Il caso Collini
Film di Marco Kreuzpaintner del 2019, dal romanzo di Ferdinand von Schirach del 2011. L’italiano Fabrizio Collini che vive da trent’anni in Germania uccide un industriale e si lascia arrestare senza difendersi in alcun modo, senza spiegare i motivi della violenza, né dire alcunché. Gli viene affidato come difensore d’ufficio un neolaureato di origine turca per il quale l’ucciso era stato come un padre. Il processo inizia senza che si sia potuto neppure immaginare un movente, fino a che si viene a sapere che la pistola usata per l’omicidio era di un tipo introvabile anche sul mercato nero. L’avvocato allora ha un’intuizione e fa immediatamente delle indagini, scoprendo che l’industriale conosciuto come tanto amabile e generoso da tutti, aveva un passato di cui nessuno sembrava essere stato a conoscenza. Attraverso delle testimonianza viene alla luce ciò che dimostra quanto le leggi siano state cambiate in modo da lasciare impunite le peggiori nefandezze e finalmente Fabrizio Collini vede riconosciute le proprie ragioni, fino ad allora calpestate. L’uccisione di un umano rimane una grave infrazione della legge sociale, ma il mancato riconoscimento delle ragioni di chi è stato offeso contravviene alla legge interiore ed è causa di sofferenze che si protraggono nel tempo e attraverso le generazioni, come provano le faide e le guerre di tutti i tempi.
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