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Alberi monumentali della Toscana, provincia di Firenze

by in Alberi Monumentali, Toscana
leccio delle Cascine

leccio delle Cascine

 

PER VISITE BOTANICHE AI GIARDINI E AI PARCHI in italiano, francese, spagnolo, inglese e tedesco,

CONTATTATEMI al 329 3787557

Il percorso inizia a Firenze, all’Orto Botanico, dove si trovano alcuni alberi monumentali, fra cui il TAXODIUM MUCRONATUM. Ha 115 anni: è chiamato anche cipresso di Montezuma perché originario del Messico dove si trova il suo parente, il tule di Santa Maria de Oaxaca, dalla circonferenza di 58 metri, l’altezza di 40 e l’età di 2000 anni: è l’albero con la maggior circonferenza al mondo. Le foglioline ricordano vagamente quelle del tasso ma sono più chiare, più corte e più sottili. Nello stesso Orto Botanico si trova appunto un TASSO di 265 anni. Ugualmente sempreverde, questo albero velenoso di cui solo le bacche rosse sono innocue, è di origine europea. Cresce molto lentamente e, di conseguenza, ha un legno resistente e vive a lungo. Anticamente veniva usato per fare scudi e lance, ma anche archi. Sopporta bene i tagli e gli piace l’ombra, dunque può crescere sotto altri alberi. Verso il fondo del giardino c’è una SUGHERA di circa 200 anni. E’ simile al leccio, nelle foglie piccole, sempreverdi e scure, ma si distingue da lui nella spessa corteccia spugnosa, il sughero, che nell’Orto Botanico è sempre stato lasciato intatto. In Sardegna, dove cresce abitualmente, ogni dieci anni lo si preleva per utilizzarlo commercialmente, facendone tappi per bottiglie, isolanti, salvagente, ecc. Vicino alla recinzione sulla via La Pira c’è una bella ZELKOVA SERRATA di 120 anni. Di origine giapponese, si riconosce per la sua corteccia dai bei disegni, che si stacca ogni anno dal tronco a grosse placche. Più vicino alla serra fredda c’è una ZELKOVA CRENATA di 185 anni, danneggiata da eventi naturali.

Prima di arrivare in piazza Pier Vettori da via Pisana, c’è l’Esselunga che, nel piazzale, ha la testimonianza di un giardino e di una villa ottocentesche, nel magnifico GLICINE di circa 200 anni, col tronco principale dalla circonferenza di 2 metri ed una gran chioma. L’assedio di carrelli e biciclette non gli impedisce di fare bella figura.

Nel parco delle Cascine, sul Pratone, c’era un PINO DOMESTICO ultracentenario, altissimo, con la ciconferenza di circa 4,5 metri e una lunga cicatrice lasciata da un fulmine. Purtroppo il terribile vento del Marzo 2015 lo ha abbattuto. Questa conifera in gioventù ha la chioma sferica, che poi prende la forma di ombrello. La sua diffusione è stata favorita dall’uomo, per poter prendere i semi che si trovano dentro le sue grosse pigne, i pinoli o pinocchi, usati per salse e dolci. Lì vicino, accanto a un edificio caratteristico da campagna c’è un magnifico BAGOLARO dal gran tronco dalla circonferenza di circa 5 m. a cui, dopo il vento devastatore del marzo 2015 hanno tagliato vari rami, mortificandone la bellezza. I bagolari sono fra gli alberi più belli anche in inverno, perché la loro chioma sembra un grande soffione, sempre che non l’abbiano mutilata come spesso accade. Alle Cascine e sui viali principali di Firenze se ne trovano molti. Anche i PLATANI cho costeggiano la strada hanno età e dimensioni ragguardevoli.  Ce n’è uno davvero imponente all’inizio del viale che porta verso l’ex ippodromo, con una circonferenza del tronco di almeno 6 m. All’inizio del viale che costeggia l’Arno risalendo dal ponte della tramvia, dove il martedì c’è il mercato, si trova un bellissimo LECCIO centenario, con la circonferenza del tronco di oltre 4 metri sotto la cui chioma ci sono un paio di panchine per un piacevole riposo. Il leccio è una quercia sempreverde dalle piccole foglie a punta di lancia, di colore scuro e la pagina inferiore chiara. Di fronte, oltre la siepe, c’è una QUERCIA  ROVERELLA che oltrepassa gli altri alberi ed è all’incirca sua coetanea, oltre che parente.

Anche nel cinquecentesco giardino di Boboli ci sono alberi monumentale di 200 anni: è un PINO DOMESTICO nella parte alta, vicino agli edifici di servizio e dove inizia la discesa verso la grande vasca del Nettuno. Alcuni PLATANI dell’emiciclo tra la vasca dell’Isolotto e l’ingresso di Porta Romana, piantati all’inizio dell’ottocento, hanno tronchi di circa 5 metri di circonferenza e sono alti intorno ai 40 metri. Nel giardino della botanica inferiore, a cui si accede al museo della Specola, c’è un CEDRO DEL LIBANO molto bello, circondato  da palme nane. Un GINKGO BILOBA, una ROVERELLA e una CATALPA si trovano nella parte più bassa.

Nel giardino della villa Torrigiani (7 ettari) c’è il GINKGO BILOBA più grosso e antico della Toscana, con una circonferenza del tronco di circa 6 metri ed un’altezza di 20, piantato all’inizio dell’800. Decapitato da una granata tedesca nel settembre 1944, si è ripreso benissimo. Vari PLATANI hanno tronchi della stessa circonferenza, ma un’altezza intorno ai 30 metri e un TASSO femmina dalla bella forma con rami ricadenti e un tronco dalla circonferenza di circa 3 m. Per visitare il giardino occorre prenotare e pagare un biglietto. Per visita botanica contattatemi al 329 3787557

Il bel giardino di villa Vogel, nella parte che confina con la sede del Quartiere 4 ha un LECCIO armonioso, col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri e un PINO DOMESTICO con la circonferenza di 3.

In via del monte alle croci, quasi all’incrocio con via di Giramonte giganteggia un LECCIO dal tronco di circa 4,50 m. di circonferenza che, stando sul confine con la strada, si allarga per sorreggere la sua gran chioma.

All’incrocio tra viale Righi e via lungo l’Affrico, c’è un magnifico SPINO DI GIUDA (Gleditsia triachantos) con un tronco di circa 6 metri di circonferenza. A ridosso c’è un’edicola. Quest’albero dalle lunghe triplici spine è di origine americana e la sua specie è arrivata in Italia nel settecento, per il consolidamento dei pendii. Ha infatti profonde radici che, oltretutto, fertilizzano il terreno con l’azoto assorbito dalle foglie e fissato dai batteri che vivono in simbiosi con le radici delle leguminose. I suoi baccelli contengono una polpa dolce commestibile,

Nella zona di San Salvi, dove nei primi anni del novecento si era realizzato un centro per accogliere i malati di mente, adesso adibito ad altri usi, ci sono BAGOLARI con tronchi dalla circonferenza di oltre 4 metri e magnifiche chiome a globo, come quello dello spazio all’aperto della compagnia teatrale Chille de la Balanza. Nei paraggi c’è anche un PINO DOMESTICO alto, bello, con un tronco dalla circonferenza di 3,50 metri.

In via Jacopone da Todi, 12, che si prende da via san Domenico, prima della prima curva, nel giardino della casa per ferie Villa La Stella c’è un MIRTO che dicono risalga all’epoca di Dante, di cui c’è un busto commemorativo. Pur essendo improbabile l’età attribuita, la pianta è grossa per essere un arbusto, con vari fusti dalla circonferenza fino a 50 cm., che fiorisce e fruttifica regolarmente.

Poco fuori città, a Sesto Fiorentino, ci sono dei CIPRESSI monumentali, a dimora da vari secoli nella proprietà che era stata della famiglia Medici, nella villa di Castello. Se ne vedono anche lungo il muro di recinzione ai lati della villa. Una bella QUERCIA ROVERELLA si trova al di sopra del muro con la grotta e le scale, in fondo al giardino all’italiana.

bagolari fioriti alle Cascine di Firenze

bagolari fioriti alle Cascine di Firenze

 

Nella villa vicina, La Petraia, appena si entra nel giardino si vede un gran LECCIO col tronco dalla circonferenza di 4 metri e, dalla parte opposta alla fontana, una parente QUERCIA ROVERELLA di trecento anni con una circonferenza del tronco di 4,5 metri. Nel parco dietro la villa ci sono alcuni antichi cipressi malandati, di cui uno millenario dal tronco enorme ma dalla chioma ormai esigua.

A Campi Bisenzio, nel giardino esterno della villa Montalvo, sede della biblioteca comunale, c’è un bellissimo PLATANO della possibile età di 200 anni, col tronco dalla circonferenza di 6 metri ed un’altezza di oltre 20. I platani sono fra gli alberi più grandi e robusti, con ampie foglie palmate, che spesso restano, secche, in parte sui rami in inverno, insieme ai frutti rotondi e duri come legno. La corteccia è bianca e liscia, con chiazze gialle, beige, verdi che si sfaldano e che fanno un effetto a pelle di leopardo. Davanti all’ingresso della biblioteca c’è una grande CATALPA l’albero che fiorisce in bianco a primavera ed ha per frutti dei lunghi baccelli a forma di sottili sigari. Coricato e sostenuto da un tutore metallico, un ALBERO DI GIUDA, che fiorisce in rosa acceso verso Pasqua, anche lungo il tronco. Un PINO DOMESTICO con circonferenza di circa 3 metri è vicino al cancello di accesso al giardino dove si fanno le manifestazioni, in cui due TIGLI allargano una bellissima chioma. Nel viale c’è un grande TASSODIO, o cipresso calvo, che prende acqua dal fosso dato che la sua specie nelle paludi della Florida vive abitualmente nelle paludi, riuscendo a respirare anche con le radici sommerse, grazie agli pneumatofori, tronchetti conici sottili che si innalzano emergendo dall’acqua. In autunno diventa di un colore fulvo spettacolare, prima che le foglioline cadano.

A Pratolino, nel parco della villa Demidoff ci sono molti begli alberi e grandi QUERCE (cerri e roveri). Sul grande prato davanti alla Paggeria c’è una QUERCIA FARNIA dal tronco con una circonferenza di circa 7 metri, anche se di altezza modesta. Risale al 1700.  Su un fianco c’è un TIGLIO ARGENTATO con circonferenza di 4,50 m. e in fondo al prato un PLATANO coi rami bassi che si appoggiano a terra e una circonferenza del tronco di 7 metri, piantato nel 1850.

A Calenzano, sul confine con Sesto Fiorentino c’è il parco del Neto, realizzato per una villa nobiliare ottocentesca non più esistente, in una zona paludosa. Per questo, fra i suoi alberi spiccano dei bei TASSODI dai tronchi con circonferenza di 6 metri e altezza intorno ai 40, dato che l’età di alcuni oltrepassa il secolo (vedi decrizione sopra). Ci sono anche bei PLATANI e un PINO D’ALEPPO dalla sagoma fra le più belle che si possano trovare e una circonferenza del tronco di oltre 4 metri. Questo tipo di pino si trova generalmente in zone più asciutte, ha gli aghi più lunghi e morbidi del pino domestico e pigne più piccole e sottili.

A Lastra a Signa, nel parco della villa Bellosguardo appartenuta a Caruso, dove dominano i sempreverdi, nello spazio in fondo ai terrazzamenti frontali della villa c’è un TIGLIO col la circonferenza del tronco di circa 4,50 m e l’età di circa 100 anni. Su un lato dello stesso spiazzo, che ha una piccola vasca con una scultura, c’è un LECCIO con circonferenza del tronco di circa 4 metri e un’età ultracentenaria.

Per vedere il più bel MANDORLO centenario, andate al km 16 della sp 26, nei pressi di Castelfalfi. A fine Febbraio lo vedrete vestito di fiori rosa sul prato che costeggia la strada, con un ramo appoggiato ad una costruzione diroccata in mattoni. Ha la circonferenza del tronco di 3 metri. I mandorli sono fra i primi alberi a fiorire ed hanno corolle rosa o bianche. In Sicilia e Sardegna questo avviene a Dicembre/Gennaio. In Toscana un mese dopo.

 

sequoie sempreverdi a Sammezzano

sequoie sempreverdi a Sammezzano

 

Nel comune di Reggello, a Leccio, c’è il parco del neogotico castello di Sammezzano, abbandonato in attesa di riqualificazione. E’ stato realizzato dopo l’unità d’Italia dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, appassionato d’architettura e natura. Non c’è alcuna indicazione ma, nel territorio di Leccio, a monte della rotonda del centro commerciale The Mall, c’è uno spiazzo sterrato vicino a un piccolo edificio semi-nascosto dalla vegetazione, dove parcheggiare. Si sale per la stradina sulla sinistra, dopo poco si oltrepassa la sbarra rossa e si sale lungo la strada nel bosco, orlata di SEQUOIE SEMPREVERDI, di cui alcune davvero notevoli, con tronchi che arrivano a 6 metri di circonferenza, con altezze che sfiorano i 50 metri e un’età di circa 150 anni. Altre sono molto più piccole. In totale ce ne sono circa 250. Grandi LECCI, TIGLI ma anche CEDRI DEL LIBANO si mescolano ad altri alberi boschivi. In un grande prato si vedrà un CIPRESSO DI LAWSON, UN LIBOCEDRO, UNA SEQUOIA GIGANTE. Si arriva in cima dove il bel castello viene aperto in pochissime occasioni dal comitato FPXA. Il grande prato che ha davanti è orlato di grandi CEDRI DEL LIBANO. Si torna indietro per un breve tratto e, invece di continuare lungo il viale precedente, si scende a sinistra, passando attraverso quello che un tempo doveva essere stato un cancello. Si arriva in fondo, dove una stradina asfaltata porta nel paesino di Leccio. Si continua, però, a sinistra e, camminando per 10 minuti si arriva ad uno slargo dove due SEQUOIE SEMPREVERDI sono unite per circa 2 metri, per poi dividersi. Il tronco doppio ha una circonferenza di oltre 8 metri. Si torna fino alla stradina per il paese ma si prosegue diritti fino a che si ritrova la sbarra rossa sulla destra. Si scende a sinistra e si arriva al punto di partenza. Contare un paio d’ore di passeggiata. Le sequoie sono il genere d’albero fra i più grandi e longevi del mondo. Raggiungono i 100 metri di altezza e superano i 2000 anni di età. Sono originarie della California, ma in tempi lontanissimi c’erano anche in Italia. Le sequoie sempreverdi hanno foglioline che somigliano a quelle dei tassi, mentre quelle delle giganti (sempreverdi anche loro) ricordano maggiormente i cipressi.

A Vallombrosa, a 1000 m slm. c’è un arboreto fra i più grandi antichi (1880) ed importanti d’Italia, che permette di vedere da vicino alberi di provenienza anche esotica e, ormai ultracentenari. Tra questi un LIBOCEDRO (detto Cedro della California, dalla corteccia color ruggine e foglie simili a quelle del cipresso) con la circonferenza del tronco di circa 7, 50  metri una TUJA PLICATA di oltre 6 (simile al libocedro ma con tronco più liscio e di un marrone tendente al grigio, con piccolissime pigne tonde con spuntoncini), una SEQUOIA GIGANTE di 8, due DOUGLASIE gemelle, ciascuna con un tronco di circa 5 metri ciascuna, unite alla base,(sono grandi abeti con la corteccia tendente al rossiccio e le pigne con dei filetti che spuntano fra le scaglie) un PINO LAMBERTIANO di 6 metri, che fa pigne grosse come piedi, ma anche una bellissima CRYPTOMERIA JAPONICA GLOBOSA NANA. L’altezza di questi alberi, esclusa la cryptomeria, è tra i 40 e i 50 metri. Si visita liberamente solo in estate il sabato e la domenica, altrimenti occorre prenotare.. Altissimo e dal tronco possente è anche un OLMO CAMPESTRE vicino alla casetta nei pressi della grande vasca che è davanti al monastero dei benedettini vallombrosani, che in passato avevano realizzato boschi di abeti bianchi. Sono numerosi anche i TIGLI dai tronchi con circonferenze di 4 metri e altezza di 30, ACERI DI MONTE, ABETI DI DOUGLAS, (americani, con foglioline più lunghe dei nostri abeti, pigne relativamente piccole con ciuffetti che escono dalle scaglie) così come di ABETI BIANCHI (tronco chiaro, righina bianca nella pagina inferiore delle foglioline, pigne che restano sui rami alti e si sfaldano, facendo volar via i semi). Sono così numerosi che è inutile elencarli qui. Basta guardarsi intorno. C’è anche una SEQUOIA GIGANTE col tronco dalla circonferenza di circa 7 metri, nel giardino dell’albergo di fronte al monastero

Vicino a Vinci, a Faltognano, una stradina sale verso la piccola chiesa con un grande prato al cui centro vive un LECCIO di circa 200 anni, dal tronco con circonferenza di 5 metri ed una chioma che era molto ampia. L’albero è però in cattivo stato, nonostante le cure.

A Palazzuolo sul Senio, circa 800 m slm, si può fare una suggestiva escursione per andare a vedere uno dei più integri CASTAGNI MARRONI che possa capitare di vedere. Dal bellissimo paese salire verso Firenzuola e dopo 3 km circa, al km 14,700 si trova sulla sinistra una strada sterrata e impervia che sale per 2 km circa. Dopo il primo chilometro prendere a sinistra. Si troveranno dopo 200 m delle case con davanti un pioppo e dopo altri 200 m. altre case con davanti un bel noce. Continuando a salire fra i carpini, si arriverà ad un grande prato, in località Prati Piani. Sulla destra, al margine di un boschetto c’è l’albero di 400 anni e dalla circonferenza di circa 8 metri. I MARRONI, varietà selezionata dall’uomo, producono frutti più grandi di quanto facciano i CASTAGNI, ma hanno bisogno di qualcuno di loro nelle vicinanze per fecondare i fiori femminili. Infatti i loro fiori maschili sono molto scarsi.