Cibo dalle piante ornamentali
La Cordyline australis, una pianta che noi teniamo in giardino perché molto ornamentale, simile alla yucca e originaria della Nuova Zelanda. Le sue foglie ricche di carboidrati, che dopo la cottura diventano commestibili, sono state fin dall’antichità il principale cibo dei maori. Erano chiamati “alberi cavolo” e per cuocere i fasci delle loro foglie, durante due giorni, c’erano appositi forni. Una volta essiccate al sole, si potevano conservare per mesi. La loro linfa è molto dolce e poco calorica, così da poter essere utilizzata come dolcificante. Inoltre è curativa e se ne può anche fare della birra.
La Coloclasia esculenta detta anche “orecchie di elefante” per le sue grandissime foglie che le ricordano è chiamata “taro” dai polinesiani che ne mangiano i rizomi, mentre noi la teniamo come vistosa pianta d’appartamento o da giardino. L’asfodelo, bella pannocchia di fiori bianchi che cresce in cima a un lungo stelo sui prati dove pascolano le capre, è commestibile nel gambo e nei semi che si mangiano tostati e nel bulbo bollito. Gli steli secchi bruciano molto facilmente e un tempo si usavano per innescare il fuoco in stufe e camini. Gli erbivori sono ghiottissimi dell’intera pianta che è anche medicinale.
Nel centro e sud America, oltre che nelle Antille la Maranta arundinacea è coltivata fin dalla preistoria per i suoi tuberi da cui si ricava una fecola molto digeribile, che da noi è usata per alimenti destinati a bambini e vecchi. Sua parente è la Maranta leuconeura la cui bellezza è nelle foglie dalle nervature colorate e le pagine macchiate in modo suggestivo. Di notte si raddrizzano e si avvicinano le une alle altre, come mani in preghiera. Per questo in inglese le chiamano Prayer plants. Il nome Maranta è quello di un botanico napoletano del cinquecento.
L’amaranto è un’altra pianta molto bella di origine messicana, dalle grandi foglie e dalle lunghe infiorescenze rosse che si conservano intatte anche nel colore per lungo tempo dopo essere state colte. Per questo, la pianta è stata considerata simbolo d’immortalità, tanto apprezzata dai nativi del centro e sud America, da considerarla divina. Gli spagnoli hanno ostacolato fortemente la sua coltivazione, soprattutto per questo motivo e solo recentemente è stata nuovamente diffusa. Dal settecento, però, era già coltivata in Europa come pianta ornamentale. Le qualità dei suoi semi sono notevoli, altamente proteici e ricchi di minerali, molto più del mais, del frumento, della soia e senza glutine, così da essere ottimo nutrimento per i celiaci. Sono tre le varietà i cui semi hanno ottime proprietà nutritive: Caudatus, Cruentus e Hypocondriacus
Da quando il topinambur, di origine nordamericana, è diventato popolare quasi quanto le patate, le sue grandi margherite arancioni, su un lungo stelo, si vedono spesso nei giardini quanto negli orti, anche presso i campi. Il giglio bianco, Lilium logiflorum detto anche giglio della madonna, ha il bulbo commestibile che veniva cotto e mangiato. Gli antichi lo usavano come medicinale per curare malattie tipiche femminili. Il giglio rosso detto anche giglio turco e Hemerocallis fulva è commestibile nelle foglie, nei fiori e nel bulbo.
La Canna indica dai fiori rossi ha un bulbo commestibile e medicinale e i suoi semi tondi e neri sono usati negli ornamenti. Il rizoma, i semi, i petali del loto Nelumbo nuciferus e il rizoma della ninfea sono mangiati comunemente nei Paesi dove abbondano. La dalia, caratteristica dei giardini popolari soprattutto negli anni cinquanta e sessanta, è un fiore di origine messicana, dal bulbo commestibile che, inizialmente, si pensava potesse far concorrenza alla patata. In passato, in America centrale, il fusto grosso e robusto come un bambù delle dalie del genere imperialis, alte anche sette metri, era usato per metterci l’acqua in occasione dei viaggi. La Monstera deliciosa, pianta rampicante messicana molto decorativa che può vivere anche senza supporto, dalle grandissime foglie bucate, per lasciar passare la luce verso quelle sottostanti, produce ottimi frutti.
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