Il dirigente che tutti vorremmo
Ogni essere umano desidera eccellere, anche se non tutti se ne accorgono né lo ammettono. Questo, invece dovrebbe essere tenuto presente, anzitutto per evitare le invidie e le prevaricazioni che degradano chi le fa e mortificano chi le subisce. Ridotto questo ostacolo, ogni persona può dimostrare le capacità che le permettono di elevare anche di molto la qualità della propria vita, contribuendo al tempo stesso a quella della comunità.
C’è un direttore d’azienda, in Brasile, Ricardo Semler che con quest’idea in testa ha cambiato enormemente la situazione di un’azienda che vent’anni fa era in crisi: la Semco. E’ allora che il giovanissimo figlio di un industriale austriaco emigrato in Brasile ha iniziato a dirigere la fabbrica di elettrodomestici del padre. Ha cominciato un po’ alla volta a smantellare il modo gerarchico di trattare i dipendenti, a favore di uno che li facesse sentire motivati al miglioramento della ditta, grazie al miglioramento delle condizioni di lavoro. Ascoltando le osservazioni di ciascuno, Semler ha gradualmente affidato ai lavoratori la possibilità di innovare, assumendosene la responsabilità, con il sostegno di tutti. L’orario e anche la quantità di lavoro sono state adattate alle esigenze personali, in accordo coi colleghi. La scelta dei dirigenti ed il loro stipendio sono avvenuti di concerto coi sottoposti, le spese sono state ridotte grazie al ridimensionamento della burocrazia e di tutto ciò che appesantisce la giornata. Lo scambio delle mansioni e la formazione hanno elevato la qualità del lavoro e le proposte per nuove attività e prodotti da parte dei dipendenti sono state realizzate. Il profitto è in tanto aumentato, che l’azienda è passata dai 90 ai 3.000 dipendenti, diventando un modello che adesso è studiato ed applicato dalle scuole per dirigenti e le università di ricerca.