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Giardini storici del Lazio

by in Italia inconsueta, Piante, giardini, parchi

villa d’Este a Tivoli (RM)

 

Nel visitare siti celebri per l’arte, se si dà uno spazio consistente alla ricerca dei capolavori della natura, quali gli alberi monumentali dei giardini storici, durante l’avvicinamento alle piante secolari si troveranno immancabilmente opere d’arte umana come le fontane e ciò che fa dell’insieme di un giardino qualcosa a sua volta importante: la composizione. E’ un elemento sottile e sfumato, che al termine della giornata lascia appagati e leggeri.

E’ quello che succede quando si visita villa Lante a Bagnaia (VT), il palazzo Farnese col suo giardino a Caprarola (VT), il palazzo e il giardino di villa d’Este a Tivoli (RM). Nel Lazio c’è molta acqua come ce n’è tanta in Lombardia, ma mentre a Nord quest’abbondanza ha favorito la messa a dimora di una grande varietà di alberi anche esotici di forme e colori affascinanti, nel Lazio l’acqua viene fatta esprimere nelle fontane, che in questa regione sono davvero notevoli e numerose. I grandi alberi sono soprattutto quelli classici del Mediterraneo come lecci, cipressi e pini, più sobri ma davvero solenni, con l’aggiunta dei platani.

Delle tante suggestive fontane di villa d’Este a Tivoli (RM), la prima che si incontra avviandosi verso le scale che scendono nel giardino, ha la forma di un grande fiore aperto di fronte al paesaggio, con l’acqua che per questo appare come nettare per tutti gli assetati. Il fluido indispensabile ad ogni vivente zampilla dai tanti seni di una Diana in fondo al giardino, a ridosso del muro di cinta. Fra i tanti alberi è il leccio dai quattro fusti scavati dal tempo che si trova nel vialetto delle cento fontanelle ad avere carattere di scultura, così come avviene con i vetusti cipressi che sembrano grandi nastri di legno.

 

villa Lante a Bagnaia (VT)

 

Il giardino di villa Lante a Bagnaia (VT) è forse quello di più intenso fascino anche in inverno. Nella parte esterna e più libera ci sono pini, cipressi ma soprattutto grandi e annosi lecci, di cui uno dal tronco cavo, attorcigliato sopra la sua larghissima base, così da sembrare che danzi. All’interno della parte formale del giardino, dalle quattro barche in pietra negli altrettanti specchi d’acqua, un sottile getto viene da quello che nelle mani di bambini sembra un flauto da cui sprizza musica. Nella parte alta della collina, grossi platani inclinati in direzioni diverse, disegnano l’aria coi loro rami chiari sul fondo verde cupo di altri lecci, al di sopra della fontana dei lumini, dove i piccoli zampilli davvero si crederebbero fiammelle.

Nel palazzo Farnese di Caprarola (VT), la scala a chiocciola affrescata vale tutte le altre sale e guida fantasticamente verso i vari livelli del giardino, dove un cipresso trionfa fra i sempreverdi nel punto in cui si sale al secondo livello, dimora di grandi castagni. Il giardino continua più in alto con un rivolo d’acqua che scorre nella lunga fontana a cascatelle. Un grande leccio sta in equilibrio sul lato sinistro del grande emiciclo. La ricompensa per aver proseguito la salita si ha col padiglione di delizie a due piani, circondato da eleganti cipressi e snelle cariatidi in pietra, che portano un vaso sulla testa. E piccole fontane continuano più in alto.

Anche l’Orto Botanico di Roma ha origini antiche, ma in passato lo era soprattutto per le erbe officinali, come tutti gli altri. La messa a dimora degli alberi esotici risale soprattutto all’ottocento, mentre nella parte superiore ci sono lecci e platani di età tra i tre e i quattrocento anni. Degli antichi arredi esterni rimane la scalinata presso cui si trovano i platani.

I giardini menzionati più sopra sono aperti solo nei giorni abituali ai musei e dietro pagamento. Le numerose ville con giardino che si trovano in città come villa Borghese, Pamphilii, Ada, Sciarra, Torlonia, con numerosi alberi esotici e fontane, sono visitabili liberamente.

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