I miei articoli

Alberi monumentali della Puglia, provincia di Taranto

by 8 Febbraio 2009
quercia di Martina Franca

quercia di Martina Franca

 

Nel comune di Palagiano, lungo la superstrada che da Taranto porta a Reggio Calabria, traversando il ponte per Pino di Lenne prendere la complanare in direzione di Castellaneta Marina e, quando si vede la ditta di frutticoltura Settanni, subito dopo scendere per la stradina a sinistra. Si trova a pochi metri un bellissimo PINO D’ALEPPO della possibile età di 200 anni con un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’altezza di 20. Nel sud d’Italia, al posto del pino domestico si trova il pino d’Aleppo, dagli aghi più fini e le pigne più affusolate, oltre che dalla sagoma con più rami che partono già dal basso. E’ il più resistente alla siccità ma ha radici molto superficiali che lo rendono inadatto a zone ventose.

Nel comune di Crispiano, presso la grande masseria Lamastuola, si potrà vedere un lungo viale con OLIVI di 1000 e 2000 anni espiantati dal campo dove adesso c’è un grande vigneto e ripiantati lungo la strada interna alla masseria, che si può percorrere. Sono all’incirca 2000. Per poter subire l’operazione hanno sopportato il taglio di molti rami ma la maggior parte di loro si sta riprendendo bene.

Andando da Massafra verso Martina Franca si troverà un bellissimo paesaggio campestre ed al chilometro 10 sarà impossibile mancare, sulla sinistra in mezzo ad un campo e sollevata su un rilievo, una spettacolare QUERCIA ROVERELLA che, pur non essendo molto grande, è straordinaria per la sua collocazione scenografica. Continuando per quella strada si vedranno molte querce di grande bellezza, sia in posizione solitaria che in mezzo alla vegetazione sempreverde di macchia mediterranea. Il percorso vale davvero la pena di essere fatto.

Al chilometro 53 e 400 svoltare verso “Il Vignaletto”, dove si troverà la tenuta Palesi, ricca di grandi querce. Seguendo la recinzione con un muretto a secco, si arriverà ad una gigantesca QUERCIA ROVERELLA, dai rami di particolare grossezza. Il tronco ha una circonferenza di circa 4,5 metri e l’altezza di 20. L’età è intorno ai 300 anni. Questo tipo di quercia ha le foglie a lobi e le ghiande dalla forma classica Poco più avanti c’è una QUERCIA FRAGNO col tronco di circa 3,50 m ed un’altezza di 17. Questa quercia, presente solo in Puglia, si chiama anche troiana perché originaria dei Balcani. Le sue foglie sono seghettate e le grosse ghiande hanno il cappuccio ricciuto, simile a quello dei cerri. Continuando a girare intorno alla tenuta, si troverà un LECCIO della possibile età di 400 anni, tronco dalla circonferenza di 6 m, altezza di 25. Il leccio è una quercia sempreverde dalle piccole foglie molto scure, simile alla sughera, con la pagina inferiore chiara

Passando per la vicina masseria Minco di Tata, al di sotto della strada si vedrà un grande FICO ottantenne, molto ampio.

Nella stessa Martina Franca, nel parco pubblico tra molti sempreverdi, si troverà un’EDERA di almeno 100 anni, arrampicata su un pino domestico. Il tronco è molto grosso e mostra la straordinaria capacità mimetica dell’edera che modifica l’aspetto del suo tronco a seconda di quello che l’ospita. L’edera non danneggia gli alberi se non con il suo peso, perché il nutrimento se lo procura da sola. Le sue foglie hanno forme diverse a seconda che si trovino in ombra o al sole, dove prendono una forma vagamente cuoriforme. Solo dove ci sono queste foglie spuntano i fiori e si formano i frutti, velenosi per l’uomo ma non per gli uccelli.

 

 

Alberi monumentali della Sardegna, provincia di Cagliari

by 28 Gennaio 2009
eucalipto di Capoterra

eucalipto di Capoterra

 

L’Orto Botanico di Cagliari, oltre ad alberi interessanti ha zone archeologiche suggestive e ben integrate col giardino: una cisterna a damigiana, una cava, un pozzo. Alcuni FICUS MAGNOLIOIDES di 130 anni ombreggiano la ex cava che diventa, così un punto particolarmente fresco per ripararsi in estate ed un punto adatto a spettacoli. I ficus tropicali sono apprezzati sia in Sicilia che in Sardegna per i loro tronchi e rami spettacolari, oltre all’enorme cupola sempreverde. Hanno radici aeree che scendono dai rami fino a diventare tronchi che li sostengono e permettono loro di allungarsi notevolmente. Vicino al museo c’è una PHITOLACCA DIOICA di 130 anni, albero di origine argentina che ha la caratteristica di espandere enormemente la base del tronco, ha una circonferenza di circa 9 metri ad un’altezza di 130 cm e molto di più a livello del suolo. C’è un CARRUBO col tronco di circa 5 metri di circonferenza e un’età che si può presumere di 200 anni. E’ un sempreverde che cresce spontaneamente in compagnia degli olivi. Ha sessi distinti e le femmine danno frutti in forma di baccello marrone, con una polpa nutriente e commestibile, usata anche come surrogato del cioccolato. I semi durissimi ed estremamente regolari, un tempo erano unità di misura per i preziosi: i carati. Nelle vicinanze c’è una PALMA DA DATTERO il cui fusto ha compiuto curvature notevolissime alla ricerca della luce. Questo tipo di palma è il più diffuso a scopo ornamentale nell’Italia del centro-sud.

Nel giardino della Galleria Comunale d’Arte ci sono due FICUS MAGNOLIDES che insieme formano una grandissima cupola verde sotto la quale i fusti ed i rami hanno forme molto dinamiche.

A Sud di Capoterra, appena prima di Su Loi, all’estremità del quartiere residenziale Frutti d’oro si trova l’ EUCALIPTO CAMALDULENSIS DEHNS più grande d’Italia, con una circonferenza del tronco di circa 7 metri ed un’altezza di 30. Andando dalla piazza della chiesa in via delle capinere per poi passare nel viale di cipressi della proprietà privata, si potrà chiedere il permesso al custode per scendere fino all’estremità dove si trova il grande albero. E’ di quelli più diffusi in Italia, ma di origine australiana. In Sardegna si trovano molti eucalipti, piantati soprattutto all’inizio del ‘900 per combattere la malaria. Si credeva che gli oli balsamici di cui sono ricchi bonificassero l’aria. In realtà sono utili contro i disturbi respiratori, mentre gli alberi prosciugano i terreni paludosi e sono utili per rallentare il vento, molto presente sull’isola.

Prima di arrivare a Sadali, al km 21,600 della ss 198, su un lato si vedono una casa cantoniera ed una chiesetta, mentre sul lato opposto ci sono PIOPPI GRIGI della possibile età di 80 anni, col tronco dalla circonferenza di 4 metri e l’altezza di almeno 25. Sono una sorpresa nel paesaggio sempreverde di lecci, sughere e arbusti. Questa è una varietà che si presume un incrocio fra il pioppo bianco e quello tremulo. Le foglie hanno la forma del tremulo ma hanno la pagina inferiore bianca, mentre tronco e rami sono grigi. Dove ci sono pioppi c’è sempre abbondanza d’acqua e Sadali è la “città d’acqua” dove si trovano cascate, fontane ed un mulino molto belli.

 

Alberi monumentali della Sardegna, provincia di Carbonia-Iglesias

by 27 Gennaio 2009
olivo di Villamassargia

olivo di Villamassargia

 

Oltrepassando Villamassargia di circa 4 km in direzione di Cagliari, sulla destra si trova una strada con l’indicazione per l’agriturismo S’Ortu Mannu. Percorrendola si raggiunge presto l’oliveto storico in un paesaggio bellissimo e, ben visibile dalla strada, appare “sa reina” un olivo di almeno 800 anni, con una circonferenza di circa 9 metri ed un aspetto degno del suo nome. Ogni olivo porta una targhetta di identificazione del proprietario, nonostante il terreno sia comunale, perché al tempo in cui la zona era dominata dai pisani, nel 1200, chi innestava un olivo su un olivastro ne diventava padrone.

 

alberi monumentali della Sardegna, provincia di Nuoro

by 25 Gennaio 2009
noce ad Aritzo

noce ad Aritzo

 

Nella Sardegna regno delle querce sempreverdi, ce ne sono anche di decidue (che perdono le foglie in inverno) nella zona percorsa dalla statale 389 dir bis. Arrivando da Nuoro verso Fonni si vedono QUERCE ROVERELLE centenarie molto armoniose di cui si può ammirare comodamente un esemplare dal tronco con una circonferenza di oltre 3 metri, fermandosi al grande piazzale appena prima del paese. Le foglie lobate delle roverelle hanno la pagina inferiore rivestita di un lieve velluto, necessario per non far evaporare troppa acqua.

Continuando verso Ovoddo, all’incirca al km 126 si trova una chiesa campestre nel cui giardino vive un grande LECCIO con un tronco dalla circonferenza di circa 5 metri.

Arrivati a Tonara, svoltare a destra per raggiungere il campo sportivo ed oltrepassarlo. Da lì inizia una strada sterrata in piano verso su Calavrige e, dopo oltre 2 chilometri, appena passata una curva si vedrà il cartello di legno che indica verso l’avvallamento il bel CASTAGNO della possibile età di 400 anni, con il fusto ancora integro, dalla circonferenza di 8,50 m.

Proseguendo verso Belvì, a 600 m slm, arrivati al secondo ponte della ferrovia visibile sulla sinistra, fermarsi a destra e scendere per la stradina sterrata per alcuni metri fino al torrente. Attraversarlo e continuare verso destra fino a raggiungere un magnifico NOCE di una possibile età di 300 anni, la circonferenza di 3,50 m e lunghissimi rami orizzontali: 15 metri ciascuno. Altri noci minori sono nelle vicinanze

Nel centro del vicino paese di Aritzo, accanto alle poste si trova un magnifico OLMO MONTANO con una circonferenza di 5 metri ed un’altezza di 20. La sua età può essere intorno ai 3 secoli. Gli olmi, che erano fra gli alberi più diffusi in Italia, sono stati sterminati da una malattia, la grafiosi, causata da un coleottero che, scavando gallerie sotto la corteccia ha fatto diffondere un fungo letale per l’albero. Sembra sia stato portato con le cassette di munizioni durante l’ultima guerra, dall’America.

Dal paese si può raggiungere un bel PINO DOMESTICO della possibile età di 300 anni, facendo una bella passeggiata a piedi fra i noccioleti. Prendere via Cereda. Arrivati ad un bivio si va a destra e, raggiunta una fonte, a sinistra. Si sale poi per la stradina sterrata a sinistra e si raggiunge l’area attrezzata per pic-nic Oppinu de Addalcia. La presenza dell’albero è inconsueta nell’isola e soprattutto in quel bosco, dove forse è stato piantato da qualcuno. Si vedrà la corteccia con molti fori provocati dai picchi che mangiano gli insetti rifugiati al di sotto.

Con un’altra passeggiata si raggiunge un castagneto con alberi millenari, in località Geratzia. Partendo dalla piazza a valle del paese, con al centro una fontana, si sale per un sentiero segnalato, in direzione del cimitero, per un chilometro e mezzo e, raggiunto un cancello verde si va a destra. Dopo un breve tratto molto ripido si segue una stradina a sinistra, che porta a CASTAGNI con una circonferenza di oltre 8 metri. Gli alberi più giovani sono stati piantati dai prigionieri austriaci durante la prima guerra mondiale.

In automobile si può andare a vedere un TASSO femmina di oltre 500 anni in località Orbeddà, a circa 1200 m. slm. Per raggiungerlo si oltrepassa il paese salendo fino ad un bivio dove si prende per il passo Tascusì. Dopo 4,6 km si vede sulla destra una strada. Il cancello si può aprire per salire 1,8 km fino a raggiungere l’albero che ha una forma molto regolare a causa delle brucature di animali immuni al suo veleno.

 

Alberi monumentali della Sardegna, provincia dell’Ogliastra

by 24 Gennaio 2009

Corbezzolo di Seui

 

Proseguendo dopo Seui, dopo circa 8 km si vede la deviazione per Esterzili. Percorrerla per 2 km fino ad una strada sterrata, sulla quale bisogna camminare per 4 km fino ad un ovile, al di sotto del quale c’è un boschetto di grandi corbezzoli molto belli, di cui uno col tronco dalla circonferenza di 2 m che potrebbe avere 200 anni. I corbezzoli sono arbusti e solo quelli molto longevi diventano grandi come alberi. Sono sempreverdi che colonizzano i terreni percorsi dal fuoco ed a Dicembre portano bei fiori bianchi a campanula, contemporaneamente ai frutti tondi rossi, graditi agli uccelli. Le api col nettare producono uno squisito miele amarognolo perché la pianta è ricca di tannino, sostanza disinfettante ed insetticida.

Sempre venendo da Seui, quando si trova la deviazione per Montarbu, percorrerla fino a che si trova l’indicazione per la Caserma forestale, sulla destra. Percorrerla per circa 900 m e prendere poi a sinistra la stradina sterrata lungo la quale, camminando per 40 minuti verso Canali, in un bel bosco, si trova un grandioso LECCIO col tronco dalla circonferenza di 6 m ed un’altezza di 25 della possibile età di 400 anni. Il leccio è una quercia sempreverde tipica delle zone mediterranee,con radici profonde, che ha per frutti le ghiande di cui maiali e molti animali si nutrono. E’ fra gli alberi più diffusi in Sardegna.

Tornati sulla strada per la caserma, proseguendo si troverà una spettacolare cascata dove il calcare ha creato forme sorprendenti.

Nel comune di Urzulei si trova un bel TASSO. Dall’incrocio con la provinciale che viene dal paese e la ss.125 si sale fino a che, dopo circa 3 km si vede sulla sinistra una strada comunale che costeggia la montagna. La si segue in fuoristrada, andando sempre diritti anche quando la strada diventa sterrata, passando in mezzo alla gariga e si continua per 10 km in un paesaggio fantastico, che passa poi a lecceta con molti ginepri notevoli. Ad un bivio si prosegue ancora a destra per un chilometro e, arrivati ad un ovile, ci si ferma. Pochi passi a piedi sulla sinistra portano ad un bel TASSO dalla circonferenza di 4,50 metri, con una raggiera di radici fuori terra a la chioma allargata, bassa e pareggiata dai morsi di animali immuni al suo veleno. Questo sempreverde è infatti totalmente tossico, salvo la polpa rossa degli arilli sulle femmine, mangiati dagli uccelli col seme che si avvantaggia del passaggio nel loro intestino per attecchire meglio nel terreno, una volta rilasciato. Il pascolo di mucche, maiali ed asini impedisce però purtroppo la ricrescita degli alberi. Il legno di tasso è molto duro e compatto a causa della crescita lenta, che avviene all’ombra di altri alberi, così come fanno gli agrifogli. Un tempo serviva per farne archi e frecce.

Ci sono anche bei ginepri arborei nelle vicinanze. I tronchi di questi alberelli, che normalmente sono solo arbusti, vengono usati dai pastori per la copertura a cono della loro abitazione, come si vede nelle vicinanze. Di robustissimo ginepro sono anche le travi delle vecchie case.