Leguminose: nutrono il terreno e chi ci vive sopra
Quando la vita preme per rinnovarsi negli esseri umani, negli animali o nelle piante, ciascuno perde il riserbo e cerca di mostrare le proprie qualità migliori per attrarre. In molte piante sono soprattutto i fiori dalle forme originali, dai magnifici colori e, spesso, dal voluttuoso profumo a rivelarne anche da lontano la presenza e farli riconoscere velocemente. Le leguminose, piante dai fiori che, in molti casi, sembrano piccole farfalle colorate e per questo vengono chiamate papilionacee, dal francese papillon (farfalla), meritano un’attenzione speciale. Quest’anno è stato dedicato a loro dall’ONU, perché i semi di molte, contenuti dentro dei baccelli, sono particolarmente nutrienti e in grado di sfamare in modo quasi completo il genere umano e vari altri animali. La soia, i ceci, i fagioli, le fave e tanti altri celebri legumi contengono infatti un concentrato di proteine, oltre ai carboidrati. Basta dunque integrarne il consumo con dei cereali per garantire la sopravvivenza e, aggiungendo frutta e verdura, offrire una qualità di alimentazione quasi perfetta.
Di alcuni alberi di questa famiglia, come il carrubo e la gleditsia viene mangiata soprattutto la polpa, dentro il baccello coi semi. Tutte le leguminose, però, nutrono il terreno meglio di altre piante, grazie alle radici su cui vivono in simbiosi dei batteri che rendono utilizzabile l’azoto assorbito dalle foglie. Questo elemento, di cui è composto il settantotto per cento dell’aria, è indispensabile alla vita di tutti gli esseri viventi e in particolare delle piante, ma non nella forma gassosa. Per le piante deve subire un’elaborazione offerta da particolari batteri. Le foglie lo inviano alle radici, dove viene trattato e depositato nel terreno per essere utilizzato da chi ne ha bisogno. Quindi, che si tratti di erba medica o di un bell’albero ornamentale, una leguminosa sarà sempre benvenuta su ogni terreno.
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