Il camposanto di Lana (BZ)
Bisognerebbe chiamare camposanto il luogo delle sepolture cattoliche in Alto Adige, perché la grazia e la cura dello spazio dove famigliari e amici tornano alla terra, lo rende degno di un nome meno tetro di quello usato comunemente. Spesso circonda una chiesa e ogni tomba si riconosce quasi sempre per la sua croce di ferro battuto, da cui sono assenti sofferenza e sacrificio. Diverse una dall’altra, ma uguali nella bellezza e nella fantasia degli ornamenti, simboli cosmici di una vita che si crede abbia trovato in cielo, chi si è spento a quella terrena. A volte le drappeggiano con tralci e grappoli d’uva, fiori, motivi stilizzati nello stesso metallo. Il nero del ferro battuto fa risaltare i colori o le dorature degli elementi raffinati e impedisce ogni leziosità alle volute e ai riccioli. Alle croci si intrecciano spesso piante ben vive e fiorite come le rose e il terreno è coperto da altre più basse che trasformano in un piccolo giardino quello spazio a cui i famigliari dedicano ogni cura perché sia sempre piacevole fermarsi per ricordare. Nemmeno cercando con pignoleria si troveranno fiori di plastica o vasi per metterne di recisi, dove presto appassirebbero. Niente deve far pensare all’incuria, alla tristezza, alla dimenticanza. Spesso anche le iscrizioni sono fatte con caratteri scelti per accordarsi al meglio allo stile dell’insieme e le foto sono piccole, discrete.
Questo è il camposanto di Lana, vicino a Merano, la città-giardino. Ma uno stesso spirito si ritrova anche in tutti gli altri nelle città dove si parla tedesco, ben più che l’italiano ormai centenario nella loro storia, ma sempre straniero.
Un articolo sull’originale cimitero di guerra di Brunico (BZ) è qui
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