I miei articoli

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Monza

by 4 Marzo 2009
quercia rossa del parco di Monza

quercia rossa del parco di Monza

 

E’ davvero piacevole visitare il parco di Monza, il più grande recintato d’Europa, con 100.000 alberi di alto fusto che l’abitano. Era stato voluto agli inizi dell’800 da Napoleone come tenuta agricola. In particolare, nel giardino davanti alla Villa Reale, del ‘700, si può fare la conoscenza con alberi molto belli, italiani e stranieri, alcuni dei quali ultracentenari e monumentali. Per una visita guidata è possibile rivolgersi agli AMICI DEL VERDE, www.amicidelverde.it

Sul fianco sinistro della Villa Reale (avendola alle spalle) c’è un notevole PLATANO con circonferenza del tronco di circa 5 metri ed un’altezza intorno ai 25. Sul fianco destro della villa ci sono dei GINKGO di cui uno con circonferenza del tronco di 3 metri e, continuando a destra, verso un’uscita laterale, un TIGLIO selvatico con tronco di quasi 5 metri di circonferenza ed un’altezza di 20 ha l’aria di stare bene. Nel boschetto che costeggia il grande prato, c’è un CEDRO DEL LIBANO con una base di circa 8 metri di circonferenza, che si divide in 4 tronchi diritti, Una QUERCIA ROSSA, dalle foglie molto più grandi rispetto alle nostre querce e dalla crescita più rapida, in autunno si nota per il colore rosso delle sue foglie nel prato davanti alla villa reale. Accanto a lei un ROVERE. Entrambe hanno un tronco di consistenti dimensioni. Sulla sinistra del grande prato ci sono alcuni PINI NERI, che di nero hanno solo la fessura tra le placche bianche della corteccia, Uno di loro ha un tronco dalla circonferenza di 3 metri ed un bel portamento. Più avanti, verso il laghetto, un notevole TIGLIO ha il tronco dalla circonferenza di quasi 5 metri ed un’altezza intorno ai 20. Dal laghetto andando a destra verso l’edificio col bar, ci sono 3 CEDRI DELLA CALIFORNIA, con la corteccia rossastra, i rami dalle forme molto movimentate e le foglie simili a quelle dei cipressi. I loro frutti legnosi sembrano piccoli fiori stilizzati. Uno di loro ha un tronco con circonferenza di oltre 3 metri.

Nel giardino del palazzo Arese-Borromeo di Cesano Maderno ci sono TASSI dai tronchi che arrivano a 3,50 m. di circonferenza.

Nel centro di Lissone, in via Garibaldi troneggia una MAGNOLIA SEMPREVERDE col tronco di circa 3,50 m. In via Leonardo da Vinci, dentro e fuori il terreno della scuola media ci sono magnifici GELSI con circonferenze del tronco anche intorno ai 4 metri e una gran chioma.

A Besana, frazione Zoccorino, in aperta campagna si trova un magnifico CILIEGIO ultracentenario molto amato e visitato, che incanta ogni Aprile con la sua fioritura. In fondo a via Cascina Cremonina, oltrepassate le ultime case si può continuare in auto per qualche decina di metri. Poi occorre parcheggiare nelle vicinanze di capannoni e continuare a piedi lungo un sentiero segnalato, per circa un chilometro.

Alberi monumentali della Toscana, provincia di Pisa

by 4 Marzo 2009
quercia virginiana orto botanico di Pisa

quercia virginiana orto botanico di Pisa

 

Circa 4 km a sud di Pontedera, sulla strada che va a Peccioli, sulla destra si vede un parco privato con dei platani. E’ quello della fattoria la Cava. Su di un lato sale la strada sterrata che porta alla casa del custode, (Tel. 0587 475297) al quale occorre chiedere il permesso di visitare un enorme PLATANO che, nonostante dicano abbia solo un centinaio d’anni, sembra ben più antico per le considerevoli dimensioni. La circonferenza del tronco è di circa 5 metri e l’altezza supera i 40. I platani sono fra gli alberi più grandi che abbiamo in Italia, molto resistenti all’inquinamento e per questo impiegati per abbellire i viali cittadini. Quando vengono fatte le orribili mutilazioni chiamate potature, da gente incompetente, li si fanno ammalare e morire. La loro corteccia chiara e chiazzata, che si sfalda a placche in vari toni di colore è molto bella. Le grandi foglie palmate, in autunno diventano di un bel giallo ed arancione, prima di cadere.

All’Orto Botanico di Pisa si trovano vari alberi che superano i cent’anni, ma quelli dall’aspetto più armonioso sono un BAGOLARO, alto 27 metri e con la circonferenza del tronco di circa 4, che si vede anche dalla via porta Buozzi. Ha foglie seghettate di un verde vagamente azzurrino e frutti simili a piccole ciliegie nere, mangiate dagli uccelli, ma un tempo anche dagli uomini. La corteccia è grigia e liscia. Una bella QUERCIA VIRGINIANA sempreverde, più bassa ma con un bel tronco in parte rivestito di muschio ha la circonferenza di circa 4 metri. C’è poi un TASSO femmina, non molto voluminoso nel tronco ma con un’amplissima chioma che arriva a terra e si vede dal cancello su via Roma. Mentre i maschi portano sui rami i germogli dei fiori per tutto l’inverno, simili a minuscole sferette chiare, sotto le foglioline, le femmine mostrano solo verso fine inverno le puntine che diventeranno frutti rossi a fine estate. Sembrano bacche e sono invece morbidi arilli che avvolgono un grosso seme. Tutto è velenoso, tranne la polpa rossa dei frutti. Vicino al muro ci cinta di via Roma c’è un TIGLIO. A maggio profuma dolcemente coi suoi fiori giallini, ricchi di nettare, che le api aiutano a diventare frutti simili a noccioli di ciliege, portati lontano da un’ala a cui sono appesi.

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Pavia

by 3 Marzo 2009
ippocastani di Monticelli

ippocastani di Monticelli

Nella parte più arretrata dell’Orto Botanico di Pavia c’è un magnifico PLATANO, piantato nel 1778. E alto una cinquantina di metri ed ha una circonferenza di 7,5. Dietro di lui c’è una suggestiva vasca d’acqua circolare, nel cui centro cresce un cipresso calvo. Appena dietro il bel palazzo dell’Orto c’è una raffinata SOPHORA JAPONICA PENDULA di forse 115 anni.

Tra Borgo San Siro e Parasacco, c’è una QUERCIA CERRO di almeno 200 anni, alta circa 30 metri e con un tronco dalla circonferenza di 4. Oltre ad essere bellissima, si trova anche in un punto suggestivo, con una compagna più giovane sull’altro lato della strada. E’ all’ingresso dell’agriturismo venatorio Portalupa Ronchi, in una zona piena di canali per le risaie.

Il viale Matteotti di Pavia, nella sua passeggiata centrale, tra i vari alberi ha un PLATANO dal tronco davvero massiccio, con una circonferenza di 7 metri e un’altezza di 25. L’età è di circa 170 anni. Nelle vicinanze c’è il giardino Malaspina, con un TIGLIO di 150 anni dal tronco cavo, che su un lato è interamente rivestito di muschio. Imponente è anche un ippocastano, mentre all’esterno, a ridosso dell’edicola c’è un BAGOLARO dal tronco di 4 metri di circonferenza.

Andando da Voghera verso Casteggio con la tangenziale, dopo poco si vede in lontananza, sulla destra, la sagoma di un grande albero solitario. Fermatevi sulla piazzola che c’è pochi metri prima, per vedere un albero che, secondo la tradizione del libro Cuore, sarebbe stato quello da cui la piccola vedetta lombarda aveva avvistato gli austriaci. Non è un frassino, ma un PIOPPO GRIGIO, ibrido fra quello bianco ed il tremulo, con le foglie di quest’ultimo e il tronco chiaro. Data l’età vicina ai 200 anni, la corteccia chiara rimane solo nei rami più alti.

Un bel FRASSINO c’è invece a Voghera, nel giardinetto di piazza Meardi. Ha una circonferenza di 2,50 m. ed un’altezza di 15.

 

Nel comune di Torre d’Isola, sul bordo della strada in località Cascina Grande c’è un GELSO cavo dalla circonferenza del tronco di 5 metri. In località Boschetto, vicino ad una cappella ce n’è un altro molto bello ma quasi totalmente nascosto da altissime ortiche e piante di ogni tipo.

A Monticelli Pavese, appena arrivati da nord, all’imbocco di una strada privata che porta a dei cascinali, (cascina palazzo) ci sono due IPPOCASTANI. Uno è molto bello, sano, ampio, dell’età di circa 200 anni. L’altro è più giovane. Fortunatamente il traffico ridotto permette di guardarli con agio, così belli fra i campi. Questi alberi ad Aprile hanno i bei fiori bianchi raggruppati a piramide, che si trasformano in castagne adatte come foraggio e cura per la tosse dei cavalli.

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Sondrio

by 2 Marzo 2009
acero di Campodolcino

acero di Campodolcino

 

A Chiavenna, in piazza Pratogiano ci sono vari PLATANI giganteschi, alti fino a 36 metri e con circonferenze del tronco che raggiungono i 7 metri, dell’età di circa 200 anni. Più avanti ci sono anche degli IPPOCASTANI con tronchi di 4 metri e probabilmente la stessa età. Questi alberi sono privilegiati anche per fare ombra ai crotti, tipiche costruzioni in pietra di antica origine, a ridosso degli enormi massi di epoca glaciale, che dai loro interstizi lasciano soffiare aria alla temperatura media di 10 gradi per tutto l’anno. Nel parco dell’Immacolata, CEDRI DEL LIBANO e DEODARA hanno raggiunto notevoli dimensioni, con tronchi di circa 6 metri di circonferenza.

 Sopra Morbegno, ad Arzo, nei pressi di una bella chiesa c’è un crotto, ombreggiato da un IPPOCASTANO centenario con la circonferenza del tronco di 3,50 metri, l’altezza di 15 e una gran chioma.

Continuando fino al Albaredo, parcheggiare nello spazio in curva e scendere per 50 metri lungo la via san Marco per vedere, dietro il bel casolare tradizionale, un TASSO maschio e un AGRIFOGLIO femmina col tronco di 2,5 metri di circonferenza e l’altezza di 11, che per un arbusto è un gran traguardo. Le femmine di agrifoglio sono quelle che in autunno portano le bacche rosse, così come quelle di tasso hanno gli arilli rossi.

 Sui circa 700 m. di altitudine di Mello, nel piazzale della chiesa tra alcuni platani drasticamente potati, un ACERO DI MONTE con un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e un’altezza di 20 si è parzialmente salvato per aver tenuto i rami ben alzati.

 A Sondrio, nel giardinetto di via Fiume, c’è una SOPHORA JAPONICA col tronco che si biforca a un metro da terra, dove ha una circonferenza di circa 4 metri e un’altezza di 25. Questo tipo d’albero è resistentissimo, molto grande e bello. Fiorisce a Luglio. Nel giardino di villa Quadrio del 1918, sede della biblioteca comunale, ci sono vari CEDRI DEODARA di cui solo quello in fondo al giardino ha potuto conservare una certa bellezza, con ben più rami di quanti ne siano rimasti agli altri. Circonferenza del tronco di 4,5 metri e altezza 30. Questi cedri hanno gli aghi più lunghi e morbidi rispetto a quelli del Libano.

A Chiesa Valmalenco, a quasi 1000 m. di altitudine, nel giardino appena sotto la strada pedonale di via Roma, si vede in tutta la sua bellezza un NOCE centenario con un tronco dalla circonferenza di circa 3 m. e l’altezza di 25.

Oltrepassato Sondrio, in direzione di Bormio si trova Ponte in Valtellina. Addentrandosi nel centro del paese dalle strade strette e acciottolate, si trova un GELSO BIANCO in via Sant’Ignazio, davanti ad un edificio rurale antico e bello ma in condizioni molto precarie. Il gelso, che ha più di 400 anni ha una circonferenza di 4,50 m ed un’altezza di 10. In passato era molto diffuso perché le sue foglie nutrivano i bachi da seta.

 

crotti di Chiavenna

crotto dello zio Carlo di Chiavenna

 

Alla fine dell’abitato di Grosotto, a destra c’è la via centrale, che si riferisce alla centrale idroelettrica di inizio secolo, prima della quale c’è una SEQUOIA gigante in ottima salute, con la circonferenza del tronco di circa 5 metri e un’altezza di 30. La si vede da lontano, con la sua sagoma altissima e caratteristica.

Continuando verso Bormio, si arriva a Grosio, a circa 650 m, slm.Poco dopo si arriva a Grosio, a circa 650 m. slm. Nel parco Villa Visconti di Modrone, degli antichi alberi rimangono solo due IPPOCASTANI, di cui uno piuttosto bello.

Entrando nell’abitato, salire in direzione di Val Grosina. Arrivati al cimitero di Ravoledo si può lasciare l’auto e continuare a piedi sulla mulattiera che sale dietro il cimitero, verso Bedignolo. Dopo 10 minuti di cammino, si raggiungono alcune case rurali e una fontana. Continuare verso sinistra e dopo pochissimo si troverà un CASTAGNO dalla circonferenza di 12 metri e l’altezza di 10. Ha certamente varie centinaia di anni. E’ cavo e nella parte a valle mostra maggiormente le sofferenze subite, ma è una visita che vale assolutamente la pena di fare, anche perché ci si trova fuori dal grande passaggio di persone e dunque con un poco più di possibilità di apprezzare la sua espressività.

A Sondalo c’è un ex sanatorio degli anni ’30 diventato ospedale, interessante per il parco in cui è immerso, con conifere di vario genere tra cui un CALOCEDRO, nell’angusto spazio tra un padiglione abbandonato e un muro. E’ alto all’incirca 30 metri con un tronco dalla circonferenza di 4. Questo tipo d’albero non appartiene alla famiglia dei cedri, a cui lo si assimila solo per il profumo del legno. E’ una cupressacea con caratteristici frutti che sembrano piccoli fiori di legno con tre petali.

 Arrivati a Livigno, alla rotonda da cui partono le strade verso il centro e la periferia, andare verso quest’ultima, per circa 4 km fino al parcheggio dell’hotel Forcola. Da lì prendere la via Stebline, oltre il torrente, camminando per qualche minuto fra i larici. Appena oltrepassata la baita Stebline, guardare verso la parte alta del prato. Si vede un PINO CEMBRO che, una volta arrivati vicini, si apprezza nella bellezza del tronco con una circonferenza di 5 metri. La sua età è di circa 400 anni.

Dalla centrale via Rin di Livigno, al Bazar Longa prendere la via Pozz e, subito a destra la via Plan dala golp. Salendo la ripida strada per 15 minuti si arriva presso le baite e si vedono vari bei LARICI dal tronchi con una circonferenza di circa 4 metri, che proteggono dalle valanghe di neve.

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Varese

by 1 Marzo 2009
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noce del Caucaso di Gavirate

Luino, sul lago Maggiore, a metà circa della sua riva lombarda, ha molti alberi monumentali. L’età avanzata dei PLATANI e degli ippocastani del lungolago, che produce larghi incavi fra i grossi rami, caratterizza l’installarsi della piccola palma italiana, la chamaerops humilis, o palma di san Pietro, su di loro.

Poco più avanti, in direzione di Maccagno, dentro una proprietà ecclesiastica si vede, appena oltre il cancello un FAGGIO PENDULO armonioso, ampio, la cui età è approssimativamente di 200 anni, l’altezza di 20 m, il tronco dalla circonferenza di circa 4,50 m. Questo tipo di faggio, piantato a scopo ornamentale nei giardini, si trova per questo anche in località basse sul livello del mare, anziché alle altitudini in cui l’albero cresce spontaneamente, vale a dire tra gli 800 e i 1200 metri di altezza. E’ una varietà creata dall’uomo, con i rami che ricadono verso terra come i salici piangenti, anziché allargarsi in orizzontale, secondo la loro abitudine. I faggi che crescono ad altitudini modeste, conservano spesso parte delle foglie secche sui rami anche d’inverno. Hanno la corteccia grigia e sottile.

Il cancello seguente è quello che porta alla casa di riposo per anziani Fonte Viva, costruita negli anni 60 al posto dell’antica villa Serbelloni che aveva costituito il parco, ricchissimo di vegetazione molto variata e così ben assortita da dare l’illusione della spontaneità. Facilmente visibile perché in curva, sul bordo del viale che porta all’edificio c’è una QUERCIA ROSSA (quercus coccigea) di 150 anni, dalle foglie molto grandi che diventano rosse in autunno, prima di cadere. Presso il parcheggio del personale ci sono poi 2 palme del Cile (Jubaea spectabilis), dal tronco di 3 metri di circonferenza e un’altezza di 10, età 130 anni. Accanto, si trovano due PINI NERI di 175 anni, circ. del tronco 4,50 m, altezza 40 m. il cui fusto si biforca. Nere (da cui il nome) sono le screpolature fra le grosse placche della corteccia color grigio chiaro, quasi bianco, che ne fanno risaltare il bel disegno. Infittendosi nei rami, questi appaiono neri. Addentrandosi nella zona più bella del parco, dalla parte opposta, si incontrano due magnifici LIRIODENDRI che sovrastano una radura. Chiamati anche alberi dei tulipani, di origine americana, si riconoscono in inverno per il persistere dei loro frutti sui rami, dalla forma a fiore. I fiori veri sono simili ai tulipani e le foglie, caduche, hanno una forma insolita, detta “a testa di gatto”. Questi albero hanno un portamento che ricorda la quercia. Continuando fino ad un tempietto a cupola, si vede un grande IPPOCASTANO, riconoscibile anche senza foglie, per la corteccia a scaglie sollevate. Ha 130 anni, un tronco di circa 5 m. di circonferenza ed un’altezza di 25. I suoi bei fiori sono bianchi a pigna e le foglie disposte a raggiera intorno al picciolo. A metà del sentiero sottostante, che costeggia la strada lungo il lago, c’è una SEQUOIA di 180 anni, 30 metri di altezza e 5 di circonferenza. E’ stata purtroppo danneggiata da un fulmine. Questa è una semprevirens, che cresce molto, ma non certo come nel suo paese di origine, la California e l’Oregon dove può raggiungere i 110 m di altezza! La sequoia semprevirens ha foglie simili a quelle del tasso, mentre la giganteum le ha somiglianti a quelle del cipresso, ma pungenti e meno ramificate. Il tronco è rivestito di una spessa corteccia spugnosa, di colore rossiccio, con profonde fenditure.C’è anche una TSUGA CANADIENSIS, conifera dagli aghi corti di colore verde scuro con la pagina inferiore argentata e le piccolissime pigne alle estremità dei rametti.

Nel centro di Luino, nel giardino della comunità montana, che potrete trovare facilmente seguendo le indicazioni stradali, si vede un bellissimo RODODENDRO di 150 anni. Cresce come arbusto sulle nostre montagne o come piccolo albero nei giardini. In questo caso si tratta di una specie importata dall’Oriente . Predilige i climi freddi e, quando vive in paesi tropicali, lo fa in montagna. Suoi stretti parenti sono le azalee. La famiglia è quella delle eriche.

A Portovaltravaglia, tra Luino e Laveno, appena oltrepassato l’abitato, lungo il lago sulla sinistra c’è il parco Hermitage, non visitabile ma che dalla strada lascia vedere due alberi monumentali, fra i molti che lo rendono attraente. Vicino al cancello una bella TUJA e più lontano un CEDRO DELL’ATLANTE glauco dalla circonferenza di 8 metri e l’altezza di 35 circa. Il cedro atlantico, di origine nordafricana ha i ramoscelli ben separati gli uni dagli altri e lo si distingue in questo dal cedro del Libano che li ha raggruppati in modo da formare una specie di tettoia verde. Il cedro deodara invece, li ha relativamente raggruppati ma penduli, con l’estremità del ramo molto sottile, simile ad un dito indice teso, perché gli aghi sono più lunghi e morbidi.

 A Varese, presso la villa Panza, proprietà del FAI visitabile quasi tutto l’anno, facile da raggiungere per le numerose indicazioni stradali, ci sono alcuni alberi ultracentenari: una MAGNOLIA, del genere grandiflora, si trova a sinistra della villa. Albero sempreverde di origine nordamericana, dai grandi fiori e foglie, questo esemplare ha 200 anni circa. E’ una specie molto antica, parente del liriodendro che si trova nel prato sottostante. Una spettacolare galleria di antichi CARPINI tagliati ad arte, porta dalla villa a metà giardino. I carpini, alberi caducifogli, possono normalmente raggiungere l’altezza di 25 metri ma qui sono stati mantenuti in dimensioni molto ridotte per ottenere l’effetto architettonico che normalmente si può raggiungere anche con l’alloro o altri dal fogliame fitto. Sempre sullo stesso prato c’è un CORBEZZOLO alto 7 m e circ. 5. Questo sempreverde che non cresce mai molto in altezza, sa rigenerarsi facilmente dopo gli incendi e dunque ricolonizza bene i terreni dove si trova. E’ particolarmente bello per i suoi frutti rossi, sferici, simili a grosse ciliegie ma con la buccia come le fragole di bosco, maturi sull’albero quando compaiono i nuovi fiori in autunno, piccole campanule bianche dal delicato profumo, che ricordano i mughetti.

Relativamente vicino a villa Panza c’è il giardino pubblico Mylius, con una gran verietà di alberi molto belli, di cui alcuni monumentali: PLATANI alti circa 30 metri e con circonferenze del fusto intorno ai 4, un FAGGIO PENDULO con circonferenza del fusto di circa 5 metri e alto 20, ABETI ROSSI con circonferenza di circa 3,50 m. e altezza di 35, un TASSO con circonferenza di quasi 4 metri e l’altezza di 15, un CASTAGNO con circonferenza di 5 metri e l’altezza di 25, una FARNIA con circonferenza di 5 metri e l’altezza di 30, due SEQUOIE SEMPREVERDI con circonferenza di quasi 4 m. e l’altezza di oltre 40, un CEDRO DELL’ATLANTE con circonferenza di circa 5 e l’altezza intorno ai 30.

Il giardino di villa Baragiola, dove c’è il Museo tattile, ha una magnifica SEQUOIA GIGANTE con circonferenza del fusto di circa 6 m. e un’altezza di circa 30,

Il vicino giardino del castello di Masnago ha un FAGGIO con circonferenza del fusto di circa 5 m, vicino a un LECCIO con circonferenza di circa 4 metri, un PECCIO con circonferenza di circa 4 metri, un CORBEZZOLO dal doppio fusto, ciascuno con una circonferenza di circa 2 metri.

Il parco di Villa Augusta ha una magnifica SUGHERA con circonferenza del fusto di circa 4 metri, un CEDRO DEL LIBANO con circonferenza di circa 7 metri e un CEDRO DEODARA quasi altrettanto maestoso. un FAGGIO a più fusti, molto ampio alla base.

Nel Giardino Estense di Varese, sui due lati ci sono gallerie di CARPINI BIANCHI dai tronchi contorti e cavi, molto suggestive, mentre sulla destra, avendo alle spalle il palazzo comunale, si vedono un FAGGIO PURPUREO e un FAGGIO ASPLENIFOLIA con tronchi dalla circonferenza di tre metri,che si abbracciono con radici e fronde, davanti allo spazio giochi per bambini. Il primo ha le foglie color rosso scuro, il secondo le ha segnettate, più simili a quelle di una quercia che di un faggio, albero che spontaneamente cresce oltre i 900 m. di altitudine.

Salendo a sinistra si raggiungono i giardini di villa Mirabello, dove c’è un CEDRO DEL LIBANO dai molti rami che partono da terra, una circonferenza di 11 metri , l’altezza di 30 e una bellezza che fa sognare. Una chioma amplissima che tende all’azzurro, completa la meravigliosa vista.

Nelle vicinanze c’è un GINKGO BILOBA col tronco dalla circonferenza di 3 metri ed una forma armoniosa.

 

cipresso di Lawson

cipresso di Lawson

 

Dietro la villa un CIPRESSO DI LAWSON, che si riconosce immediatamente per la sua caratteristica di far partire dal tronco centrale, molti altri che fanno una curva a terra e poi si alzano, unendo la chioma alle altre.

Tutti questi alberi hanno all’incirca 150 anni.

Sempre a Varese il giardino di villa Toepliz, dove si trova anche il museo etnografico Castiglioni, è molto scenografico e possiede alberi monumentali come: un CASTAGNO dalla circonferenza del tronco di circa 6 m. sul fianco posteriore del museo. Un CEDRO DEL LIBANO con una circonferenza di circa 6 m. vicino al museo e un CEDRO DELL’ATLANTE verso il fondo del giardino, vicino al ponticello che porta al parcheggio. Un FAGGIO con circonferenza del fusto di circa 5 metri, un po’ prima del cedro.

Fuori Varese, sulla strada per Luino via Valcuvia, presso il caffè delle grotte di Valgamia, ci sono dei NOCI DEL CAUCASO (pterocarya fraxinifolia), ultracentenari. Sono della stessa famiglia dei noci da frutto. I loro, però, sono minuscoli e raggruppati su un lunghissimo picciolo, che li fa sembrare gioielli pendenti. Ciascun frutto ha poi due minuscole ali. Le foglie sono simili a quelle del frassino.

Sul lungo lago di Gavirate, al molo di canottaggio, un altro bellissimo NOCE DEL CAUCASO, col tronco di circa 4 metri di circonferenza e la bella chioma allargata, dà un tocco romantico a quel tratto del lago di Varese. Accanto a lui un altro esemplare un poco meno imponente.

Ad Ispra, nel parco della Casa di don Guanella, palazzo settecentesco adesso adibito a seminari e congressi, si trovano vari alberi pluricentenari, tra cui due OLEA FRAGRANS o OSMANTI, alberelli da fiore per giardino che qui raggiungono i 10 metri di altezza. Sono sempreverdi dalle fittissime foglie e dai piccoli fiori bianchi molto profumati. Qui fioriscono tra agosto e settembre, mentre in altri luoghi questo avviene ad ottobre.

Presso l’ex monastero di Torba, vicino a Tradate, altra proprietà del FAI, un bell’albero di AMARENE (Prunus cerasus) di circa 80 anni. Ha una spettacolare fioritura bianca. La pianta gradisce gli inverni freddi.

 

Alberi monumentali delle Marche, provincia di Ancona

by 28 Febbraio 2009
quercia di Fabriano

quercia di Fabriano

 

A Filottrano si scende verso valle per risalire la ripida via Circumaglio, arrivando fino ad un’azienda agricola che un tempo ospitava una grande farnia, morta 15 anni fa. Adesso ce n’è una molto bella ma non ancora altrettanto importante. Vale la pena, però, di vedere tre GELSI BIANCHI che sembrano sculture e che, pur non essendo di grandi dimensioni hanno almeno 100 anni. Fino all’ultima guerra mondiale i gelsi erano coltivati per poter dare il loro fogliame in pasto ai bachi da seta, ma questi sembrano essere stati utilizzati per fare ombra ed abbellire l’aia.

Nella parte Nord di Fabriano, al bivio per Nebbiano, via Martiri del 22 Giugno 44, si vede una QUERCIA ROVERELLA di circa 300 anni, alta oltre 20 metri ed un tronco dalla circonferenza di circa 5 metri. Ha una forma così classica da suggerire l’idea di un modello d’albero. La roverella ha radici profonde e dunque molta stabilità sui terreni. Purché si tenga conto che queste hanno bisogno di respirare e dunque non si comprima troppo il terreno, oltre naturalmente ad evitare di tagliarle, consentono all’albero di rimanere sano e solido. Occupano uno spazio molto esteso oltre la chioma.