Donne degli alberi
Wangari Maathai, biologa keniota, nel 2004 ha vinto il premio Nobel per la pace e l’ambiente, dopo aver dedicato la vita alla difesa del territorio, realizzata secondo modalità femminili. Ha fatto piantare 30 milioni di alberi là dove il disboscamento stava provocando un’erosione che avrebbe danneggiato immensamente il suo Paese. Ha creato il Green Belt Movement, col quale ha dato modo alle famiglie contadine, ed in particolare alle donne, di piantare e sorvegliare la crescita degli alberi. Questo ha offerto loro la possibilità di sentirsi gratificate moralmente ed economicamente, dato che questa attività dava anche un piccolo e gradito reddito supplementare.
E’ riuscita a coinvolgere la popolazione per sventare la distruzione dell’unico parco cittadino di Nairobi, dove sarebbe dovuto sorgere un enorme centro commerciale. Le sue attività le hanno valso la fine del suo matrimonio, l’imprigionamento e attacchi alla sua stessa vita. Entrata in politica, ha fondato il Mazingira Green Party, oltre ad aver avuto varie cariche importanti per la protezione dell’ambiente e della pace.
E’ possibile leggere la sua auto-biografia, uscita in Italia nel 2006.
Julia Butterfly Hill è invece una giovane statunitense poco più che trentenne, diventata celebre per aver vissuto durante due anni su una sequoia, evitando che venisse abbattuta e che il bosco fosse distrutto. Nel 1997, un gruppo di attivisti aveva deciso di installarsi sugli alberi rimasti in una zona già parzialmente disboscata e che, per questo, era già franata distruggendo diverse case. Per poter resistere più a lungo, in una notte di luna piena era stata costruita una piattaforma su una grande sequoia, chiamata da allora Luna. Julia non pensava di rimanerci tanto tempo, ma alla fine sono stati necessari due anni per attirare un’attenzione sufficiente sulla questione. Naturalmente, hanno cercato di farla scendere spaventandola e tagliandole i viveri. Lei ha resistito ed ha ottenuto un grande risultato. Ha poi fondato l’associazione Circle of Life. Si occupa da allora di difendere l’ambiente e di diffondere la cultura vegana. “Ognuno può fare la differenza” è il titolo del libro che racconta la sua esperienza.