Canzoni ad alta umanità: Brassens
Georges Brassens, (1921-1981) uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi, con Jacques Brel (1929-1978), ha ispirato anche molti italiani, fra cui Fabrizio de André (1940-1999), attraverso la sua capacità di trattare i temi più difficili e scabrosi con eleganza e umorismo. La lingua francese, del resto, si presta bene alle sottigliezze, alle finezze che si sono espresse al meglio nel periodo fra gli anni ’50 e 70.
Tralasciando le notizie biografiche, trattate ampiamente da altri, voglio mettere in luce la bellezza di alcune canzoni che hanno reso omaggio alle donne e al sesso, in un modo che difficilmente altri autori avrebbero saputo rendere con un simile tatto.
“Le blason” celebra l’organo sessuale femminile, che in francese è volgarmente chiamato con la stessa parola usata per insultare gli imbecilli e Brassens si augura che al più presto qualcuno sappia dargli un nome degno di “quell’incomparabile strumento di felicità”.
“La non-demande an mariage” è la dichiarazione alla compagna della sua vita, di un amore che non vuole soffocare nell’abitudine e nelle piccole necessità quotidiane imposte dalla convivenza e dal matrimonio. Brassens era ateo, di idee anarchiche e di carattere difficile, ma di profonda onestà e sincerità.
“Don Juan” è la lode a un Don Giovanni che, nel suo ben discutibile comportamento, fa conoscere anche ad una ragazza tanto brutta da non essere mai corteggiata, la gioia di essere al centro delle attenzioni maschili, sia pure solo per una volta.
“Quatrevingtquinze fois sur cent” parla delle donne che spesso (il novantacinque per cento delle volte, dice nella canzone) fingono di provare piacere nei rapporti sessuali deludenti offerti da molti uomini, per evitare che ci rimangano male.
“Dans l’eau de la claire fontaine” è la storia di una ragazza che, mentre fa il bagno in una fonte. vede una folata di vento portarle via i vestiti lasciati sull’erba. Il soccorso prestato dal giovane di passaggio è poetico e divertente.
“Cupidon s’en fout” esprime il rammarico per l’assenza di Cupido in certi incontri durante i quali “purtroppo capita di perdere la virtù, ma non la testa”.
“Brave Margot” è la storiella di una ragazza che, trovato un gattino orfano gli offre il seno, con conseguenze comiche e tenere.
“Histoire de faussaire” tratta di un appuntamento durante il quale tutto il contorno è fasullo, ma autentica è la breve felicità del protagonista.
Sono molte altre le canzoni in cui l’amore è scanzonato, eppure pieno di quel rispetto che c’è nelle persone davvero profondamente libere. Molte sono anche quelle su amicizia e solidarietà verso i più indifesi e “La femme d’Hector” lo fa al femminile. Anche gli animali e gli alberi sono protagonisti di varie composizioni. Protagonisti davvero e non solo allegorie, come in “Le grand chene”.
Si possono trovare i video di queste e varie altre canzoni su Youtube ( i testi in rete), per gioire di un linguaggio vivificante come aria di montagna.