Il comportamento collettivo
Comportamenti comuni come seguire una moda e ammirare le persone di successo, sono simili a quelli della maggioranza delle persone. Modi conformi a quelli altrui si hanno anche in privato, perché fanno parte di un automatismo sedimentato nella nostra memoria di specie, per evitare la fatica di prendere ogni volta una decisione. Anche quando sembra di dar seguito a un pensiero autonomo, può non essere così e, soprattutto se pare non poter avere gravi conseguenze, lo si lascia agire tranquillamente, pur essendo magari poco appropriato. Se fa parte di un comportamento comunemente seguito dalla maggioranza, però, il risultato rischia di essere davvero pesante. Un caso abituale di comportamento collettivo è la reazione verso ciò che è fuori dagli schemi consueti. Il diverso, che sia persona o pensiero, è faticoso e dunque sgradito, perché nel discostarsi da ciò che è abituale, mette in crisi tante piccole e grandi situazioni, obbligando a pensare e decidere, prendendosene la responsabilità. Il diverso, in peggio o in meglio, costringe a dei cambiamenti, dunque richiede tempo e impegno per essere trattato in modo adeguato. Per questo, spesso gli si riserva il comportamento usuale verso ciò che è faticoso: si cerca di allontanarlo, di dimenticarlo, di eliminarlo. Il risultato è l’emarginazione o addirittura la soppressione di chi ha il torto di essere in netta minoranza e dunque è vulnerabile.
Intanto che questo accade, siamo scontenti di molte cose che avvengono nella società e soffriamo del comportamento altrui poco responsabile e superficiale. Per non parlare degli abusi e delle negligenze di chi ha potere, che finiscono col gravare su di noi. Ci diciamo che basterebbe poco per far funzionare meglio la vita e biasimiamo chi non fa lo sforzo di volontà per evitare che le conseguenze cadano inevitabilmente su chi il potere non ce l’ha.(Vedere l’articolo Perché la prepotenza è sempre in auge). Occorrerebbe riflettere sul motivo per cui chi critichiamo si astiene dal prendersi l’impegno giusto. Constateremmo allora che fa esattamente come la maggioranza delle persone, vale a dire che rifugge dall’accollarsi un peso in più, anche se piccolo, rispetto a ciò che già incombe su ogni giornata. Ci può essere anche una sua particolare disonestà, ma sicuramente una parte della sua mancanza è da attribuire a questa naturale tendenza. Cosa si può fare? Per togliere forza alla corrente generale occorre dedicare tempo ed energia a riflettere di volta in volta su cosa sia meglio fare e poi agire secondo coscienza. Semplice, ma quanto realizzabile? Tutto si tiene come in un cerchio e occorre rompere la forza d’inerzia che lo mantiene chiuso, cominciando per esempio col trovare il TEMPO per farlo. Gran parte delle persone afferma di non averne, ma in realtà questa carenza è dovuta di nuovo a un comportamento collettivo, che spinge verso le attività più gratificanti e meno faticose o quelle verso cui si è spinti dalla corrente sociale, anche se spesso servono a poco per la crescita interiore. Trovare il tempo da dedicare a esigenze più profonde ci aiuta a vivere meglio e a far vivere meglio gli altri. A questo tema ho già dedicato due articoli che è utile rileggere e nella rubrica Umanità si trovano molti soggetti utili che aiutano a capire almeno un po’ l’animo umano. Utile anche la rubrica Film selezionati e Libri selezionati. Un articolo correlato è I rischi per chi va contro-corrente