I miei articoli

ORTI IN CASA

by 1 Febbraio 2007

 

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Già da molti anni, presso le famiglie dei paesi più poveri dell’America Latina è stato realizzato con successo un modo per produrre verdure in proprio, anche senza avere un terreno. Infatti, le piante possono svilupparsi ovunque purché abbiano acqua, minerali, luce. Utilizzando come contenitori dei bidoni o addirittura bottiglie dell’acqua in plastica, destinate alle discariche, si possono fare dei micro-orti anche in casa sui davanzali o vicino comunque a finestre e lucernari. La tecnica usata è l’idroponica, che si può facilmente imparare. Basta tenere le piante sollevate dall’acqua, in cui si lasciano immerse solo le punte delle radici. Anche i bambini possono avere un loro orto e divertirsi imparando qualcosa che potrà svilupparsi in una professione futura.

Questa attività non faticosa e non impegnativa ha permesso alle famiglie di produrre da sole del cibo fresco e di buona qualità, superando difficoltà economiche e psicologiche. In un quartiere o un gruppo, si sviluppano migliori relazioni sociali nello scambio di esperienze, materiali e consigli. La soddisfazione, poi, di veder crescere qualcosa grazie alle proprie cure, è di grande effetto per risollevarsi dalla frustrazione, permettendo di intraprendere magari altre iniziative che portino a risultati ancora più grandi.

 

I COLORI VEGETALI SONO BEN PIU’ CHE COLORANTI

by 1 Febbraio 2007
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Indigofera tinctoria -foto di Kurt Stueber da Wikipedia

 

L’Indigofera tinctoria è una pianta che già per la sua natura di leguminosa è benefica verso il terreno su cui cresce, perché i batteri in simbiosi con le sue radici vi depositano l’azoto catturato dalle foglie durante la fotosintesi. Ma fin dai tempi degli antichi egizi, passando via via attraverso le più grandi civiltà del mondo, si sono utilizzate le sue qualità tintorie per colorare i tessuti nell’intenso e scuro blu indaco. Le foglie della pianta vengono macerate nell’acqua con aggiunta di calce o ammoniaca in cui, inizialmente, il colore diventa inizialmente giallo, la tinta opposta al blu. Man mano che si ossida con l’ossigeno dell’aria, si fa verde ed infine blu violaceo. La melma di questo colore viene estratta, riscaldata ed asciugata, poi venduta in pani. Una volta indossato, l’indumento colorato rivela qualità che, allo stato naturale o con altro colore non avrebbe: l’indaco è un potente termo-regolatore che aumenta la protezione contro il freddo quanto il caldo. I celebri tuareg, gli uomini blu del deserto, se ne avvantaggiano da sempre, tingendo non solo i loro tessuti ma anche direttamente la pelle. Le qualità antibatteriche dell’indigofera vi si aggiungono, accrescendo il potere simbolico di nobiltà e spiritualità che il colore blu già possiede. I guerrieri britanni  che si tingevano la pelle di quel colore per andare in battaglia, lo facevano per spaventare il nemico ma anche per proteggersi. A quei tempi la tintura era probabilmente ricavata dal guado (Isatis tinctoria), altra pianta da cui si ottiene il blu, sostituita dopo Marco Polo dall’indaco, che ha una resa maggiore e che, come si deduce dal nome, viene dall’India.

 

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Butea monosperma o frondosa – foto di Suma Tagadur da Wikipedia

 

Un albero indiano dai bellissimi fiori che si aprono quando il calore dell’aria raggiunge l’apice, è la Butea frondosa. Le corolle sono bianche ma ben presto diventano rosa, poi arancio ed infine rosse. Per questo il nome comune dell’albero è fiamma della foresta. Quando i fiori cadono e si seccano si fanno giallini ma la tintura che si ottiene da loro è l’arancio intenso. Anche questa è una tinta antisettica con cui i soldati si coloravano prima delle battaglie. Le robuste foglie di forma tonda si modellano con l’acqua in ciotole che servono per il cibo. Incidendo la corteccia ne esce resina dello stesso colore, usato come china.

 

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piante di rabarbaro – foto di Maahmaah da Wikipedia

 

Il rabarbaro Rheum officinalis e Rheum raponticum, ortaggio di origine asiatica, delizioso e privilegiato sulle tavole inglesi, è un’ottima tintura gialla e arancio. Le foglie, ma soprattutto il grosso rizoma, prelevato da piante da 6 a 10 anni di età, colorano da sempre i tappeti e i tessuti tibetani, oltre ai capelli, ai quali dà una tinta dorata.

 

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fiori di robbia – foto di H.Zell da Wikipedia

 

La robbia Rubia tinctorum, è una pianta sempreverde perenne di origine orientale, che è ha avuto molto successo anche a Firenze nel medioevo per tingere la lana con l’estratto delle sue radici, tanto che una famiglia che apparteneva all’Arte dei Tintori ne ha preso il nome: i della Robbia, poi diventati celebri per le terrecotte invetriate. Le radici di tre anni vengono seccate e polverizzate, poi stagionate in botti per quattro anni, durante i quali si liberano dai legami con gli zuccheri. Con immersioni in bagni che aumentano l’intensità del colore rosso ruggine a seconda del trattamento preparatorio e della ripetizione, si sono ottenuti ottimi risultati fin dall’antichità. Anche i capelli prendono tonalità molto attraenti.

 

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Azadirachta indica – foto da oliodineem.com

 

Un albero fra i più utili in India è il sempreverde neem, Azadirachta indica, che resiste alla siccità ed al calore il modo sorprendente. E’ un potente insetticida selettivo, innocuo per le api. E’ anticoncezionale e antibatterico, fungicida ed antimalarico. Il tocco finale lo dà con il colore giallo ottenuto dalla corteccia che, aggiunto al blu dell’indaco, fa ottenere un bel verde.

 

 

Sul tema dei colori vegetali, leggere l’articolo sul museo dei colori naturali

 

 

MINI-CENTRALI IDROELETTRICHE SENZA DIGHE

by 29 Gennaio 2007

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Un modo per produrre energia elettrica pulita ed esteticamente piacevole è quello delle centrali idroelettriche senza dighe, realizzate semplicemente col passaggio dell’acqua di un torrente attraverso una turbina. Lo si può vedere nelle Madonie, in provincia di Palermo, a Petralia Sottana, dove presto si restaurerà la centrale che dal 1906 al 1976 ha prodotto energia elettrica per l’intero paese, che aveva preso esempio dalla vicina Polizzi Generosa, la prima ad avere l’energia elettrica nella regione. L’acqua del torrente Catarratti veniva raccolta in due vasche e passava in una turbina dalla quale, uscendone, tornava nel suo letto verso valle. E’ stato il monopolio dell’Enel per la fornitura di energia elettrica a far cessare l’attività, che dovrebbe essere ripresa a scopo didattico, appena sarà restaurata.

Nelle campagne cubane esiste un sistema di alimentazione delle batterie per autocarri, ottenuto con l’acqua di torrentelli minuscoli, semplicemente convogliandola in tubi sempre più sottili. Per effetto della gravità, la riduzione della sezione dei tubi dà molta forza all’acqua che diventa capace di muovere una turbina cadendovi sopra. Questa   alimenta le batterie che sono poi usate nelle case dove manca l’elettricità.

In Toscana, invece, fin dai primi anni del novecento il Monastero di Camaldoli si è dotato della sua centrale che funziona ancora. Dal torrente che vi scorre vicino viene presa una parte dell’acqua e mai tutta, per non uccidere gli animaletti che l’abitano. Un tubo del diametro di circa 30 cm la porta in orizzontale fino ad una distanza in cui il dislivello che si è creato col ruscello raggiunge una cinquantina di metri. Da quel punto, precipita all’interno del tubo in forte pendenza, fino alle turbine sottostanti. Si trovano all’interno di una baita, silenziose e discrete e rilasciano subito dopo l’acqua perché riprenda la sua strada, perfettamente limpida come quando vi è entrata. Solo in estate, col torrente smagrito,  il monastero ha bisogno di un supplemento di elettricità fornita dall’Enel.

In Toscana sono numerose le centrali idroelettriche di questo genere, che vari privati lungimiranti hanno costruito, creando un reddito insieme ad un reale beneficio anche per l’ambiente.

 La sostenibilità ambientale richiede lungimiranza più di ogni altra cosa. Ovviamente ci vuole il senso della misura e solo pochissime installazioni andrebbero fatte su ciascun corso d’acqua, altrimenti lo si deturpa e lo si condiziona in modo inaccettabile. Ma quanti hanno il senso della misura?

 

 

Link agli articoli ARTE E CULTURA

by 22 Marzo 2006

Musica energetica……..Il mosaico di Andreina (AR)…..Canzoni profonde: bread and roses….Sudafrica: l’inno nazionale più bello….Murales a Torino, Milano e altrove…..Murales del XXI secolo…..Il filo della riconoscenza.Fontana di Corrado Cagli….Canzoni per ritrovare il buonumore….Tre Re a Busto Arsizio....Canzoni brasiliane per ballare.La maglia nera…..Giardino della Valle: sguardo nuovo per fare cose nuove….Sciopero alla rovescia.Il valore delle arti e della cultura....Fontana di Marco Bravura….Alberi della libertà….Fili di vetro tra Venezia e il mondo….Canzoni e musica di Mali e Senegal….Minga chilotaResti del diluvio….Sabbioneta, città ideale.Il Bernina del treno e degli alberi...Canzoni di Jacques Brel in italiano….Nomi e storie che aiutano a capire….Strumenti musicali dalle pianteCanzoni dal cosmo di Capo Verde….Arte della natura, arte umana a Varese.La misura del tempo…..Il Giardino Heller a Gardone Riviera (BS)……Uomini e Profeti…….Quando la natura disegna e dipinge…..Donne del passato cercatrici di piante…..Il calendario celtico degli alberi…. A cosa serve conoscere gli alberi…… Cantanti del ritmo: Africa e America latina, ……Boscoartestenico, arte nella natura a Stenico (TN), ….. Ferula, l’umile pianta che ha lasciato il segno,…… Gatti guardiani di museo,…..Kon Tiki: fiducia, coraggio e natura alleate in un’impresa leggendaria, ……Da Orti dei semplici a giardini botanici,…… Le fontane di Tonino Guerra,…… Parlare come uccelli,….. Come si fa la pace: la commissione per la verità e la riconciliazione,….. Il ritmo del diverso sentire, …..Cosa si può fare con un filo, ……Perché conoscere la natura rende migliori, ……L’ignoranza genera violenza, …….Delicato e duraturo garofano,…… Sculture sott’acqua: arte per la natura, …..Diamante e grafite: uguali e diversi,….. Film che aiutano a capire l’animo umano, …..Alberi, elaboratori di luce, ……Villa della Torre a Fumane: potenza degli elementi, ……Antichi caseifici, i caselli reggiani,…… Yukitsuri, per proteggere gli alberi dalla neve,….. Museo della Carta di Fabriano (AN) …..Museo del lino di Pescarolo (CR), …..Jacques Brel: l’intensità, …..Georges Brassens: alle donne, e alla natura con humor, eleganza e rispetto, …..L’albero della conoscenza,….. I miei programmi radio,…… , La repubblica creata dalla sorte: Cospaia (PG),….. , Il parco di Pinocchio a Collodi (PT), ….. Il futuro è sugli alberi -programma radiofonico-,…… Andarsene in allegria in una bara colorata del Ghana,…… I Momix, …….La musica degli alberi,…… le sculture di Folon a Firenze…… I castelli di Cannero,……Stomp: il motore della creatività,…… Il museo sottomarino di Cancun, ….. François Lelong e gli alberi-animali, …. L’arte sottile di Callesen,……. Giuseppe Penone, artista degli alberi, ……. Il teatro più piccolo del mondo, ……. Banksy, la pittura murale che dà senso ai luoghi, ……. Una radio per la cultura, ……. Arte vicina alla natura, ……. Mario Mariotti, utopia possibile…. Turismo intelligente, ….. Il giardino della valle,…… Musei della natura Italia Nord,….. Musei della natura Italia centro,…… Musei della natura Italia sud

Link agli articoli sul tema UMANITA’

by 6 Febbraio 2006

Gli articoli di questa rubrica aiutano la comprensione dell’animo umano attraverso l’osservazione e il confronto fra percezione e realtà, l’influenza reciproca fra corpo e mente, l’influenza dell’ambiente e delle altre persone sul pensiero e il comportamento di ciascuno, il potere della parola, la forza delle immagini, istinto, ragione, consapevolezza.

 

E’ importante far circolare le idee propositive.……..Benefici delle buone letture…….Quando a pagare le nostre scelte sono gli altri……..La gentilezza: qualità ed effetti,,,,,,Migrazioni……La necessità del riconoscimento…. Kenya, la memorabile fuga sul monte.Una cecità che si può guarire….L’imperatore degli Stati Uniti….Senso di inadeguatezza….Segnali che danno valore….Incomprensione per disparità…..L’impulso alla sopraffazione.Il filo della riconoscenzaMiglioriamo la comunicazione….La macchina degli abbracci….Senso della misura.Pensare e rimuginare: differenze.Difficoltà nella diffusione dei saperi….Nei panni altrui 2….Nei panni altrui 1Piccole luci di Natale.Incomprensioni e ingiustizie che si potrebbero evitare….Pellagra: danni dei pregiudizi.Rendersi utili al mondo….Giardino della valle: sguardo nuovo per fare cose nuove….Creiamo l’ambiente giusto….Chi è più forte?….La memoria non basta.Materiale e immateriale….Quando l’autostima è bassa….Parole che curanoMuhammad yunus e la Banca Etica ……Rispetto….Tulipani del delirio olandese….Strade imprevedibili della mente….Cambiare modo per cambiare mondo…..Spirito creativo….Uomini e Profeti…...Stessa cosa ma modi diversi per diverso risultato……Piccole informazioni di grande importanza…..Disinnescare il conflitto (seconda parte)…..Disinnescare il conflitto (prima parte)Cantanti del ritmo: Africa e America Latina,….. Il dubbio e l’informazione alleati del buon giudizio, ….. Il comportamento collettivo, ….. Quale libertà,….. Come si fa la pace: la commissione per la verità e la riconciliazione, ….. Le parole giuste,….. Teatro di Natale,….. Perché la prepotenza è sempre in auge, ….. Istinto animale, ….. Di cosa ha bisogno chi è in difficoltà,….. Perche conoscere la natura rende migliori, ….. L’ignoranza genera violenza, …..Se mancano comunicazione e coordinamento, ….. Avere fegato, ….. Quanto ci insegna la natura, ….. Film che aiutano a capire l’animo umano,….. Gelosia e invidia, come fare?,….. Risolvere il problema o prevalere?….. Come avere più tempo, ….. I rischi per chi va contro-corrente, ….. Piccole azioni importanti per la pace, ….. L’albero della conoscenza,….. Meglio il confronto del conflitto, ….Perché tanta aggressività? ….. Le parole cambiano i colori, ….. Merito e demerito, ….. La claque, ….. Diminuire la violenza sulle donne, …..Tutti possiamo migliorare il mondo Il tempo è qualità, ….. Illusioni sensoriali, ….. Arti fantasma, ….. Davvero sappiamo leggere e scrivere? ….. Cosa distorce la realtà, ….. Interiorità ed esteriorità. ….. Il problema, a volte non è dove sembra essere……Paura della libertà, ….. Piace chi piace ad altri,….. Dipendenza e autonomia, ….. Il funzionamento del cervello,….. Il funzionamento del cervello 2,…..   Perché si è attratti dalle notizie di catastrofi,….. Per passare dal dire al fare,….. La tacchina e la puzzola,….. Intelligenza collettiva, ….. Fantasia Vincente….., Il dirigente che tutti vorremmo, ….. Calore umano, ….. Conflitti e gerarchie,…..Cosa impedisce di migliorare, …..   Chi sta dentro e chi sta fuori, …..  Il cervello della pancia,…..  Comportamenti disumani: ecco perché,

 

 

Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Forlì-Cesena

by 27 Aprile 2004
bagolari di Forli

bagolari di Forli

 

A Faenza, in piazza Lanzoni ci sono vari grandi OLMI, di cui uno con la circonferenza del tronco di quasi 4 metri. C’è anche un bella fontana di ceramica e, se l’insieme fosse più curato, sarebbe davvero bello.

Arrivando a Forlì da Ravenna, si trova il cimitero di guerra indiano con meravigliosi BAGOLARI dall’amplissima chioma su tronchi bassi e larghi. Suggestiva  atmosfera.

In piazza duomo a Forlì, si vede emergere dal giardino di un ristorante un GINKGO BILOBA centenario, alto 20 metri e con un tronco di 4 m. di circonferenza.

Nella frazione San Vittore, a 7 km da Cesena, si trovano anzitutto due TIGLI coi tronchi di 4 m. di circonferenza e 20 di altezza, che incorniciano l’ingresso dell’asilo infantile.

Continuando in direzione di San Carlo, di fronte all’accesso alla superstrada, nel giardino di una villa, ma perfettamente visibile dalla strada c’è un magnifico CEDRO DEL LIBANO che potrebbe avere 400 anni. Ha un tronco della circonferenza di 6 m. e un altezza di 20. Uno dei rami bassi è lungo altrettanto. Pur tanto bello, è stato danneggiato dall’eccezionale nevicata dell’inverno 2012-13, che ha tranciato molti rami anche agli altri alberi monumentali del giardino, tra cui un LECCIO.

Poco più avanti, lungo la strada, a San Carlo, un PINO DOMESTICO col tronco di circa 4 metri di circonferenza, ha perso gran parte della chioma nello stesso inverno. Speriamo si riprenda.

 Nella frazione san Giorgio, vicino all’uscita della autostrada Cesena Sud, appena imboccata la via Melona, che inizia giusto prima del paese, al n. 3401 si vede uno spettacolare GELSO, con un’enorme chioma che attraversa la strada. I rami all’interno della proprietà sono puntellati. Il tronco ha una circonferenza di circa 5 metri, su 1,50 di altezza da cui partono i molti grossi rami. Vale davvero la pena di vederlo.

gelso di Cesena

gelso di Cesena

 

 Arrivando da Cesena a Savignano sul Rubicone, sulla sinistra c’è la pieve del compito e il museo archeologico. Davanti alla pieve c’è un TIGLIO col tronco dalla circonferenza di 4 metri e l’altezza di circa 20.

Andando da Cesena verso Forlì, a Carpinello, in mezzo ad un campo sulla sinistra appare come un re uno spettacolare, gigantesco PLATANO ORIENTALE, recintato da un basso steccato che lo isola, esaltandolo. Ha una circonferenza di forse 8-9 metri e un’età presumibile di 3-400 anni. Non è altissimo perché danneggiato durante l’ultima guerra, ma ugualmente armonioso in modo commovente. Lì vicino c’è un’antica ghiacciaia in seminterrato, appartenuta alla villa Mangelli, distrutta dai bombardamenti. Il platano orientale, esistente in Europa dall’epoca degli antichi romani è ormai molto raro in Italia perché è stato ibridato con la specie occidentale, di origine americana.

A Dovadola il quadrato del cimitero è circondato da 120 CIPRESSI di cui la maggior parte è ultracentenaria I cipressi sono molto diffusi in Toscana e nella confinante Emilia-Romagna, dove sono sempre stati piantati come frangivento tanto per le ville quanto per i casali. Sono alberi estremamente frugali, ma resistentissimi e molto longevi. Hanno radici profonde, un legno profumato, ricco di oli essenziali che lo rendono inattaccabile tagli insetti e dal marciume. Dal legno dei rametti si estrae l’essenza che cura la tosse, mentre dai frutti legnosi si estraggono quelle per curare disturbi del sistema venoso e piaghe, che i contadini usavano anche per curare il bestiame. Uscendo dal paese, un bel colonnato di PINI DOMESTICI orna i due lati della strada.

 A Castrocaro Terme, appena imboccato il viale dove c’è il parco termale, un LECCIO alto, con una lunga cicatrice provocata da un fulmine, mostra la torsione del tronco, di 4 metri di circonferenza e circa 20 di altezza.

Nel parco termale, gli alberi più rilevanti sono una ROVERELLA con tronco di 3,5 metri di circonferenza e 20 di altezza, vicino al tempietto delle acque. Scendendo lungo il viale più a destra, si trova verso il fondo una FARNIA col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e 20 di altezza.

 Quattro chilometri più a sud di Portico san Benedetto, in località Bocconi, uscendo dall’abitato, davanti al ristorante la Beccona una stradina scende verso un parcheggio. Sulla sinistra si incontrano una ROVERELLA e un LECCIO ultracentenari con tronchi dalla circonferenza di oltre 3 m.