Illuminare con l’acqua
Conoscere il funzionamento della natura permette di trovare soluzioni anche a problemi apparentemente difficili come illuminare dove non ci sono pile né la comune corrente elettrica e neppure i pannelli solari o le pale eoliche. La caratteristica dell’acqua, che conduce elettricità quando è salata, ha portato all’invenzione di una lampada che brilla di notte e può ricaricare anche i telefonini. In un serbatoio ci sono due asticelle di cui una di magnesio, che fa da elettrodo negativo, e una di carbonio, che fa da elettrodo positivo. Quando vi si versa mezzo litro di acqua con una presa di sale, la corrente elettrica provocata dal sale alimenta una lampadina a led per otto ore. Le asticelle vanno cambiate ogni centoventi ore d’uso ma il loro costo è minimo. E’ una soluzione che per chi abita vicino al mare consente persino di risparmiare il costo del sale. Questo tipo di lampada, molto utile per i Paesi poveri, è comunque in commercio in quelli ricchi come attrezzatura da campeggio.
Già da diversi anni nei paesi più poveri e senza servizi si possono illuminare le baracche buie durante il giorno e senza finestre, sfruttando un noto comportamento della luce, che quando attraversa un elemento di consistenza diversa dall’aria, si piega. Sfruttando questa particolarità stato messo a punto un sistema economico ed ecologico utilizzato dapprima nelle Filippine, poi in India, Bangladesh, Tanzania. Si chiama “Liter of Light”.
Basta una bottiglia di plastica trasparente da fissare in un buco del tetto delle dimensioni adatte a trattenerla. La si riempie d’acqua con un po’ di candeggina, in modo che il cloro le impedisca di imputridire. La luce del sole, passando dalla parte superiore della bottiglia si piega ed entra nella stanza buia diffondendosi e illuminandola come una lampadina da 50 W.
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