L’albero che cammina: Prosopis pallida
Nelle zone aride del Perù cresce un albero tenace e resistente quanto pochi altri, capace di farcela contro la più grande siccità, la Prosopis pallida, detta huarango. Non per niente è parente dell’acacia che cresce nelle savane africane. Come lei ha lunghissime spine acuminate per difendersi dalle brucature degli erbivori, ha foglioline mobili su cui il vento ha poca presa e che sanno sottrarsi ai raggi solari troppo brucianti, è una leguminosa e dunque fertilizza il terreno con l’azoto catturato dalle foglie e ha radici che, per trovare l’acqua, scendono fino a cinquanta metri di profondità. Lo chiamano “algarrobo palido”, che significa “carrubo pallido”, perché nella forma del tronco, nel portamento e nei frutti assomiglia a un carrubo, ma ha le foglie più chiare. Come è caratteristica degli alberi frugali può diventare millenario, anche grazie alla sua capacità di “camminare”, perché i suoi rami bassi, che facilmente si appoggiano al suolo, mettono radici in quel punto e riescono così a spostarsi e a vivere a metri di distanza dalla pianta originaria, che può nel frattempo essere morta. Con tali qualità, è fra gli alberi più adatti a fermare il deserto, ma naturalmente può essere anche invasivo. E’ facile immaginare per un simile campione, quanto il suo legno sia duro. Così viene usato per fare parquets ed è trasformato troppo spesso in carbonella da barbecue. Anche se cresce in fretta, il suo sfruttamento smodato gli sta facendo rischiare l’estinzione, rendendo di nuovo aridi e desertici i terreni da cui viene preso.
La sua corteccia intrisa di tannini si usa per la concia delle pelli e la resina serve per tingere. Con la polpa dei frutti dalle ottime proprietà nutrienti e curative, si fa uno sciroppo dolce con retrogusto amarognolo, che diventa la base per il più famoso cocktail peruviano “el coctel de algarrobina”. I semi sono nutrimento per il bestiame e i fiori offrono nettare per le api.
Da tempo lo huarango è comune anche alle Hawaii e a Porto Rico
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