso avveniva in passato ovunque, si riunivano i capifamiglia per le decisioni importanti. Le querce sono estremamente robuste ed il loro legno è stato usato per la costruzione di navi, case, ponti e mobili di lunga durata. I loro frutti, le ghiande, sono ottimo cibo per uccelli, scoiattoli, maiali e, in certe qualità, anche per gli uomini.

Nel giardino del municipio di Menaggio, con sede in una villa di fine ottocento, ci sono un CANFORO e un FAGGIO presumibilmente ultracentenari. Il primo ha un tronco dalla circonferenza di oltre 4 metri ed è di origine asiatica. Il secondo ha un tronco di circa tre metri e mezzo di circonferenza e cresce spontaneamente intorno ai mille metri di altitudine. Un altro CANFORO è sul confine con la strada. Sul lungolago ci sono alcune SOPHORE JAPONICHE PENDULE, che sviluppano rami solitamente attorcigliati come serpenti e culminano con piccoli archi. Sono fra gli alberi più attraenti in inverno, senza foglie, per la loro inconsueta forma, qui meno evidente che in altri luoghi. Continuando verso nord lungo il lago si vede un bellissimo CALOCEDRO, sempreverde dalla forma conica, coi rami che sfiorano terra. Hanno un’età stimata intorno agli 80 anni, Nel cimitero, quattro grossi CIPRESSI. L’albero più spettacolare si trova però nella frazione di Loveno, raggiungibile anche a piedi con scorciatoie. Si tratta di una MAGNOLIA SEMPREVERDE bicentenaria, dalla gran chioma a uovo, con un tronco dalla circonferenza di circa 6 metri, in un giardino adesso pubblico ma che un tempo apparteneva, come la grande casa bianca davanti a lei, alla famiglia proprietaria terriera Cariboni.

Continuando oltre Menaggio, a San Siro e più precisamente a Prada di Acquaseria, appena dopo il cartello, si vede un CANFORO col tronco dalla circonferenza di 7 metri, l’altezza di 18 e l’età di forse 200 anni. Questo sempreverde da cui si ottiene la canfora, ha le foglie simili a quelle dell’olea fragrans, ovali, lucide, di media grandezza che, stropicciate, rivelano il caratteristico odore della sostanza antisettica e antireumatica.

A San Fedele Intelvi, davanti al municipio c’è un magnifico CALOCEDRO (o Libocedro o Cedro della California) a candelabro, con una circonferenza del fusto di circa 6 metri e l’altezza di 25.

In val d’Intelvi, l’Alpe di Ponna è il regno dei faggi monumentali. Prima di arivare nel paese di Ponna, prendere la stradina sulla destra che sale per un paio di chilometri fino all’alpe. Arrivare fino al punto in cui sopra la curva c’è un laghetto e sotto una “nevera”, minuscolo edificio semi-interrato che in passato serviva a lasciar decantare il latte appena munto, per far emergere la panna, tenendolo al fresco grazie alla neve accumulata all’interno e alberi che la tenevano all’ombra. Intorno a questa ci sono tre enormi FAGGI con tronchi dalle circonferenze di circa 5 metri e alti oltre 30. C’è anche un ACERO DI MONTE meno grosso. Sopra il laghetto ci sono altri giganti. Continuando con l’auto dentro la faggeta, si possono vedere due baluardi di radici di faggi impressionanti. All’uscita, sulla cuva dove c’è una casa, si notano due giganteschi FAGGI di cui uno con un tronco dalla circonferenza di 9 metri.

Salendo verso il monte Ghisallo, superato Barni sulla destra c’è la strada per il ristorante La Madonnina e si arriva a circa 1000 metri di altitudine. Dalla curva appena prima di arrivare al parcheggio, risalire a piedi per una quindicina di metri la strada sterrata, quindi discendere di altrettanto il sentiero che porta ad un CASTAGNO di oltre 250 anni, col tronco dalla circonferenza di 6,50 m e l’altezza di circa 25. E’ quasi del tutto integro e alla base mostra una cicatrice sull’intera circonferenza, ricordo dell’innesto fatto quando era una pianticella. Le piante da frutto selvatiche, più resistenti e robuste, devono essere innestate con quelle coltivate, più conformi alle esigenze umane, ma più deboli.

A Gravedona, nel giardino della villa Gallio, sede della Comunità Montana, ci sono due MAGNOLIE SEMPREVERDI di cui una davvero magnifica, con una circonferenza del fusto di circa 4 metri.

A Bellagio, nel giardino di villa Melzi sono particolarmente belli, entrando dal cancello più vicino alla punta della penisola, un CANFORO dal tronco multiplo, con la circonferenza intorno agli 8 m., un PINO DEL MICHOACAN (devoniana) dagli spettacolari aghi lunghi quasi 30 cm. con la circonferenza del tronco di 4 metri e i rami penduli che arrivano a sfiorare l’acqua del lago. Ci sono varie SEQUOIE SEMPREVERDI molto alte, 3 LIRIODENDRI con una circonferenza del fusto intorno ai 4 m., 2 CALOCEDRI con una circonferenza del fusto di circa 5 m., vari LECCI, di cui uno con la chioma che scende lungo la china in cima alla quale si trova l’albero, con una circonferenza del fusto di oltre 3. m. e un TIGLIO con una circonferenza di oltre 4 m. Il CEDRO DEL LIBANO con la circonferenza del tronco di circa 6 metri si trova vicino alla villa.

Da Canzo, salire fino a fonte Gajum e continuare a piedi per mezz’ora circa fino al Centro visite di Prim’alpe. Al margine di un bello spiazzo c’è un IPPOCASTANO di almeno 150 anni, tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e l’altezza di 25. Da lì vale la pena di seguire il percorso artistico nel bosco, con sculture dell’artista Alessandro Cortinovis. Tornati al centro visite, proseguire per Terz’alpe, dove si troverà un TIGLIO e poco lontano un FAGGIO monumentali

A Fino Mornasco nel parco in cui si trova anche la sede municipale, ci sono vari alberi notevoli, fra cui LIRIODENDRI, LIQUIDAMBAR, FAGGI, CIPRESSI DI LAWSON, CEDRI.

Sempre a Fino Mornasco, continuando lungo la strada in direzione di Minoprio, sulla destra oltre il cancello di una villa privata appare una magnifica SEQUOIA SEMPREVERDE di notevoli dimensioni.

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Cremona

by 9 Marzo 2009
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magnolia di Cremona

 

Il più bell’albero di Cremona è la MAGNOLIA dei giardini pubblici di piazza Roma, con la sua insolita forma conica e un gran ramo basso che sembra una proboscide. Nei giardini del centro pastorale di via Stenico c’è un BAGOLARO dal gran tronco con circonferenza di 6 metri e la chioma stretta e alta, a causa delle potature. Accanto c’è una ROBINIA dal tronco quasi altrettanto massiccio. Occorrerebbe liberarla dai tanti polloni e dall’edera per darle l’importanza che merita. Poco più avanti, in un cortile, un AILANTO col tronco molto grosso, probabilmente di almeno 5 metri di circonferenza, spunta sopra il muro di recinzione di un edificio in abbandono. Tutti hanno sicuramente superato i 100 anni di età.

Nel principale parco pubblico di Crema, nei dintorni della stazione, da lontano si vede un albero sopravanzare di molto tutti gli altri. E’ un CIPRESSO CALVO ultracentenario, alto più di 30 metri, col tronco dalla circonferenza di circa 6 metri. Vicino a lui ce ne sono altri e, lungo il piccolo corso d’acqua davanti a loro, spuntano gli pneumatofori, come nanetti di legno, che servono per respirare meglio nei terreni intrisi d’acqua. Oltre il fossatello ci sono due bei GINKGO BILOBA, dalle foglie a ventaglio, col tronco parzialmente rivestito di muschio e con circonferenza intorno ai 5 metri.

A Rivarolo del re, in un campo vicino al cimitero c’è una lunga fila di GELSI BIANCHI, dell’età di oltre 100 anni. Sono rimasti a testimoniare il tempo in cui, fino all’incirca metà del secolo scorso, erano piantati ovunque perché con le loro foglie nutrivano i bachi da seta che i contadini allevavano. Si vedono i tronchi dalla cui sommità crescono numerosissimi rami dalla corteccia color cannella. Quel tipo di gelso, così come la particolare specie di bachi che se ne nutriva, venivano dalla Cina.

Venendo da Cremona, presa la strada ad angolo retto che porta a Pizzighettone dopo un chilometro, sul lato destro della strada dove c’è la cascina Massimo, c’è un PIOPPO NERO col tronco dalla circonferenza di circa 4,5 m e la possibile età di 80 anni. I pioppi crescono rapidamente e diventano alti a causa della molta acqua che assorbono con le loro foglie triangolari. Hanno sessi distinti su piante diverse e le femmine a primavera fanno frutti cotonosi, i cui fiocchi volano via portandosi un piccolo seme.

A Pandino, nel giardino del Santuario del Tommasone, vicino alla statua seduta c’è un GELSO BIANCO di circa 200 anni, col tronco dalla circonferenza di un metro e mezzo circa.

Fuori dalla recinzione, sul bordo della strada c’è un bel CARPINE BIANCO col tronco a calice. La sua età può essere vicina a quella del gelso. Questo albero ha foglie seghettate a punta di lancia ed il tronco inconfondibile, perché sembra essere composto da un fascio di piccoli fusti o da muscoli. Bianco è solo il colore più chiaro del suo legno, rispetto al carpine nero.

A Vailate, all’interno del cancello della scuola elementare c’è uno SPINO DI GIUDA (o di Cristo), Gleditsia triacanthos, molto bello, con un tronco di circa 2 metri di circonferenza e un’altezza di 15. Questo albero spinoso del nord America ha foglie simili alle acacie e fiori gialli, che diventano baccelli dalla polpa dolce.

A Robecco d’Oglio, nel parco pubblico della villa Barni della Scala, fra altri begli alberi, proprio all’ingresso c’è un grande BAGOLARO dal tronco di 4 metri di circonferenza.

Da Soncino si seguono le indicazioni per il parco Tinasso, dove si trova uno dei più grandi e begli IPPOCASTANI immaginabili. Tronco dalla circonferenza di 5 metri circa, alto circa 35, con 200 anni di età. Vicino a lui un BAGOLARO poco più basso, con il tronco di uguale circonferenza. C’è anche un vecchio GLICINE dai rami lasciati liberi e molti begli alberi di pregio, in un ambiente piacevolissimo, di ex parco privato diventato bosco. Il parcheggio è all’ombra degli alberi e c’è un caffè ristorante. Si può continuare a usufruire delle bellezze naturali passando nella provincia di Bergamo, nel comune di Pumenengo (vedi).

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Lecco

by 8 Marzo 2009

Culmine di San Pietro – abete a candelabro

Nel chiostro della benedettina, romanica abbazia di Piona, si trova un ALLORO più che centenario, col tronco dalla circonferenza di 3 metri. La pianta, che di solito non supera la taglia di un alberello, ha qui un’età e dimensioni notevoli. Le sue proprietà medicinali sono purificatrici. Per questo le antiche profetesse greche ne bruciavano o masticavano le foglie prima di vaticinare.

A Varenna, sulla piazza dell’imbarcadero ci sono due CEDRI DEODARA di cui uno molto bello, Nel giardino della villa Monastero,  aperto da marzo a ottobre, c’è una MAGNOLIA SEMPREVERDE di 400 anni, col tronco dalla circonfereza di circa 6 metri, un CALOCEDRO col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri, vari CIPRESSI con circonferenze simili. una PALMA DEL CILE con circonferenza di circa 2 metri.

Da Barzio si sale verso Culmine San Pietro a 1300 metri di altitudine dove, dietro la chiesetta seicentesca c’è un antico roccolo abbracciato da un FRASSINO con la circonferenza del tronco di 3 metri. A pochi metri, uno spettacolare ABETE a candelabro con 9 bracci, ha la circonferenza del tronco di circa 4 metri. L’età dei due alberi è calcolabile tra i 100 ed i 200 anni.

Da Margno è possibile prendere la funivia per il Pian delle Betulle, circondato da boschi di larice, a 1480 m slm con stazione sciistica. Dietro la chiesina si trova un lieve rilievo con BETULLE pendule di età avanzata di cui la veterana, dalla circonferenza di circa 3 m nel suo tronco biforcuto e altezza 19, si trova vicino al campetto di bocce. Anche se le dimensioni non sono notevoli, l’elegante forma del tronco ingrigito ed i sottilissimi rami, ricoperti di licheni, creano un’atmosfera suggestiva.. Le bellissime betulle dal tronco bianco e dalle foglie triangolari che in autunno diventano color giallo oro, hanno molte proprietà curative.

Ad Olgiate Molgora, davanti alla villa Sommi Picenardi, circondata da un bel parco, un PLATANO orientale di circa 130 anni, dalla circonferenza del tronco di 9 metri, fra i più grandi d’Italia, dà un senso di grandiosità davvero notevole. Lo si vede bene anche dalla strada ma, se si vuole visitare il parco, occorre prendere appuntamento.

oleandro a Pescarenico

oleandro a Pescarenico

 

A Lecco, nella frazione di Pescarenico dove è stato ambientato il celebre romanzo “I promessi sposi” continuando lungo il lago verso sud, poco dopo aver superato dei salici piangenti, si trova un PIOPPO GRIGIO molto bello con circonferenza del fusto intorno ai 4 metri . In città, di fronte ad una scuola, in via Pizzi, in un giardinetto c’è un FAGGIO PENDULO con tronco dalla circonferenza di 3 metri, davvero molto bello. I faggi, che di norma vivono tra i 1000 e i 1200 metri, spesso vengono piantati nei giardini delle ville, soprattutto nella spettacolare varietà pendula, coi rami che toccano terra.

 A Malgrate, vicino al porticciolo ci sono due IPPOCASTANI di oltre 150 anni con la circonferenza del tronco di circa 4 metri e un’altezza di 20.

 A Merate, in via Allende n.3, nel cortile di una villa c’è un’enorme SEQUOIA GIGANTE, a cui sono stati tagliati i rami bassi e la punta, così che si nota la mole, più che la bellezza di un albero messo a dimora nel luogo meno idoneo, dato che per sua natura può arrivare, nei secoli, ai 100 metri di altezza, con un tronco in proporzione.

Sempre a Merate, nella strada sotto l’osservatorio astronomico, sul bordo dello stagno San Rocco, ci sono CIPRESSI CALVI alti oltre 35 metri, con tronchi con circonferenza di 4,5 m. circa. In città li conoscono erroneamente come sequoie, perché hanno il fogliame che in autunno diventa fulvo prima di cadere come fanno le metasequoie. Ma le pigne e la forma delle foglioline, oltre che gli pneumatofori (radici emergenti a pinnacolo) li rendono inconfondibili. Sono originari della Florida, dove crescono nelle paludi, spesso immersi in acqua. Per respirare meglio, le radici fanno spuntare dei tronchetti verso l’alto, che sembrano nanetti di legno. Coi cipressi non hanno in comune se non i frutti, galbuli legnosi. In autunno le loro foglioline leggere diventano di un rosso fulvo davvero magnifico.

Ancora a Merate, vicino al cimitero, c’è un parco pubblico, adesso separato dalla villa privata originaria. Il “cannocchiale” di CIPRESSI ne ha di molto imponenti, con fusti di 4,50 m. circa di circonferenza. Anche i PINI DOMESTICI hanno misure ragguardevoli del pari.

A Verderio Superiore, nel mezzo di una rotonda si trova un magnifico PLATANO ultracentenario con il tronco dalla circonferenza di circa 6 metri e una gran chioma.

 A Introbio, nel parco della villa di inizio novecento che adesso ospita il municipio e la biblioteca, si trova un FAGGIO rosso dal gran tronco e vigorose radici in parte fuori terra, che pur avendo meno di 100 anni ha dimensioni e portamento notevoli.

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Lodi

by 7 Marzo 2009
parco di Lodi

parco di Lodi

 

Un po’ fuori dal centro storico di Lodi si trova il parco di villa Braila, sede della biblioteca ragazzi. Fra i molti alberi notevoli, quelli nelle migliori condizioni sono due grandi CEDRI DEODARA, dai tronchi col diametro di circa 5 metri e l’altezza di 36, un BAGOLARO dal tronco con circonferenza di circa 4 metri rivestito di muschio ed una QUERCIA FARNIA, circondata da cespugli e due CIPRESSI CALVI alti una trentina di metri. Bello anche un PINO DELL’HIMALAYA, con i suoi lunghi aghi glauchi. Il bagolaro, dalla corteccia grigia, ha per frutti delle ciliegine nere, farinose, mangiate dagli uccelli. La farnia ha le foglie lobate come le altre querce, ma col picciolo cortissimo ed una forma a clava. I cipressi calvi hanno foglioline sottili e morbide, color verde chiarissimo, che in autunno diventano di un magnifico fulvo, prima di cadere. Sono originari delle paludi della Florida, dove per respirare meglio, le radici sommerse dall’acqua fanno spuntare dei tronchetti verticali. Qui non ci sono, dato che crescono in un terreno asciutto.

Poco lontano, nel mezzo del viale Agnelli, uno spazio pedonale è reso gradevole da vari alberi, gelsi, aceri negundi, ippocastani e TASSI, modellati a cono. Il penultimo è il più grande e, probabilmente, il più antico. Ha una tale quantità di rami che è impossibile vedergli il tronco. Il sempreverde tasso cresce molto lentamente, resiste in modo eccellente alle potature e per questo spesso lo si modella in forme scultoree. Anche l’inquinamento ha meno effetto su di lui che su altri. E’ interamente velenoso. Ha sessi distinti su esemplari diversi e le femmine, verso l’autunno portano piccoli frutti rossi mangiati dagli uccelli.

A 3 chilometri da Maleo, nella cascina Ronchi c’è un insolito CACO SELVATICO col tronco dalla circonferenza di quattro metri circa ed un’altezza di 15. La recente perdita di un grosso ramo ha rivelato la carie del tronco cavo. Avrebbe bisogno di cure e sostegni

A ridosso del castello di Somaglia, un IPPOCASTANO alto 30 metri, con un tronco dalla circonferenza di 5 e la probabile età di 200 anni, arriva a stendere qualche ramo fin sul tetto.

Il minuscolo paesino di Maccastorna ha il viale che conduce al castello, bordato di FARNIE e, al centro della piazzetta un GELSO col tronco cavo dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’età che potrebbe essere intorno ai 150.

Fuori san Rocco al Porto ma all’interno della via Emilia, dopo una rotonda che porta al centro commerciale, sul bordo della strada si vede, tutto solo, un magnifico PIOPPO CIPRESSINO alto 35 m. con un tronco dalla circonferenza di 5 che è rimasto miracolosamente intatto e mostra tutta la sua bellezza.

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Mantova

by 6 Marzo 2009
platano di Pioppino

platano di Pioppino

 

Il giardino di porta Pradella a Mantova è all’interno di una grande rotonda, ma gli alberi secolari che vi si trovano e i resti di alcuni arredi dimostrano la sua nobile origine. Vi si trova, proprio sul margine, una MACLURA POMIFERA inclinata, con un tronco dalla circonferenza di 4 m. E’ una pianta importata in Italia dall’America nell’ottocento per sostituire i gelsi e i bachi da seta malati che si nutrivano delle loro foglie. Le femmine portano frutti gialli simili a pompelmi. Su un altro margine ci sono due CIPRESSI CALVI col tronco di 4 m. di circonferenza, mentre un gruppetto più giovane è a poca distanza da loro. C’è anche un GINKGO con una circonferenza del tronco di circa 4,5 metri, riconoscibile dalle foglie a ventaglio. Sulla piccola rotonda si trova un OLMO con una circonferenza del tronco di 4 m., con le sue caratteristiche piccole foglie seghettate su ramoscelli sottili.

All’incirca al km 10,300 della strada che porta a Goito, venendo da Mantova sulla sinistra si trova la via per il Parco Bertone, aperto solo la domenica dei mesi estivi o in altri giorni. Dopo due chilometri di rettilineo, sulla curva c’è il parco molto bello anche per le cicogne che vi nidificano. L’albero più noto è un magnifico GINKGO BILOBA di circa 200 anni, alto 40 metri, con un tronco dalla circonferenza intorno ai 4,5 m. Anche i BAGOLARI sono notevoli, con tronchi intorno ai 4 metri e altezze intorno ai 30. Un NOCE NERO notevolissimo, è caduto nell’estate 2013 e giace conla base del tronco rovesciata, simile ad un sole oscuro.

Volta Mantovano è la cittadina dei BAGOLARI. Uno scenografico emiciclo di questi alberi, piantati negli anni 30 per consolidare il terreno davanti alla chiesa principale, si è sviluppato notevolmente grazie all’abbondante acqua delle falde. Dietro l’ospedale ce n’è uno dalla circonferenza del tronco di ben 6 metri ed un’età di almeno 400 anni, con la chioma a soffione integra e bellissima. I bagolari sono alberi dalle possenti radici, molto frugali e resistenti, dai frutti simili a ciliegine nere, mangiate dagli uccelli.

Nello stesso comune, all’interno dell’agriturismo Monte Roccolo, in strada Bezzetti, c’è un roccolo di CIPRESSI. Il roccolo è un insieme di alberi disposti in modo da servire da posatoio agli uccelli, che un tempo venivano così catturati con sottili reti di cotone nascoste. In passato venivano venduti, oggi si studiano e poi si rilasciano. Questo roccolo si riconosce anche dalla strada, dove si vedono gli alberi in cerchio serrato.

A Cereta, frazione di Volta Mantovana, via Borgo Tirolo, sul terreno del centro ippico Mimosa c’è un GELSO DA CARTA dalla circonferenza di circa 5 metri. Ha foglie spesse e vellutate, di forme diverse e sessi distinti.

Nella località Pioppino, lungo la strada principale da cui si accede anche a Redondesco, poco dopo sulla sinistra si vede uno scenografico PLATANO in mezzo ad un campo. La circonferenza del suo tronco è di circa 5 metri.

Nella frazione Vigoreto, confinante con Sabbioneta, vicino al muro di cinta di una villa adesso ristorante, un GINKGO BILOBA dalla circonferenza del tronco di circa 5 metri è visibile anche da lontano. Questo albero è molto bello quando è rivestito delle sue foglie a ventaglio, ma in inverno è fra i pochi ad essere poco attraente perché i suoi rami hanno un disegno ben poco articolato. Inoltre, le potature che gli hanno fatto hanno aggravato la situazione. Questo è l’unico difetto di un albero resistentissimo, che ci viene dall’epoca giurassica e che ha molte proprietà curative. I frutti delle femmine, se lasciati marcire a terra puzzano. In Cina e Giappone, da cui l’albero proviene,  i noccioli vengono  tostati e mangiati perché ottimi.

 La frazione Cesole, del comune di Marcaria, si raggiunge oltrepassando Campitello di qualche chilometro. Nell’abitato c’è un grande piazzale circondato da alberi, dove si svolta a destra in direzione del fiume Oglio. Quando lo si raggiunge, invece di attraversare il ponte di barche, si svolta a sinistra e ben presto si vede l’agriturismo La Motte, che ospita pescatori stranieri del micidiale pesce siluro. Dietro gli edifici ci sono magnifici PIOPPI NERI di cui uno con la circonferenza del tronco di circa 6 metri ed un’altezza intorno ai trenta. I pioppi neri hanno in realtà solo la corteccia color marrone scuro e foglie lucide, robuste, triangolari, che in autunno si fanno di un giallo brillante. I pioppi bianchi hanno le cortecce e un lato delle foglie davvero bianche.

 Se invece di oltrepassare Campitello si gira a sinistra per Gazzuolo, passato il ponte si continua fino a trovare una rotonda, dove si svolta a sinistra verso Viadana. Dopo circa 4 chilometri si vede, facendo attenzione, una stradina stretta a sinistra. Appena si allarga, parcheggiare ed entrare a piedi nella cascina dove, chiedendo il permesso ai cortesi giovani proprietari, si può svoltare verso i campi a destra e subito a sinistra, costeggiando un fossatello per raggiungere una magnifica QUERCIA FARNIA dal tronco con circonferenza di circa 4,50  m. E’ perfetta. Per raggiungerla si può andare anche a Commessaggio e, dall’Agriturismo Corte Erbatici si prende il sentiero che costeggia il canale, fino all’argine del fiume Oglio, sul quale si trova.

 

 

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Milano

by 5 Marzo 2009

tassodio di porta Venezia a Milano

 

Uno dei giardini pubblici più belli, suggestivi e ricchi di Milano, a pari merito con quello del Sempione, dietro il Castello Sforzesco, è senz’altro quello conosciuto come Montanelli o di porta Venezia realizzato nella seconda metà dell’ottocento nella forma attuale, con parti settecentesche nella struttura. Lungo il suo perimetro ci sono l’interessantissimo museo di scienze naturali ed altri correlati al tema. In autunno, ancora fino a fine Novembre, vedere i CIPRESSI CALVI o TASSODI, intorno al laghetto, quando sono di colore fulvo è davvero emozionante. Il più imponente è alto quasi 30 metri ed ha una circonferenza del tronco di circa 6 metri. Ci sono anche notevoli PLATANI, di cui uno molto importante sulla sinistra uscendo dal parco dove ci sono le statue nel prato. Anche due BAGOLARI sono degni di nota, con tronchi dalla circonferenza di circa 5 metri: uno all’ingresso fra via Manin e bastioni di Porta Venezia e uno un poco più a nord del tassodio più grande, dove c’è anche una QUERCIA ROSSA che purtroppo ha subito pesanti interventi ai rami. Sul grande prato a destra c’è anche un CEDRO DEODARA centenario.

Il parco Sempione, costituito cent’anni fa circa, ha una CATALPA con un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri lungo il fianco destro del castello. Un NOCE DEL CAUCASO con una circonferenza di circa 4 m. sui bordi dello stagno nella parte più larga. Il noce del Caucaso si riconosce dalle foglie pennate e dai frutti che sembrano lunghissimi pendenti, la catalpa per le sue grandi foglie pelose ed i baccelli che ha come frutti, dopo aver avuto fiori bianchi abbondanti e vistosi. Un IPPOCASTANO con circonferenza di circa 4,5 metri si trova attraversando il viale a destra della biblioteca e BAGOLARI imponenti sono vicini all’opera di Arman, dalla parte opposta.

Prima di arrivare al parco di Villa Litta, lungo il viale Affori, da un giardinetto misero si vedono emergere già da lontano dei magnifici BAGOLARI. Uno, completamente addossato al muro verso il fondo ha una circonferenza del tronco di 5 metri ma soprattutto un portamento regale. Poco più avanti, sull’angolo della strada che porta al parco, un PLATANO dal tronco e dalle radici possenti dilaga sul marciapiede. Una meraviglia con circonferenza di 7 metri. I PLATANI ed i BAGOLARI sono i protagonisti assoluti anche nel parco di villa Litta, dentro i cui locali c’è invece la biblioteca. I bagolari sono fra gli alberi più belli in inverno, perché hanno una chioma a globo, con la parte più periferica dai ramoscelli tanto numerosi e fitti da farlo sembrare un soffione. Questo, naturalmente, quando non li si strazia come è pessima abitudine di troppi incompetenti.

Nel centro di Milano, passando attraverso l’Accademia di Brera o il piccolo ingresso in via Gabba, si entra nell’Orto Botanico, sorprendente per la sua collocazione fra i grandi palazzi signorili. L’Edificio dell’Accademia, del Museo e della Biblioteca, nella parte che dà sull’Orto ha tre strette torri cilindriche ed è coronato dall’antico osservatorio che ha generato un figlioletto nel 1870, vicino ad una vasca per la raccolta dell’acqua piovana che scende dalle sue grondaie. E’ un cilindro alto all’incirca tre metri, dalla base in mattoni e la parte superiore in rame, che serviva da osservatorio per la triangolazione dei pianeti. Maschio e femmina di GINKGO BILOBA, piantati nel 1775 vivono vicini al muro di cinta sul fondo. Questo genere d’albero è tanto antico da essere chiamato fossile vivente. E’ raro trovare una femmina di questo albero in un giardino, perché i suoi numerosi frutti, delle dimensioni di piccole prugne, hanno un odore molto sgradevole quando marciscono a terra. I semi sono gustosi se tostati. Il ginkgo ha ottime proprietà antiossidanti e migliora la memoria. Le sue bellissime foglie a ventaglio, che crescono direttamente sui rami principali e non sui pochi ramoscelli secondari, in autunno diventano di un bel giallo intenso prima di cadere, tutte nel giro di pochissimi giorni. Gli alberi maschi si riconoscono dal loro aspetto slanciato, mentre le femmine sono più tondeggianti. Sono resistentissimi, tanto che un esemplare carbonizzato dalla bomba atomica esplosa ad Hiroshima nel 1944, dopo 3 anni ha fatto spuntare dalle sue radici un nuovo germoglio, diventato un albero che ancora vive. Imponente è anche il NOCE DEL CAUCASO, con le sue foglie pennate, gli elegantissimi frutti penduli e una circonferenza del fusto intorno ai 5 metri. Alto e armonioso è il TIGLIO e curiosa è la forma della base del fusto di uno degli AILANTI. Dopo la sua riqualificazione l’Orto Botanico è davvero molto piacevole.

Passando a Robecco sul naviglio, i grandi alberi di una villa danno subito il desiderio di fermarsi. Seguendo il naviglio a piedi, si è presi dalla bella atmosfera, che fa pensare alle ville sul Brenta, in Veneto, per il susseguirsi di antiche dimore, fra cui la casa Sironi Morelli del 18° secolo, a cui appartiene il parco, che invece di una recinzione ha un piccolo fossato a proteggerlo in quel punto. E’ così interamente visibile un bel GINKGO BILOBA centenario, con le foglie a ventaglio che in autunno diventano di un giallo molto brillante. E’ uno degli alberi più antichi e resistenti al mondo.

giardino di Porta Venezia

giardino di Porta Venezia

 

 A Cuggiono, nella zona del Parco del Ticino, che da Milano si può raggiungere in direzione Ovest verso Novara, al n. 3 di via Garibaldi in un giardino privato, ci sono alberi di un certo pregio. Tra gli altri si vede anche dalla strada una TUJA GIGANTE o TUJA PLICATA, alta 30 m. e con la circonferenza del tronco di circa 5. La tuja è parente asiatica del cipresso mediterraneo e, nell’aspetto, di quello americano di Lawson che è della famiglia Chamaeciparis. I tre sempreverdi hanno caratteristiche ben diverse nel loro portamento, pur avendo le stesse foglie, simili a ramoscelli. Il cipresso mediterraneo è tutto chiuso su sé stesso, col fusto centrale ben diritto che emette rami piccoli e incurvati verso l’alto facendogli assumere l’aspetto che ha la fiamma di una candela. Il suo colore verde scuro completa l’effetto di austera eleganza. La tuja, invece, è più aperta, con una sagoma a uovo e le foglie erette orientate in modo diverso, così da dare un’impressione di vivacità e curiosità. Il cipresso di Lawson ha la chioma più ariosa, con i rami che si discostano dal tronco, il fogliame pendulo, con effetto piangente ed il colore tendente all’argenteo. La tuja gigante, però, gli somiglia moltissimo pur non avendo due sue caratteristiche: l’odore fra quello del limone e quello del prezzemolo e delle sottili linee bianche sulla pagina inferiore delle foglie.

A Cuggiono, prima di arrivare alla sede del municipio nell’antica villa Annoni, in via Colombo si vedono due TIGLI sui lati opposti della strada, di cui uno ha un tronco di oltre 4 metri di circonferenza. Nel grande parco di villa Annoni ci sono un CEDRO DEL LIBANO di 200 anni, piantato subito dopo la costruzione col tronco dalla circonferenza di oltre 5 metri e l’altezza di 25. I cedri, grandi alberi dalle larghe chiome sempreverdi, si distinguono da noi soprattutto nella specie del Libano, con aghi corti e relativamente rigidi riuniti in ciuffetti, mentre i cedri deodara li hanno più lunghi e morbidi, con molti rametti penduli. Entrambi, dopo i 100 anni appiattiscono la punta. Nei pressi del laghetto, una QUERCIA FARNIA di grande bellezza ha un tronco con circonferenza di circa 4 metri. Il parco è piacevolissimo, oltre che per i molti alberi notevoli, per la parte lasciata a campagna.

Davanti al cimitero di Buscate, un CEDRO DEODARA con tronco dalla circonferenza di quasi 5 metri merita di essere visto, con la cicatrice lasciata da un fulmine su tutta la sua lunghezza.

In via Brera a Nerviano, in un’aiola fuori da una villa ci sono due GELSI BIANCHI di 500 anni, ritenuti i più vecchi della Lombardia, con i tronchi cavi dalla circonferenza di circa 4 metri e l’altezza intorno ai 10. Sono rimasti dai tempi in cui le loro foglie nutrivano i bachi da seta, allevati ovunque nelle campagne dai contadini.

A Cusano Milanino, detta città-giardino come Varese, in piazza della rosa c’è un notevole CEDRO DEODARA, anche se indicato come cedro del Libano. La differenza che si nota subito sono gli aghi più lunghi e morbidi, oltre a molti rametti penduli. Questo cedro ha una circonferenza del tronco di circa 5 metri ed un’altezza di 26.

A Sesto San Giovanni nel piccolo parco storico di villa Zorn, in via Cesare da Sesto, un PLATANO alto 30 m. e con la circonferenza del tronco di 5 si trova verso il fondo, vicino ad un BAGOLARO alto circa 25 metri col tronco dalla circonferenza di 4.

A Cernusco sul Naviglio, nel giardino della biblioteca in via Cavour c’è un perfetto BAGOLARO col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’altezza di 20. I bagolari si riconoscono dalla corteccia liscia e grigia e la gran chioma a soffione, molto bella anche d’inverno proprio per questo. Nel sobborgo di Ronco, in un giardino accanto alla chiesa si trova un CEDRO DEL LIBANO con la circonferenza del tronco di 7 metri ed un’altezza di 25, mentre lungo il muro di cinta ci sono vari TASSl probabilmente centenerari come lui ma molto più piccoli, a causa della lenta crescita.

 A Cassano d’Adda, nella piazza del castello visconteo, c’è un GELSO BIANCO di 600 anni, cavo e con una circonferenza intorno ai 4 metri e mezzo.