Carpine, scultura per vocazione
Il fusto del carpine, soprattutto quello bianco Carpinus betulus sembra un fascio di muscoli sotto una pelle scura ed è inconfondibile, con molta personalità. È resistente, frugale e quasi stoico nel sopportare le potature, con le foglie piccole e seghettate che d’autunno prendono un bel colore giallo dorato, prima di seccarsi. Per questo, nei giardini ne hanno fatto siepi frangivento e gallerie ombrose in cui camminare al fresco d’estate. Se ne trovano a Varese, nei Giardini Estensi, in quelli di villa Panza e del giardino Recalcati, a Lainate in quello di villa Litta. Le sue infiorescenze a forma di spighette, ad aprile si gonfiano e si allungano diventando decorative come ciondoli, trasformandosi presto in frutti dall’aspetto di eleganti fiori di carta già a primavera. Il carpine bianco Carpinus betulus non si vede più spesso come nel passato, quando ce n’erano interi boschi che dalle pianure salivano verso i monti, insieme alle querce. Non è affatto bianco, ma soltanto di legno più chiaro rispetto al suo parente, il carpine nero Ostrya carpinifolia, in realtà, rossiccio, dai frutti che sembrano grosse spighe rovesciate, simili a quelli del luppolo.
Non è molto longevo, ma il suo nome deriva da un popolo antico: i celti. Col suo legno facevano i gioghi dei buoi e gli attrezzi agricoli, per la sua resistenza all’usura. Gli piacciono i terreni sassosi e cresce accidentato come loro. Quello nero sopporta meglio l’aridità e si installa bene sui pendii, mentre quello bianco è più esigente ed è a suo agio anche in pianura. I rami fitti ed il fogliame che spesso resta sull’albero anche quando è secco, lo hanno fatto scegliere spesso come frangivento, lungo i confini dei campi. Lungo le strade e in molti spazi pubblici ormai si trova spesso la varietà fastigiata, a forma di goccia, perché occupa meno spazio ma sotto cui non c’è la possibilità di mettersi all’ombra, che si ha solo in proiezione. I carpini nella loro forma naturale sono molto belli, crescono senza indugiare troppo e con la loro vocazione al farsi sculture possono prendere posture molto espressive.
Nel parco Cavour di Santena, vicino a Moncalieri, ci sono attraenti carpini bianchi. Vicino a Feltre, a Cart ce n’è un viale intero. Uno nero molto bello è a Calvene (VI) uno a Murà (BS), uno a Ivrea (TO)
Tratto dal mio libro ALBERI DELLA CIVILTA‘
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