Mimosa e donne
L’8 Marzo del 1908, quindicimila operaie avevano marciato attraverso New York chiedendo la diminuzione delle ore di lavoro, l’aumento dei salari ed il diritto di voto. Alla giornata della donna, in ricordo di quella data e delle lotte che le donne sostengono per i loro diritti, sono associati i fiori di mimosa. Si aprono proprio nei primi giorni del mese e suggeriscono, riuniti in grappoli piumosi di un giallo vivace, l’idea di vitalità, di tenacia, di delicatezza femminile. Forse, però, è una coincidenza la scelta di un albero dalle proprietà curative che sarebbero state utili dopo un evento tragico del 25 Marzo 1911: un incendio in cui erano morti in una fabbrica 148 fra uomini e donne, per mancanza di misure di sicurezza.
Nella corteccia della mimosa tenuifolia ci sono tannini particolarmente efficaci per la cura delle ustioni, così che il suo significato in relazione alla ricorrenza è accresciuto. Queste sostanze amare delle cortecce di molti alberi, a loro servono da insetticida, come repellente per gli animali che le vogliono strappare e in parte contro le fiamme. Per noi sono astringenti, curano varie malattie e sono utili per conciare le pelli.
La mimosa è un’acacia dell’Australia e dell’America e, come le sorelle africane o quelle statunitensi conosciute da noi col nome di robinie, dai bei fiori bianchi profumati, ha le spine per difendersi dalle troppe brucature degli erbivori. Resiste bene alla siccità perché ha profonde radici con cui cerca l’acqua lontano e, come le altre leguminose, cioè le piante che hanno per frutto dei baccelli, sulle sue radici si installano i batteri che fissano nel terreno l’azoto catturato dalle foglie. Così diventa più fertile e adatto ad accogliere altre piante. Una ragione in più per essere associata alla femminilità.