I miei articoli

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Lecco

by 8 Marzo 2009

Culmine di San Pietro – abete a candelabro

Nel chiostro della benedettina, romanica abbazia di Piona, si trova un ALLORO più che centenario, col tronco dalla circonferenza di 3 metri. La pianta, che di solito non supera la taglia di un alberello, ha qui un’età e dimensioni notevoli. Le sue proprietà medicinali sono purificatrici. Per questo le antiche profetesse greche ne bruciavano o masticavano le foglie prima di vaticinare.

A Varenna, sulla piazza dell’imbarcadero ci sono due CEDRI DEODARA di cui uno molto bello, Nel giardino della villa Monastero,  aperto da marzo a ottobre, c’è una MAGNOLIA SEMPREVERDE di 400 anni, col tronco dalla circonfereza di circa 6 metri, un CALOCEDRO col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri, vari CIPRESSI con circonferenze simili. una PALMA DEL CILE con circonferenza di circa 2 metri.

Da Barzio si sale verso Culmine San Pietro a 1300 metri di altitudine dove, dietro la chiesetta seicentesca c’è un antico roccolo abbracciato da un FRASSINO con la circonferenza del tronco di 3 metri. A pochi metri, uno spettacolare ABETE a candelabro con 9 bracci, ha la circonferenza del tronco di circa 4 metri. L’età dei due alberi è calcolabile tra i 100 ed i 200 anni.

Da Margno è possibile prendere la funivia per il Pian delle Betulle, circondato da boschi di larice, a 1480 m slm con stazione sciistica. Dietro la chiesina si trova un lieve rilievo con BETULLE pendule di età avanzata di cui la veterana, dalla circonferenza di circa 3 m nel suo tronco biforcuto e altezza 19, si trova vicino al campetto di bocce. Anche se le dimensioni non sono notevoli, l’elegante forma del tronco ingrigito ed i sottilissimi rami, ricoperti di licheni, creano un’atmosfera suggestiva.. Le bellissime betulle dal tronco bianco e dalle foglie triangolari che in autunno diventano color giallo oro, hanno molte proprietà curative.

Ad Olgiate Molgora, davanti alla villa Sommi Picenardi, circondata da un bel parco, un PLATANO orientale di circa 130 anni, dalla circonferenza del tronco di 9 metri, fra i più grandi d’Italia, dà un senso di grandiosità davvero notevole. Lo si vede bene anche dalla strada ma, se si vuole visitare il parco, occorre prendere appuntamento.

oleandro a Pescarenico

oleandro a Pescarenico

 

A Lecco, nella frazione di Pescarenico dove è stato ambientato il celebre romanzo “I promessi sposi” continuando lungo il lago verso sud, poco dopo aver superato dei salici piangenti, si trova un PIOPPO GRIGIO molto bello con circonferenza del fusto intorno ai 4 metri . In città, di fronte ad una scuola, in via Pizzi, in un giardinetto c’è un FAGGIO PENDULO con tronco dalla circonferenza di 3 metri, davvero molto bello. I faggi, che di norma vivono tra i 1000 e i 1200 metri, spesso vengono piantati nei giardini delle ville, soprattutto nella spettacolare varietà pendula, coi rami che toccano terra.

 A Malgrate, vicino al porticciolo ci sono due IPPOCASTANI di oltre 150 anni con la circonferenza del tronco di circa 4 metri e un’altezza di 20.

 A Merate, in via Allende n.3, nel cortile di una villa c’è un’enorme SEQUOIA GIGANTE, a cui sono stati tagliati i rami bassi e la punta, così che si nota la mole, più che la bellezza di un albero messo a dimora nel luogo meno idoneo, dato che per sua natura può arrivare, nei secoli, ai 100 metri di altezza, con un tronco in proporzione.

Sempre a Merate, nella strada sotto l’osservatorio astronomico, sul bordo dello stagno San Rocco, ci sono CIPRESSI CALVI alti oltre 35 metri, con tronchi con circonferenza di 4,5 m. circa. In città li conoscono erroneamente come sequoie, perché hanno il fogliame che in autunno diventa fulvo prima di cadere come fanno le metasequoie. Ma le pigne e la forma delle foglioline, oltre che gli pneumatofori (radici emergenti a pinnacolo) li rendono inconfondibili. Sono originari della Florida, dove crescono nelle paludi, spesso immersi in acqua. Per respirare meglio, le radici fanno spuntare dei tronchetti verso l’alto, che sembrano nanetti di legno. Coi cipressi non hanno in comune se non i frutti, galbuli legnosi. In autunno le loro foglioline leggere diventano di un rosso fulvo davvero magnifico.

Ancora a Merate, vicino al cimitero, c’è un parco pubblico, adesso separato dalla villa privata originaria. Il “cannocchiale” di CIPRESSI ne ha di molto imponenti, con fusti di 4,50 m. circa di circonferenza. Anche i PINI DOMESTICI hanno misure ragguardevoli del pari.

A Verderio Superiore, nel mezzo di una rotonda si trova un magnifico PLATANO ultracentenario con il tronco dalla circonferenza di circa 6 metri e una gran chioma.

 A Introbio, nel parco della villa di inizio novecento che adesso ospita il municipio e la biblioteca, si trova un FAGGIO rosso dal gran tronco e vigorose radici in parte fuori terra, che pur avendo meno di 100 anni ha dimensioni e portamento notevoli.

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Lodi

by 7 Marzo 2009
parco di Lodi

parco di Lodi

 

Un po’ fuori dal centro storico di Lodi si trova il parco di villa Braila, sede della biblioteca ragazzi. Fra i molti alberi notevoli, quelli nelle migliori condizioni sono due grandi CEDRI DEODARA, dai tronchi col diametro di circa 5 metri e l’altezza di 36, un BAGOLARO dal tronco con circonferenza di circa 4 metri rivestito di muschio ed una QUERCIA FARNIA, circondata da cespugli e due CIPRESSI CALVI alti una trentina di metri. Bello anche un PINO DELL’HIMALAYA, con i suoi lunghi aghi glauchi. Il bagolaro, dalla corteccia grigia, ha per frutti delle ciliegine nere, farinose, mangiate dagli uccelli. La farnia ha le foglie lobate come le altre querce, ma col picciolo cortissimo ed una forma a clava. I cipressi calvi hanno foglioline sottili e morbide, color verde chiarissimo, che in autunno diventano di un magnifico fulvo, prima di cadere. Sono originari delle paludi della Florida, dove per respirare meglio, le radici sommerse dall’acqua fanno spuntare dei tronchetti verticali. Qui non ci sono, dato che crescono in un terreno asciutto.

Poco lontano, nel mezzo del viale Agnelli, uno spazio pedonale è reso gradevole da vari alberi, gelsi, aceri negundi, ippocastani e TASSI, modellati a cono. Il penultimo è il più grande e, probabilmente, il più antico. Ha una tale quantità di rami che è impossibile vedergli il tronco. Il sempreverde tasso cresce molto lentamente, resiste in modo eccellente alle potature e per questo spesso lo si modella in forme scultoree. Anche l’inquinamento ha meno effetto su di lui che su altri. E’ interamente velenoso. Ha sessi distinti su esemplari diversi e le femmine, verso l’autunno portano piccoli frutti rossi mangiati dagli uccelli.

A 3 chilometri da Maleo, nella cascina Ronchi c’è un insolito CACO SELVATICO col tronco dalla circonferenza di quattro metri circa ed un’altezza di 15. La recente perdita di un grosso ramo ha rivelato la carie del tronco cavo. Avrebbe bisogno di cure e sostegni

A ridosso del castello di Somaglia, un IPPOCASTANO alto 30 metri, con un tronco dalla circonferenza di 5 e la probabile età di 200 anni, arriva a stendere qualche ramo fin sul tetto.

Il minuscolo paesino di Maccastorna ha il viale che conduce al castello, bordato di FARNIE e, al centro della piazzetta un GELSO col tronco cavo dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’età che potrebbe essere intorno ai 150.

Fuori san Rocco al Porto ma all’interno della via Emilia, dopo una rotonda che porta al centro commerciale, sul bordo della strada si vede, tutto solo, un magnifico PIOPPO CIPRESSINO alto 35 m. con un tronco dalla circonferenza di 5 che è rimasto miracolosamente intatto e mostra tutta la sua bellezza.

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Mantova

by 6 Marzo 2009
platano di Pioppino

platano di Pioppino

 

Il giardino di porta Pradella a Mantova è all’interno di una grande rotonda, ma gli alberi secolari che vi si trovano e i resti di alcuni arredi dimostrano la sua nobile origine. Vi si trova, proprio sul margine, una MACLURA POMIFERA inclinata, con un tronco dalla circonferenza di 4 m. E’ una pianta importata in Italia dall’America nell’ottocento per sostituire i gelsi e i bachi da seta malati che si nutrivano delle loro foglie. Le femmine portano frutti gialli simili a pompelmi. Su un altro margine ci sono due CIPRESSI CALVI col tronco di 4 m. di circonferenza, mentre un gruppetto più giovane è a poca distanza da loro. C’è anche un GINKGO con una circonferenza del tronco di circa 4,5 metri, riconoscibile dalle foglie a ventaglio. Sulla piccola rotonda si trova un OLMO con una circonferenza del tronco di 4 m., con le sue caratteristiche piccole foglie seghettate su ramoscelli sottili.

All’incirca al km 10,300 della strada che porta a Goito, venendo da Mantova sulla sinistra si trova la via per il Parco Bertone, aperto solo la domenica dei mesi estivi o in altri giorni. Dopo due chilometri di rettilineo, sulla curva c’è il parco molto bello anche per le cicogne che vi nidificano. L’albero più noto è un magnifico GINKGO BILOBA di circa 200 anni, alto 40 metri, con un tronco dalla circonferenza intorno ai 4,5 m. Anche i BAGOLARI sono notevoli, con tronchi intorno ai 4 metri e altezze intorno ai 30. Un NOCE NERO notevolissimo, è caduto nell’estate 2013 e giace conla base del tronco rovesciata, simile ad un sole oscuro.

Volta Mantovano è la cittadina dei BAGOLARI. Uno scenografico emiciclo di questi alberi, piantati negli anni 30 per consolidare il terreno davanti alla chiesa principale, si è sviluppato notevolmente grazie all’abbondante acqua delle falde. Dietro l’ospedale ce n’è uno dalla circonferenza del tronco di ben 6 metri ed un’età di almeno 400 anni, con la chioma a soffione integra e bellissima. I bagolari sono alberi dalle possenti radici, molto frugali e resistenti, dai frutti simili a ciliegine nere, mangiate dagli uccelli.

Nello stesso comune, all’interno dell’agriturismo Monte Roccolo, in strada Bezzetti, c’è un roccolo di CIPRESSI. Il roccolo è un insieme di alberi disposti in modo da servire da posatoio agli uccelli, che un tempo venivano così catturati con sottili reti di cotone nascoste. In passato venivano venduti, oggi si studiano e poi si rilasciano. Questo roccolo si riconosce anche dalla strada, dove si vedono gli alberi in cerchio serrato.

A Cereta, frazione di Volta Mantovana, via Borgo Tirolo, sul terreno del centro ippico Mimosa c’è un GELSO DA CARTA dalla circonferenza di circa 5 metri. Ha foglie spesse e vellutate, di forme diverse e sessi distinti.

Nella località Pioppino, lungo la strada principale da cui si accede anche a Redondesco, poco dopo sulla sinistra si vede uno scenografico PLATANO in mezzo ad un campo. La circonferenza del suo tronco è di circa 5 metri.

Nella frazione Vigoreto, confinante con Sabbioneta, vicino al muro di cinta di una villa adesso ristorante, un GINKGO BILOBA dalla circonferenza del tronco di circa 5 metri è visibile anche da lontano. Questo albero è molto bello quando è rivestito delle sue foglie a ventaglio, ma in inverno è fra i pochi ad essere poco attraente perché i suoi rami hanno un disegno ben poco articolato. Inoltre, le potature che gli hanno fatto hanno aggravato la situazione. Questo è l’unico difetto di un albero resistentissimo, che ci viene dall’epoca giurassica e che ha molte proprietà curative. I frutti delle femmine, se lasciati marcire a terra puzzano. In Cina e Giappone, da cui l’albero proviene,  i noccioli vengono  tostati e mangiati perché ottimi.

 La frazione Cesole, del comune di Marcaria, si raggiunge oltrepassando Campitello di qualche chilometro. Nell’abitato c’è un grande piazzale circondato da alberi, dove si svolta a destra in direzione del fiume Oglio. Quando lo si raggiunge, invece di attraversare il ponte di barche, si svolta a sinistra e ben presto si vede l’agriturismo La Motte, che ospita pescatori stranieri del micidiale pesce siluro. Dietro gli edifici ci sono magnifici PIOPPI NERI di cui uno con la circonferenza del tronco di circa 6 metri ed un’altezza intorno ai trenta. I pioppi neri hanno in realtà solo la corteccia color marrone scuro e foglie lucide, robuste, triangolari, che in autunno si fanno di un giallo brillante. I pioppi bianchi hanno le cortecce e un lato delle foglie davvero bianche.

 Se invece di oltrepassare Campitello si gira a sinistra per Gazzuolo, passato il ponte si continua fino a trovare una rotonda, dove si svolta a sinistra verso Viadana. Dopo circa 4 chilometri si vede, facendo attenzione, una stradina stretta a sinistra. Appena si allarga, parcheggiare ed entrare a piedi nella cascina dove, chiedendo il permesso ai cortesi giovani proprietari, si può svoltare verso i campi a destra e subito a sinistra, costeggiando un fossatello per raggiungere una magnifica QUERCIA FARNIA dal tronco con circonferenza di circa 4,50  m. E’ perfetta. Per raggiungerla si può andare anche a Commessaggio e, dall’Agriturismo Corte Erbatici si prende il sentiero che costeggia il canale, fino all’argine del fiume Oglio, sul quale si trova.

 

 

 

 

 

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Milano

by 5 Marzo 2009

tassodio di porta Venezia a Milano

 

Uno dei giardini pubblici più belli, suggestivi e ricchi di Milano, a pari merito con quello del Sempione, dietro il Castello Sforzesco, è senz’altro quello conosciuto come Montanelli o di porta Venezia realizzato nella seconda metà dell’ottocento nella forma attuale, con parti settecentesche nella struttura. Lungo il suo perimetro ci sono l’interessantissimo museo di scienze naturali ed altri correlati al tema. In autunno, ancora fino a fine Novembre, vedere i CIPRESSI CALVI o TASSODI, intorno al laghetto, quando sono di colore fulvo è davvero emozionante. Il più imponente è alto quasi 30 metri ed ha una circonferenza del tronco di circa 6 metri. Ci sono anche notevoli PLATANI, di cui uno molto importante sulla sinistra uscendo dal parco dove ci sono le statue nel prato. Anche due BAGOLARI sono degni di nota, con tronchi dalla circonferenza di circa 5 metri: uno all’ingresso fra via Manin e bastioni di Porta Venezia e uno un poco più a nord del tassodio più grande, dove c’è anche una QUERCIA ROSSA che purtroppo ha subito pesanti interventi ai rami. Sul grande prato a destra c’è anche un CEDRO DEODARA centenario.

Il parco Sempione, costituito cent’anni fa circa, ha una CATALPA con un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri lungo il fianco destro del castello. Un NOCE DEL CAUCASO con una circonferenza di circa 4 m. sui bordi dello stagno nella parte più larga. Il noce del Caucaso si riconosce dalle foglie pennate e dai frutti che sembrano lunghissimi pendenti, la catalpa per le sue grandi foglie pelose ed i baccelli che ha come frutti, dopo aver avuto fiori bianchi abbondanti e vistosi. Un IPPOCASTANO con circonferenza di circa 4,5 metri si trova attraversando il viale a destra della biblioteca e BAGOLARI imponenti sono vicini all’opera di Arman, dalla parte opposta.

Prima di arrivare al parco di Villa Litta, lungo il viale Affori, da un giardinetto misero si vedono emergere già da lontano dei magnifici BAGOLARI. Uno, completamente addossato al muro verso il fondo ha una circonferenza del tronco di 5 metri ma soprattutto un portamento regale. Poco più avanti, sull’angolo della strada che porta al parco, un PLATANO dal tronco e dalle radici possenti dilaga sul marciapiede. Una meraviglia con circonferenza di 7 metri. I PLATANI ed i BAGOLARI sono i protagonisti assoluti anche nel parco di villa Litta, dentro i cui locali c’è invece la biblioteca. I bagolari sono fra gli alberi più belli in inverno, perché hanno una chioma a globo, con la parte più periferica dai ramoscelli tanto numerosi e fitti da farlo sembrare un soffione. Questo, naturalmente, quando non li si strazia come è pessima abitudine di troppi incompetenti.

Nel centro di Milano, passando attraverso l’Accademia di Brera o il piccolo ingresso in via Gabba, si entra nell’Orto Botanico, sorprendente per la sua collocazione fra i grandi palazzi signorili. L’Edificio dell’Accademia, del Museo e della Biblioteca, nella parte che dà sull’Orto ha tre strette torri cilindriche ed è coronato dall’antico osservatorio che ha generato un figlioletto nel 1870, vicino ad una vasca per la raccolta dell’acqua piovana che scende dalle sue grondaie. E’ un cilindro alto all’incirca tre metri, dalla base in mattoni e la parte superiore in rame, che serviva da osservatorio per la triangolazione dei pianeti. Maschio e femmina di GINKGO BILOBA, piantati nel 1775 vivono vicini al muro di cinta sul fondo. Questo genere d’albero è tanto antico da essere chiamato fossile vivente. E’ raro trovare una femmina di questo albero in un giardino, perché i suoi numerosi frutti, delle dimensioni di piccole prugne, hanno un odore molto sgradevole quando marciscono a terra. I semi sono gustosi se tostati. Il ginkgo ha ottime proprietà antiossidanti e migliora la memoria. Le sue bellissime foglie a ventaglio, che crescono direttamente sui rami principali e non sui pochi ramoscelli secondari, in autunno diventano di un bel giallo intenso prima di cadere, tutte nel giro di pochissimi giorni. Gli alberi maschi si riconoscono dal loro aspetto slanciato, mentre le femmine sono più tondeggianti. Sono resistentissimi, tanto che un esemplare carbonizzato dalla bomba atomica esplosa ad Hiroshima nel 1944, dopo 3 anni ha fatto spuntare dalle sue radici un nuovo germoglio, diventato un albero che ancora vive. Imponente è anche il NOCE DEL CAUCASO, con le sue foglie pennate, gli elegantissimi frutti penduli e una circonferenza del fusto intorno ai 5 metri. Alto e armonioso è il TIGLIO e curiosa è la forma della base del fusto di uno degli AILANTI. Dopo la sua riqualificazione l’Orto Botanico è davvero molto piacevole.

Passando a Robecco sul naviglio, i grandi alberi di una villa danno subito il desiderio di fermarsi. Seguendo il naviglio a piedi, si è presi dalla bella atmosfera, che fa pensare alle ville sul Brenta, in Veneto, per il susseguirsi di antiche dimore, fra cui la casa Sironi Morelli del 18° secolo, a cui appartiene il parco, che invece di una recinzione ha un piccolo fossato a proteggerlo in quel punto. E’ così interamente visibile un bel GINKGO BILOBA centenario, con le foglie a ventaglio che in autunno diventano di un giallo molto brillante. E’ uno degli alberi più antichi e resistenti al mondo.

giardino di Porta Venezia

giardino di Porta Venezia

 

 A Cuggiono, nella zona del Parco del Ticino, che da Milano si può raggiungere in direzione Ovest verso Novara, al n. 3 di via Garibaldi in un giardino privato, ci sono alberi di un certo pregio. Tra gli altri si vede anche dalla strada una TUJA GIGANTE o TUJA PLICATA, alta 30 m. e con la circonferenza del tronco di circa 5. La tuja è parente asiatica del cipresso mediterraneo e, nell’aspetto, di quello americano di Lawson che è della famiglia Chamaeciparis. I tre sempreverdi hanno caratteristiche ben diverse nel loro portamento, pur avendo le stesse foglie, simili a ramoscelli. Il cipresso mediterraneo è tutto chiuso su sé stesso, col fusto centrale ben diritto che emette rami piccoli e incurvati verso l’alto facendogli assumere l’aspetto che ha la fiamma di una candela. Il suo colore verde scuro completa l’effetto di austera eleganza. La tuja, invece, è più aperta, con una sagoma a uovo e le foglie erette orientate in modo diverso, così da dare un’impressione di vivacità e curiosità. Il cipresso di Lawson ha la chioma più ariosa, con i rami che si discostano dal tronco, il fogliame pendulo, con effetto piangente ed il colore tendente all’argenteo. La tuja gigante, però, gli somiglia moltissimo pur non avendo due sue caratteristiche: l’odore fra quello del limone e quello del prezzemolo e delle sottili linee bianche sulla pagina inferiore delle foglie.

A Cuggiono, prima di arrivare alla sede del municipio nell’antica villa Annoni, in via Colombo si vedono due TIGLI sui lati opposti della strada, di cui uno ha un tronco di oltre 4 metri di circonferenza. Nel grande parco di villa Annoni ci sono un CEDRO DEL LIBANO di 200 anni, piantato subito dopo la costruzione col tronco dalla circonferenza di oltre 5 metri e l’altezza di 25. I cedri, grandi alberi dalle larghe chiome sempreverdi, si distinguono da noi soprattutto nella specie del Libano, con aghi corti e relativamente rigidi riuniti in ciuffetti, mentre i cedri deodara li hanno più lunghi e morbidi, con molti rametti penduli. Entrambi, dopo i 100 anni appiattiscono la punta. Nei pressi del laghetto, una QUERCIA FARNIA di grande bellezza ha un tronco con circonferenza di circa 4 metri. Il parco è piacevolissimo, oltre che per i molti alberi notevoli, per la parte lasciata a campagna.

Davanti al cimitero di Buscate, un CEDRO DEODARA con tronco dalla circonferenza di quasi 5 metri merita di essere visto, con la cicatrice lasciata da un fulmine su tutta la sua lunghezza.

In via Brera a Nerviano, in un’aiola fuori da una villa ci sono due GELSI BIANCHI di 500 anni, ritenuti i più vecchi della Lombardia, con i tronchi cavi dalla circonferenza di circa 4 metri e l’altezza intorno ai 10. Sono rimasti dai tempi in cui le loro foglie nutrivano i bachi da seta, allevati ovunque nelle campagne dai contadini.

A Cusano Milanino, detta città-giardino come Varese, in piazza della rosa c’è un notevole CEDRO DEODARA, anche se indicato come cedro del Libano. La differenza che si nota subito sono gli aghi più lunghi e morbidi, oltre a molti rametti penduli. Questo cedro ha una circonferenza del tronco di circa 5 metri ed un’altezza di 26.

A Sesto San Giovanni nel piccolo parco storico di villa Zorn, in via Cesare da Sesto, un PLATANO alto 30 m. e con la circonferenza del tronco di 5 si trova verso il fondo, vicino ad un BAGOLARO alto circa 25 metri col tronco dalla circonferenza di 4.

A Cernusco sul Naviglio, nel giardino della biblioteca in via Cavour c’è un perfetto BAGOLARO col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’altezza di 20. I bagolari si riconoscono dalla corteccia liscia e grigia e la gran chioma a soffione, molto bella anche d’inverno proprio per questo. Nel sobborgo di Ronco, in un giardino accanto alla chiesa si trova un CEDRO DEL LIBANO con la circonferenza del tronco di 7 metri ed un’altezza di 25, mentre lungo il muro di cinta ci sono vari TASSl probabilmente centenerari come lui ma molto più piccoli, a causa della lenta crescita.

 A Cassano d’Adda, nella piazza del castello visconteo, c’è un GELSO BIANCO di 600 anni, cavo e con una circonferenza intorno ai 4 metri e mezzo.

Alberi monumentali della Lombardia, provincia di Monza

by 4 Marzo 2009
quercia rossa del parco di Monza

quercia rossa del parco di Monza

 

E’ davvero piacevole visitare il parco di Monza, il più grande recintato d’Europa, con 100.000 alberi di alto fusto che l’abitano. Era stato voluto agli inizi dell’800 da Napoleone come tenuta agricola. In particolare, nel giardino davanti alla Villa Reale, del ‘700, si può fare la conoscenza con alberi molto belli, italiani e stranieri, alcuni dei quali ultracentenari e monumentali. Per una visita guidata è possibile rivolgersi agli AMICI DEL VERDE, www.amicidelverde.it

Sul fianco sinistro della Villa Reale (avendola alle spalle) c’è un notevole PLATANO con circonferenza del tronco di circa 5 metri ed un’altezza intorno ai 25. Sul fianco destro della villa ci sono dei GINKGO di cui uno con circonferenza del tronco di 3 metri e, continuando a destra, verso un’uscita laterale, un TIGLIO selvatico con tronco di quasi 5 metri di circonferenza ed un’altezza di 20 ha l’aria di stare bene. Nel boschetto che costeggia il grande prato, c’è un CEDRO DEL LIBANO con una base di circa 8 metri di circonferenza, che si divide in 4 tronchi diritti, Una QUERCIA ROSSA, dalle foglie molto più grandi rispetto alle nostre querce e dalla crescita più rapida, in autunno si nota per il colore rosso delle sue foglie nel prato davanti alla villa reale, con un tronco di consistenti dimensioni. Sulla sinistra del grande prato ci sono alcuni PINI NERI, che di nero hanno solo la fessura tra le placche bianche della corteccia, Uno di loro ha un tronco dalla circonferenza di 3 metri ed un bel portamento. Più avanti, verso il laghetto, un notevole TIGLIO ha il tronco dalla circonferenza di quasi 5 metri ed un’altezza intorno ai 20. Dal laghetto andando a destra verso l’edificio col bar, ci sono 3 CEDRI DELLA CALIFORNIA, con la corteccia rossastra, i rami dalle forme molto movimentate e le foglie simili a quelle dei cipressi. I loro frutti legnosi sembrano piccoli fiori stilizzati. Uno di loro ha un tronco con circonferenza di oltre 3 metri.

Nel giardino del palazzo Arese-Borromeo di Cesano Maderno ci sono TASSI dai tronchi che arrivano a 3,50 m. di circonferenza.

Nel centro di Lissone, in via Garibaldi troneggia una MAGNOLIA SEMPREVERDE col tronco di circa 3,50 m. In via Leonardo da Vinci, dentro e fuori il terreno della scuola media ci sono magnifici GELSI con circonferenze del tronco anche intorno ai 4 metri e una gran chioma.

A Besana, frazione Zoccorino, in aperta campagna si trova un magnifico CILIEGIO ultracentenario molto amato e visitato, che incanta ogni Aprile con la sua fioritura. In fondo a via Cascina Cremonina, oltrepassate le ultime case si può continuare in auto per qualche decina di metri. Poi occorre parcheggiare nelle vicinanze di capannoni e continuare a piedi lungo un sentiero segnalato, per circa un chilometro.

Alberi monumentali della Toscana, provincia di Pisa

by 4 Marzo 2009
quercia virginiana orto botanico di Pisa

quercia virginiana orto botanico di Pisa

 

Circa 4 km a sud di Pontedera, sulla strada che va a Peccioli, sulla destra si vede un parco privato con dei platani. E’ quello della fattoria la Cava. Su di un lato sale la strada sterrata che porta alla casa del custode, (Tel. 0587 475297) al quale occorre chiedere il permesso di visitare un enorme PLATANO che, nonostante dicano abbia solo un centinaio d’anni, sembra ben più antico per le considerevoli dimensioni. La circonferenza del tronco è di circa 5 metri e l’altezza supera i 40. I platani sono fra gli alberi più grandi che abbiamo in Italia, molto resistenti all’inquinamento e per questo impiegati per abbellire i viali cittadini. Quando vengono fatte le orribili mutilazioni chiamate potature, da gente incompetente, li si fanno ammalare e morire. La loro corteccia chiara e chiazzata, che si sfalda a placche in vari toni di colore è molto bella. Le grandi foglie palmate, in autunno diventano di un bel giallo ed arancione, prima di cadere.

All’Orto Botanico di Pisa si trovano vari alberi che superano i cent’anni, ma quelli dall’aspetto più armonioso sono un BAGOLARO, alto 27 metri e con la circonferenza del tronco di circa 4, che si vede anche dalla via porta Buozzi. Ha foglie seghettate di un verde vagamente azzurrino e frutti simili a piccole ciliegie nere, mangiate dagli uccelli, ma un tempo anche dagli uomini. La corteccia è grigia e liscia. Una bella QUERCIA VIRGINIANA sempreverde, più bassa ma con un bel tronco in parte rivestito di muschio ha la circonferenza di circa 4 metri. C’è poi un TASSO femmina, non molto voluminoso nel tronco ma con un’amplissima chioma che arriva a terra e si vede dal cancello su via Roma. Mentre i maschi portano sui rami i germogli dei fiori per tutto l’inverno, simili a minuscole sferette chiare, sotto le foglioline, le femmine mostrano solo verso fine inverno le puntine che diventeranno frutti rossi a fine estate. Sembrano bacche e sono invece morbidi arilli che avvolgono un grosso seme. Tutto è velenoso, tranne la polpa rossa dei frutti. Vicino al muro ci cinta di via Roma c’è un TIGLIO. A maggio profuma dolcemente coi suoi fiori giallini, ricchi di nettare, che le api aiutano a diventare frutti simili a noccioli di ciliege, portati lontano da un’ala a cui sono appesi.