Il parco di Pinocchio a Collodi (PT)
Il personaggio fiabesco che nel mondo ricollega subito all’Italia, si chiama come il seme del pino domestico, l’albero che ha lo stesso ruolo nel settore botanico. Pinocchi sono, infatti, i pinoli protetti dalle scaglie legnose delle grosse pigne e mangiate da uccelli, scoiattoli e altri animali fra i quali noi, che li mettiamo anche nel castagnaccio e nel pesto. La storia della marionetta senza fili è piena di riferimenti alla natura: il legno di cui è fatta, il nome che porta, gli alberi, i campi e poi il grillo, il ciuco, il gatto, la volpe, i conigli, il serpente, la chiocciola, la capretta, il granchio, il pescecane e vari altri animali.
Ripercorrere la narrazione camminando fra i sempreverdi bambù, i lecci e la lentaggine del parco di Collodi esalta anche l’espressività delle sculture fuse in bronzo dall’artista Consagra negli anni cinquanta. Marco Zanuso, architetto e designer, ha disegnato con A.Piccoli il grande pescecane in muratura, dentro cui si può entrare per affacciarsi dalla sua bocca irta di denti, sullo stagno dove nuota una coppia di cigni. E’ dello scultore e pittore toscano Venturino Venturi la bella piazza dei mosaici, a cui si arriva dopo essere passati dallo spazio dedicato alle giostre d’epoca e ai carrozzoni che riportano indietro negli anni: quelli della realizzazione del parco ma anche quelli che li precedono, quando gli stili si evolvevano con maggiore lentezza rispetto ad oggi.
I ragazzi compiranno così un primo passo di avvicinamento all’arte e all’antiquariato, oltre che alla natura, soprattutto se passeranno poi al giardino Garzoni che si trova sul lato opposto della strada, realizzato nel settecento e dunque in stile francese, con aiole basse dai disegni decorativi, fra molte statue e giochi d’acqua. E’ recente la serra tropicale con le farfalle esotiche (vedi articolo). Vale la pena anche di visitare il paesino, che la grande villa Garzoni, adesso chiusa alle visite per restauro, sembra proteggere dietro di sé.