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IL RISO E LA RISATA

by 4 Febbraio 2007

 

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Il riso è un’ottima medicina, sia in senso figurato (l’atto del ridere) che in quello fisico (i chicchi di riso cucinati).

Il cereale, di origine asiatica e portato in Europa prima del medioevo, è il più digeribile fra tutti. Per questo è consigliato ai malati, specialmente a quelli dell’intestino, da cui viene assimilato con una facilità superiore agli altri. Dato che non contiene glutine (presente invece nel frumento) è ottimo anche per i celiaci. Nel caso di malattie esotiche come l’ameba, che si prende bevendo acqua inquinata, una dieta stretta di riso è migliore di qualsiasi medicina. Così è per altre malattie. Il suo apprezzamento da parte dell’intestino è particolarmente importante perché è quest’organo che lavora al sistema immunitario. Chi è esposto alle infezioni se ne ricordi.

Il riso viene assorbito con gradualità, così che dà energie per un tempo molto più lungo di altri alimenti. Gli zuccheri prodotti dall’amido di riso garantiscono la durata della prestazione, quelli dello zucchero vero e proprio, solo lo sprint.

Dato che contiene poco sodio e molto potassio, assorbe l’acqua in eccesso nei tessuti, con vantaggi per la bellezza e la salute.

In passato, quando i cibi “bianchi” erano considerati più raffinati e le conoscenze scientifiche erano più ridotte, il riso quanto il frumento e lo zucchero, invece di essere lasciati il più possibile integri, con la loro buccia bigia, glie la si toglieva. E’ però nella buccia che si trova buona parte delle sostanze benefiche ed anche del gusto. Dunque, un riso nutriente, saporito ed anche piacevole da sentire sotto i denti è quello integrale, a cui sia stata tolta solo la buccia più dura ed indigesta.

Il rischio di buttare via il meglio c’è anche nel modo di cucinarlo. Va messo a freddo in una pentola (possibilmente con fondo spesso) e ricoperto d’acqua che lo oltrepassi di un centimetro se è riso che si cuoce in 20 minuti. Per quello integrale ce ne vuole di più. Appena inizia a bollire, si abbassa la fiamma e si lascia cuocere fino a che l’abbia completamente assorbita. Per le persone attente sarà facile non lasciar oltrepassare questo momento, che darà un riso squisito, anche se condito con semplice olio e delle erbe.

Le qualità medicinali del riso figurato, cioè l’atto del ridere, sono eccellenti e da accompagnare al cereale. Niente eguaglia la risata nello sbloccare le situazioni più pericolose e drammatiche. Anche la qualità del ridere va però ricercata. Un riso svuotato dei suoi migliori contenuti è un grande spreco.

 

Buono come il sale

by 4 Febbraio 2007

salina a Marsala, foto da wikipedia

Lungo le coste dei paesi caldi l’acqua marina intrappolata nelle pozze, col sole ed il vento evapora lentamente, lasciando sulla sabbia grossi cristalli bianchi di sale. Uomini ed animali lo hanno sempre leccato, rispondendo alla richiesta del corpo che  ne ha bisogno per trattenere l’acqua indispensabile al suo funzionamento. Sono state create, allora, le saline.  Nelle cittadine costiere si era attenti a non ostacolare il vento che aiutava l’evaporazione dell’acqua, evitando costruzioni troppo alte o in punti inopportuni alla sua libera circolazione. Oppure si accelerava artificialmente l’evaporazione scaldando l’acqua marina in contenitori, che in passato erano vasi o pentoloni, in fondo a cui restavano i cristalli fini. Quella che defluisce dai bacini dove si è formato il sale è chiamata “acqua madre”. È maleodorante, fangosa, ricca ancora di cloruri e solfati di sodio, potassio e magnesio, di sostanze radioattive terapeutiche, che guariscono molte malattie quando vi si immerge o se ne inalano i vapori.

In passato come adesso, in mancanza di frigoriferi gli alimenti si conservano a lungo quando sono cosparsi di sale, perché toglie l’umidità ai batteri che provocano la putrefazione, facendoli morire. Se ne conciavano le pelli, si facevano trattamenti medicinali e cerimonie religiose. Era tanto prezioso da diventare la paga dei legionari dell’antica Roma, da cui deriva la parola salario e la via salaria, dall’Adriatico verso la capitale. Montagne intere di sale si sono formate per il prosciugamento dei mari in un passato lontano. Si scavavano per estrarre il salgemma, usato anche come materiale da costruzione, in luoghi dove è sovrabbondante. Ci sono deserti di sale, immense distese piatte, asciutte, bianche e dure quanto la roccia come a Bonneville salt flats negli Stati Uniti, di 412 chilometri quadrati. Ci sono laghi chiusi in cui la concentrazione di sale è altissima e l’acqua che non lo può più contenere, lo fa precipitare sul fondo. Si forma così una crosta, che viene continuamente raschiata.

montagna di sale, opera di Mimmo Paladino – foto da wikipedia

Nelle miniere di sale ben sigillate e a clima secco, tra cui sono celebri quelle polacche ed austriache, si ha beneficio per la respirazione e per il rafforzamento della salute. Gli operai che vi lavorano sono più sani degli altri. In altre miniere con fessure e crepe, invece, dato che il sale è buon conduttore di calore, man mano che si scende in profondità la temperatura si fa sempre più elevata e sgradevole. Il cloruro di sodio è necessario agli esseri viventi per mantenere l’idratazione del corpo e per far aumentare la pressione del sangue, perché trattendendo l’acqua ne aumenta il volume e dunque la tensione. Quello marino, con  iodio, cura la malattia della tiroide chiamata gozzo, che ingrossa enormemente il collo. Mancano di iodio i cavoli, le verze e le rape, mentre il sale è contenuto già in tutti gli alimenti. La proprietà salina di assorbire l’umidità lo rende adatto a ridurre i  gonfiori, come quelli ai piedi dovuti al calore ed alla stanchezza: un pediluvio in acqua salata è di aiuto. Se si ha un’infiammazione alle gengive con conseguente mal di denti, gli sciacqui con acqua e sale sono utili. Si usano piccoli cuscini imbottiti di sale da scaldare o raffreddare, per lenire raffreddori, contrazioni, ematomi e altri problemi. È sempre stato usato anche come disinfettante sulle ferite, perchè rende impossibile lo svilupparsi dei batteri, per lo stesso principio che impedisce la putrefazione dei cibi. Scarsità di sale nella dieta rende più difficile la guarigione dei tagli. Abbassa il punto di congelamento dell’acqua, ed è per questo che si sparge sul ghiaccio, in modo da scioglierlo. È dannoso per i vegetali, però, quando l’acqua salata finisce nel terreno.Nell’acqua molto salata possono vivere dei cianobatteri, le microscopiche alghe che la colorano in varie tinte, come succede nel lago Retba, in Senegal, di colore rosa. Il giallo domina invece nelle fantastiche e bollenti saline della Dancalia, in Eritrea. Fissa i colori ai tessuti, se lo si aggiunge all’acqua bollente in cui vengono tinti. Il sale, ingrossando le molecole dell’acqua, la rende più pesante e per questo sostiene meglio i corpi che vi sono immersi.

salina in provincia di Cagliari

I mari sono salati perchè i fiumi che li alimentano portano continuamente verso la foce ciò che dilavano alle rocce e alle terre. Fino a pochi secoli fa questo non si era capito, perchè i fiumi portano acqua dolce, che solo per la continua, lunghissima evaporazione diventa salata, soprattutto vicino al caldo equatore. Mediamente ce ne sono trentacinque grammi per litro. I laghi hanno acqua dolce perchè i fiumi la ricambiano continuamente, uscendo dalla parte opposta a dove sono entrati. Nei mari relativamente chiusi come il Mediterraneo ed il Mar Rosso c’è più sale che negli oceani e in quelli che lo sono completamente, come il Mar Morto, la concentrazione è altissima, tanto che nessuna forma di vita è possibile. Tra altre sostanze, dal sale si estrae il cloro, disinfettante e sbiancante e il cloroformio, usato anche come narcotico.

Se si beve pochissima d’acqua di mare per dissetarsi, può andare bene, altrimenti ci si disidrata perchè si inverte l’osmosi fra le membrane degli organi. È possibile quando l’acqua è relativamente dolce, perché le sue molecole le attraversano, ma se diventano più grosse a causa della mescolanza col sale, non solo non ci riescono, ma attirano quelle poche ancora presenti nel corpo e tutto viene evacuato. Ad una persona disidratata occorre far bere acqua con un poco di sale, per non provocare un trauma nel troppo veloce assorbimento, che fa gonfiare le cellule. Il sale nell’acqua rende possibile il passaggio dell’elettricità, anche quella che si produce nel nostro corpo e che fa comunicare  i neuroni, senza cui non ci sarebbe attività di alcun tipo. L’allevamento degli animali si giova del sale e, nella transumanza delle pecore, i pastori sceglievano, quando possibile, dei luoghi vicino alle paludi e alle saline.  Il latte e la lana delle bestie, miglioravano la loro qualità.

Quando il sale brucia, dà un colore giallo. Il carbonato di sodio è  usato per questo colore nei fuochi artificiali. Dato che il sale assorbe l’umidità, sulle piste dei circhi se ne spande abbastanza da mantenere la terra umida, altrimenti con i molti movimenti di uomini e animali, si solleverebbe un’inopportuna polvere. Acidi ed alcali, sostanze opposte per natura, come l’acido cloridrico e la soda caustica, estremamente corrosivi, se mescolati in dosi opportune, pari al loro numero atomico (23 e 35,5), nello scontrarsi si riscaldano fino a bollire e spumeggiare. Quanto tutto si calma e si raffredda, però, si ha la sorpresa di trovare semplicemente acqua salata.

Tratto dal mio libro Acqua, aria, terra e fuoco

Aceto tuttofare

by 4 Febbraio 2007

 

Nel ‘600, quando c’era la peste, certi ladri erano riusciti a depredare gli ammalati e le loro case, senza mai essere contagiati, grazie all’aceto in cui avevano fatto macerare rosmarino, salvia, timo e lavanda e con cui si bagnavano polsi e tempie. Da allora quel tipo di aceto, dai molti impieghi, è chiamato ACETO DEI QUATTRO LADRI. Se il vino ha molte proprietà benefiche sull’organismo, quando si trasforma in acido acetico grazie all’ossigeno e ai batteri, ha ottime proprietà medicamentose, antisettiche e stimolanti, digestive, antidolorifiche, sfiammanti. E’ utile contro il mal di testa, di gola e di denti, contro le punture di insetti e bruciature di meduse, contro i virus e le infezioni. Contiene molti minerali e la vitamina A, che mantiene giovane la pelle, l’intestino e l’apparato respiratorio, la B1 e 2, utili al sistema nervoso, la C che rafforza i capillari, il sistema immunitario e le ossa. E’ sgrassante e lucidante, deodorante, emolliente, fissativo dei colori.

Per mangiare i cetrioli senza problemi digestivi, basta condirli con aceto (o limone). Una bevanda dissetante e digestiva si può fare con un cucchiaio di aceto ed una tazza d’acqua, con un po’ di miele. In inverno calda, in estate fredda.

Oltre che dal vino si può ottenere dal sidro e altre bevande a base di frutta. Ci si possono aggiungere erbe ed essenze diverse a seconda degli scopi che si vogliono ottenere. Già quello più semplice fatto col vino bianco ha impieghi interessanti anche per problemi con gli animali: per dissuadere un gatto dal farsi le unghie su certi legni di casa o dal lasciare le sue tracce territoriali, basta spruzzare aceto bianco nei luoghi da salvare. Per evitare che le galline si azzuffino tra loro, mettere dell’aceto nella loro acqua da bere. Per sviare delle formiche dalle visite in casa, spruzzarlo sul loro percorso. Serve alle piante che non gradiscono acqua e terreno calcareo. E’ un ottimo anticalcare in casa.

Moltissimi altri consigli si trovano sul sito www.uominicasalinghi.it

 

L’INDISPENSABILE BICARBONATO

by 4 Febbraio 2007

Se i contadini più poveri delle pianure del Nord Italia, nell’ottocento, avessero conosciuto i pregi del bicarbonato di sodio, avrebbero evitato la terribile malattia che ne ha sfigurati e portati al manicomio in tanti: la pellagra. Mangiavano, infatti, sempre e solo polenta di mais, l’unico cibo che si potessero permettere, nelle dure condizioni in cui vivevano. I medici sapevano che era quella misera dieta a causare il male, pur ignorandone il motivo. Il granoturco, infatti, era stato il solo alimento anche per molti contadini nativi del Nuovo Continente, da cui il cereale proveniva. Loro, però, non si ammalavano e nessuno si era preoccupato di chiedere come mai. Eppure la soluzione era semplice ed economica. Avevano sempre aggiunto all’acqua di cottura del mais un pizzico di soluzione alcalina, come lo è il bicarbonato e la cenere, per rendere assimilabile dallo stomaco umano la vitamina PP.

Il carbonato di sodio si trova sciolto in alcuni laghi e nelle saline, oltre ad essere presente negli animali quanto nelle piante. Per questo, lo si può ottenere dalle loro ceneri. E’ una polvere innocua, dalle proprietà  sorprendenti. La più spettacolare è quella di spegnere il fuoco, perché col calore sviluppa anidride carbonica, che agisce in modo contrario all’ossigeno. E’ da ricordare in caso di incendio se non c’è acqua a disposizione o ci sono cavi elettrici.

La sua reazione alle alte temperature o a sostanze acide, che lo fanno gonfiare, lo rende prezioso in cucina per far lievitare la pasta del pane o le pastelle da frittura. Sciolto in acqua facilita la digestione. La sua alcalinità lo rende utile per abbassare la durezza dell’acqua calcarea, per trattare le olive da mangiare, per ammorbidire i legumi secchi da cucinare ma anche per sciogliere l’adesione dello sporco a frutta e verdura. E’ ottimo per pulire i tessuti a secco e si usa per fare il sapone. Pulisce il lavello, togliendo sporco e calcare, potenzia lavastoviglie e lavatrice. Sempre il suo carattere alcalino contrasta la putrefazione, dunque elimina gas e cattivi odori, oltre a sgrassare. E’ utile per sturare le tubature, aiutato da aceto ed acqua calda. Elimina i cattivi odori dal frigo, dalle scarpiere e ovunque si annidi. Basta metterlo in un recipiente e rinnovarlo ogni tanto. Aggiunto all’acqua calda del bagno, ammorbidisce la pelle ed attenua la stanchezza, perché favorisce la micro-circolazione venosa della pelle e stabilizza il suo ph. Si usa anche per fare il vetro e la carta.

Il primo bicarbonato è stato prodotto nel 700 da Nicolas Le Blanc che aveva trovato un metodo per estrarlo dal sale. Nel 1863 Ernest Solvay ha elaborato un metodo di produzione ecologico e meno costoso, dando avvio alla celebre fabbrica toscana.

Illusioni sensoriali

by 4 Febbraio 2007
foto da Pion Unlimited (Londra)

foto da Pion Unlimited (Londra)

 

foto di Akiyoshi Kitaoka

foto di Akiyoshi Kitaoka

 

Chi è attento si è certo accorto di quanto si possa cadere facilmente nelle trappole mentali e commettere sciocchezze. I motivi sono tanti ed uno di questi sono le illusioni sensoriali. Il nostro cervello, infatti, cerca di riempire i vuoti di informazione nel modo più coerente secondo ciò che è abituato a vedere e fare. Non sempre, però, questo è corretto e a volte completa le informazioni in modo clamorosamente sbagliato. Il contesto in cui avvengono dei fatti può cambiare completamente la loro percezione ed uno degli esempi più noti è verificabile con l’esperimento che segue.

In una bacinella si metta acqua calda, in una acqua fredda ed in un’altra acqua tiepida. Si immerga la mano destra nell’acqua calda e la sinistra in quella fredda. Dopo qualche minuto, si immergano entrambe in quella tiepida. La destra la sentirà come se fosse fredda, mentre la sinistra avrà la sensazione che sia calda. Entrambe sbagliano, perché condizionate dalle opposte esperienze precedenti.

Anche gli occhi ci possono far credere cose sulle quali saremmo pronti a giurare, sbagliando. Basta guardare le due immagini riportate qui sopra. Nella prima coppia, le foto sono identiche, ma sembrano invece avere una prospettiva del tutto diversa. Nella seconda, le due sfere sembrano di colore opposto, mentre sono identiche. E’ solo lo sfondo differente a farci cadere nell’illusione. E’ buona cosa essere convinti di ciò che si fa, ma sempre consapevoli della facilità con cui ci si sbaglia. Un buon sistema per evitarlo è fare continue verifiche. Oneste, naturalmente.

Articoli correlati sono: arti fantasma   Parole che cambiano i colori   Incomprensioni e ingiustizie che si potrebbero evitare

Modi diversi, risultati diversi

Arti fantasma

by 4 Febbraio 2007

arti fantasmi

 

La mente umana ha capacità davvero straordinarie, compresa la creazione di illusioni tenaci, che spesso si possono contrastare solo con altre illusioni. Una di queste riguarda gli arti fantasma. Molte volte, infatti, le persone a cui vengono amputate mani, braccia, gambe o piedi, continuano a percepirle come se ancora le possedessero. A niente serve loro constatare coi propri occhi una realtà contraria. Spesso sentono dolori molto forti, oppure credono di fare movimenti, come il toccare oggetti e persone, percependone con chiarezza gli effetti al tatto.

Un modo efficace per guarire una simile suggestione, molte volte è stato quello di generarne un’altra con l’aiuto di uno specchio. Collocandolo opportunamente di lato all’arto esistente, il suo riflesso dà l’impressione di vedere quello mancante, al quale si possono far compiere i gesti opportuni a  cessare il dolore. Attraverso un massaggio, una medicazione, oppure il compimento di movimenti che liberino l’arto da una costrizione illusoria, si opera sulla mente il cambiamento risolutivo.

Questo argomento è stato trattato dal professor Ramachandran nel libro “l’uomo che credeva di essere morto”, premiato al concorso letterario Merk Serono