Alberi frangivento
Per impedire che il terreno dei campi o dei giardini si asciughi troppo, per far rallentare il vento troppo invadente che inaridisce e si porta via la terra, per evitare l’avanzata dei deserti, non serve un muro. Infatti, una barriera così rigida crea, una volta oltrepassato l’ostacolo, dei turbini che accrescono il potere distruttivo del vento.
Occorre invece una barriera graduale, che lasci passare una parte dell’impeto e ne assorba il resto. Questo lo possono fare gli alberi. Naturalmente occorre scegliere quelli giusti e dispormi in modo corretto. Possono essere sempreverdi come i cipressi o a foglia caduca come i carpini che, però, mantengono le foglie secche sui rami fitti e sottili anche d’inverno. E’ bene che abbiano radici a fittone, come appunto i cipressi, i tassi, i lecci e gli allori o fascicolate, come i carpini bianchi. Devono avere tra di loro una distanza sufficiente a lasciarli crescere senza entrare in competizione con le radici e, una volta adulti, a lasciare un poco di spazio fra loro, in modo da non fare muro. Devono essere disposti in file parallele ed in ordine crescente nella parte che fronteggia il vento, poi decrescente il senso opposto.
Naturalmente la specie va scelta a seconda delle diverse caratteristiche del luogo in cui si impiantano, preferendo alberi locali e tenendo conto delle loro dimensioni da adulti.
Sono sempre gli alberi che possono impedire la desertificazione, ma naturalmente occorre piantare quelli dalle radici più profonde e dalla maggiore resistenza alla siccità. Occorre aiutarli quando sono piccoli, con accorgimenti che favoriscono la formazione di condensa dell’umidità notturna, che poi sgocciola verso le radici. Si possono utilizzare per questo scopo dei cumuli di pietre come i turat, oppure dei dischi scanalati posti intorno al tronco sul terreno.