Giardini: i più begli alberi milanesi
Noi umani di solito abbiamo un aspetto più attraente quando siamo giovani, mentre gli alberi sono insignificanti da piccoli, piacevoli da adulti, belli dopo i cinquant’anni e magnifici dai cento in poi. Solo quelli da frutto, manipolati nei secoli per renderli adatti alle nostre esigenze alimentari, sono più fragili e molto meno longevi degli altri. Nel giardino milanese di Porta Venezia, di begli alberi ce ne sono parecchi. Primi fra tutti i tassodi (Taxodium disticum), oriundi americani la cui famiglia signoreggia nelle paludi della Florida, dove solo le mangrovie lungo le coste dell’oceano possono resistere con i piedi in acqua. Loro riescono a respirare e a non marcire grazie agli pneumatofori, i pinnacoli legnosi che spuntano dalle radici tutt’intorno al fusto, creando l’illusione di un popolo pellegrino arrivato a buon fine. La chioma di foglioline morbide è di un verde tenero dalla primavera in poi, fino a quando si arrossano di un intenso tono ruggine fiammeggiante. Solo il giallo luminoso dei cinesi Ginkgo biloba, non troppo distanti da loro, molto più giovani di età ma più antichi di stirpe, può competere in bellezza anche nei giorni di pioggia.
L’acqua, ricchezza fra le tante della Lombardia, nel suo posto d’onore al centro del grande parco Sempione di Milano, offre l’ambiente adatto ai noci del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia) che si rispecchiano nello stagno, inclinati e vicini. Fra le folte chiome di foglie pennate pendono i lunghissimi steli languidamente eleganti, che primavera portano i piccoli fiori, presto trasformati in frutticini con le ali. Le stesse acque rispecchiano i tassodi (Taxodium disticum), fratelli di quelli dei giardini di Porta Venezia dove ha sede il Museo di Storia Naturale, mentre qui c’è una biblioteca, graditissima in quanto tale, anche se non particolarmente impegnata in quella che potrebbe essere invece la sua specialità: diffondere la conoscenza degli alberi e di tutto ciò con cui interagiscono. Gli alberi sono fra gli esseri viventi dal maggior effetto positivo d’insieme sull’ambiente, ma la mancanza delle più basilari conoscenze su di loro da parte della popolazione e troppo spesso persino da parte di chi decide delle loro sorti a vari livelli, ne causa il danneggiamento e la distruzione, invece di favorirli. Così come un terreno dove l’acqua e i minerali sono disponibili aiuta la crescita delle piante che si desidera avere, una cittadinanza che ha dimestichezza almeno coi tratti essenziali sul funzionamento della natura, fa emergere chi sa trattarla nel modo migliore per la salute umana, attraverso quella dell’intero ambiente. Una simile conoscenza dovrebbe essere offerta dalle scuole ma anche dalle biblioteche, agli utenti di buona volontà e a tutti i dipendenti pubblici. E’ disponibile da questo sito www.ascuoladaglialberi.net, frutto di diciotto anni d’impegno, dove ogni settimana pubblico un articolo che è possibile ricevere in posta elettronica come newsletter. Iscrivetevi, ma leggete anche i tanti temi delle diverse rubriche che compongono questo progetto. Conoscere la natura è entusiasmante, oltre che molto utile e ripaga del tempo che le si dedica.
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