Il passato è una terra straniera
Questo romanzo del 2004 di Gianrico Carofiglio, racconta come uno studente di giurisprudenza, Giorgio, si lasci convincere un po’ alla volta da un amico, Francesco, a compiere reati che gli vengono presentati come innocui. Comincia con partite di poker truccate, ma solo nei confronti di altri bari senza scrupoli, tanto da farle apparire quasi come atti di giustizia sociale. La resistenza del ragazzo si affievolisce, anche per la gratificazione che gli dà l’ebbrezza del rischio, la vittoria e il molto denaro. Quando però gli illeciti perdono l’originaria apparenza e si aggravano, Giorgio non riesce a sottrarsi all’influenza dell’amico. Intanto trascura gli studi e lascia deteriorare i rapporti con la famiglia, presso cui continua ad abitare, pur nascondendo la propria ricchezza. Francesco riesce sempre a convincerlo di quanto i misfatti siano in realtà senza rischi e non facciano veramente del male ai destinatari. Quando gli fa una proposta che non può più in alcun caso apparire leggera, ricorre alla droga e all’alcol per farsi seguire. Solo in extremis Giorgio riesce a reagire, ma i carabinieri che da tempo indagavano su quel genere di crimini compiuti fino ad allora da Francesco in segreto, colgono i due sul fatto.
Le circostanze favorevoli rimettono Giorgio sulla buona strada, come quelle sfavorevoli e la compagnia sbagliata lo avevano traviato. La scarsa consapevolezza può portare anche le persone meglio intenzionate verso le azioni peggiori. Quanti, nelle stesse condizioni, hanno una forza interiore e idee abbastanza chiare da resistere e fare meglio di Giorgio?