Frutti di carta
Fin dai primi giorni di primavera, su certi alberi compaiono forme che si potrebbero credere fiori verdi, con una consistenza simile alla carta. Sono invece i primi frutti, nati dal vento che aveva fatto volare il polline degli amenti maschili (infiorescenze a forma di spighette pendule) verso quelli femminili, molto più piccoli e ancora meno visibili agli occhi di chi non è avvertito. E’ di nuovo il vento che li stacca dai rami, dopo i mesi in cui seccano e si preparano a volare via in cerca di fortuna.
I primi a farlo sono quelli degli olmi, simili a coriandoli con un semino al centro. Poi vengono quelli degli aceri, che paiono insetti alati.
I carpini bianchi hanno grappoli di quelli che più sembrano petali e sono invece ali per far viaggiare i semi, mentre i carpini neri hanno ciondoli chiari, che ricordano i frutti dei luppoli.
A giugno, dopo la fioritura abbondante e profumata, i dolci tigli sono pronti a far prendere il volo alle sferette dei semi, con una grande ala chiara. Più rari da vedere sono i noci del Caucaso, che trasformano le lunghissime infiorescenze pendule in eleganti stalattiti e solo verso l’autunno lasciano volar via le tante piccole ali col loro carico lieve.
Le koelreuterie hanno una profusione di fragili lanterne che spiccano a gruppi fra le foglie.
Anche a terra, una pianta che cresce nell’orto sembra un lampioncino di carta: è l’alkekengi, che protegge in quel modo il suo frutto carnoso e dolce.
La Staphylea pinnata è un arbusto con dei frutti verdi molto belli, simili a quelli della koelreuteria ma più robusti.
La Halesia tetraptera è un arbusto dai bei fiori bianchi a campanella, con frutti verdi interessanti.
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