Il parco di villa Tittoni a Desio (MB)
Dalla parte opposta della strada davanti alla cancellata di villa Tittoni, due bei cedri deodara, di origine indiana danno importanza allo spazio, oltre che una piacevole ombra in estate. Uno in particolare distende i suoi rami tanto in basso da isolare un poco, in una stanza fresca e verde, chi si siede sulla panchina che vi sta sotto. Se ne trovano in gruppo e insieme ad altri anche nel grande parco, dove alcuni appartengono alla varietà pendula, creata dall’uomo. Il cedro deodara ha ciuffetti di aghi un po’ più lunghi e morbidi rispetto a quello del Libano. Anche il tasso, che assomiglia all’abete, mantiene le foglioline (non sono aghi) per tutto l’anno, cambiandone una parte in primavera. E’ un albero interamente velenoso tranne nella polpa dei piccolissimi frutti rossi autunnali sulle femmine. Ha un aspetto molto severo, con un fusto che spesso sembra composto da più tronchi fusi insieme. In questo parco è presente con il maggior numero di esemplari rispetto ad altri alberi.
Il bagolaro, il pioppo grigio, l’ippocastano, il frassino, il tiglio, l’acero, il platano, la farnia, sono grandi alberi tipici europei e perdono le foglie in autunno come fa il gelso, più piccolo e un tempo diffusissimo perché le sue foglie erano il cibo esclusivo dei bachi da seta, trafugati dalla Cina. Qui se ne trova uno con due tronchi sinuosi e inclinati, di bell’effetto.
Cedro deodara davanti alla facciata di villa Tittoni
La piccola giapponese lagerstroemia si riconosce dal tronco e dai rami quasi rosa, esili, che sembrano nudi. Qui ce ne sono alcune, di cui una un po’ inclinata e con i rami protesi in un’unica direzione, distaccata dagli altri alberi lungo un sentierino che attraversa il grande prato centrale.
Spiccano per i loro fusti altissimi e i rami zigzaganti, rivestiti di una corteccia liscia e di un bianco puro, alcuni platani che interrompono la monotonia delle cortecce scure in inverno.
Lungo un sentiero fra gli alberi si trova un manufatto verticale: è il monumento funebre a Giovanni Antona Traversi, uomo politico dell’ottocento. Una rete alta e fitta separa il parco dalla chiesa neogotica, di cui si vede la parte più alta, mentre la villa e una grande fontana sono isolate da una rete più innocua e l’ingresso è possibile solo dalla strada che passa davanti alla facciata principale.
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