Alberi parenti delle rose
E’ quando vediamo i primi alberi coperti di fiori come fossero neve, che crediamo davvero al ritorno della primavera. Sono tutti parenti delle rose selvatiche, ultime ad aprire le corolle dai cinque petali, ai margini dei prati incolti all’inizio dell’estate. Contrariamente alle rose, gli alberi della loro famiglia non hanno spine, che sono numerose invece per l’arbusto di rovo dalle profonde e diramate radici, fiorito a giugno e con le more per frutti.
I primi a risvegliarsi già a gennaio nelle regioni più calde come la Sicilia sono i mandorli dai petali rosati. Poi vengono i meli, i peri, i susini, gli albicocchi, i peschi e i ciliegi, i biancospini, i sorbi, i nespoli, fecondati dalle api e altri insetti, come avviene per le piante ermafrodite, che hanno gli organi maschili (stami) e femminili (pistilli), nello stesso fiore.
Mentre ciò che noi e gli animali ricerchiamo come cibo sono i frutti degli alberi di rosacee, i petali sono quanto più apprezziamo nelle rose per il profumo, la bellezza e le virtù curative. Non i pochi di quelle selvatiche, ma i numerosi ottenuti attraverso le selezioni e manipolazioni umane nel corso dei millenni, che crescono nei giardini. Quando le rose non vengono colte, entro l’autunno maturano le bacche rosse che sono i loro frutti chiamati cinorrodi, con cui si preparano ottime marmellate.
Millenni fa il più rustico fra gli alberi parenti delle rose, il mandorlo dai frutti amari e tossici, per cause ancora incerte ha subito una grande trasformazione e ha eliminato il veleno chiamato amigdalina che, se ingerito, si trasforma in mortale cianuro. E’ così iniziata la sua coltivazione per avere cibo molto nutriente e olio commestibile particolarmente benefico per la pelle. I mandorli selvatici e amari esistono ancora e una piccola quantità dei loro semi era tollerata per dare un gusto particolare ai biscotti e al liquore amaretto, sostituiti da tempo dall’aroma creato artificialmente.
Anche i piccoli semi delle mele sono velenosi, ma la quantità minima li rende innocui e questo sembra esprimersi quando si taglia una mela lungo il suo equatore e li si vedono disposti come i petali del fiore che li ha generati.
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