Il museo dei mestieri in bicicletta – Gubbio
Adesso che la bicicletta sta ritrovando il favore popolare per il suo basso costo, l’inquinamento nullo e i suoi buoni effetti sulla salute, il Museo dei Mestieri in Bicicletta di Gubbio (precedentemente a Fabriano) offre qualcosa in più, rispetto ad altri musei di veicoli a due o tre ruote: l’originalità e la dimostrazione che ridurre al minimo gli oggetti d’uso si può.
Luciano Pellegrini, appassionato di pugilato, automobilismo e meccanica, ha girato l’Italia per acquisire un’ottantina di biciclette, quasi tutte usate in passato da ambulanti di ogni genere.
Settanta mestieri, in passato sono stati esercitati spostandosi in biciclette attrezzate col necessario ad uno svolgimento corretto. L’arrotino, il disinfestatore, il falegname, il caldarrostaio e pure il medico, il pompiere, il materassaio e l’ombrellaio. Naturalmente c’era anche il cantastorie con tutta l’attrezzatura sistemata sul portapacchi anteriore e posteriore. C’era chi mostrava un presepe nel periodo di Natale e c’era il burattinaio, che avevano il minuscolo palcoscenico sulla parte posteriore della bici, dotata di una ruota in più.
C’era persino il cinema che viaggiava su due ruote con un telo di cotone arrotolato, il proiettore fissato sul portapacchi posteriore, la cassetta con le pellicole sistemata davanti.
Forse quella che più suscita tenerezza è la bicicletta del maestro, che si portava appresso i libri insieme alla lavagna e al pallottoliere per offrire la cosa più immateriale e al tempo stesso più preziosa: l’istruzione.
Fino a cinquant’anni fa, chi non poteva permettersi lo studio, l’officina o il negozio, girava di paese in paese annunciandosi dalla strada ad alta voce alle massaie, che uscivano dalle case per fare acquisti o avere riparazioni veloci di ombrelli e oggetti vari che non venivano buttati se non quando l’usura li aveva ridotti alla totale impotenza.
Col diffondersi degli automezzi a tutte le classi sociali, sono stati i furgoncini a soppiantare le biciclette. Poi, con l’arrivo dei supermercati, sono quasi spariti del tutto anche gli ambulanti.
Certe professioni oggi sarebbero difficilmente riproponibili con le modalità itineranti, anche perché è ormai difficile trovare qualcuno in casa durante il giorno, che si affacci alla finestra e raggiunga per la strada l’ambulante. Solo il caldarrostaio resiste negli ultimi mesi dell’anno, anche se con una postazione fissa.
Il Museo dei Mestieri in Bicicletta, oltre a suscitare meraviglia, ha il pregio di essere una sorgente di ispirazione per le persone creative, disposte a riciclare e rielaborare vecchie cose, ripresentandole con applicazioni nuove.
Anche questo contribuisce alla sostenibilità ambientale.
Anche a Fabriano e provincia ci sono begli alberi monumentali che vale la pena di vedere.
Biciclette d’epoca si possono vedere nel Museo del Falegname di Almenno San Bartolomeo (BG), nel Museo dell’Arte della Lana di Stia (AR), nel Museo di Storia della Scienza di Firenze