Lungo cammino verso la libertà
Questa auto-biografia di Nelson Mandela, pubblicata nel 1995, parla della sua incessante lotta insieme a tanti compagni contro la segregazione razziale iniziata nel 1948 e terminata nel 1993 in Sudafrica.
Come sempre succede, i pregiudizi di qualsiasi tipo hanno come principale alimento l’ignoranza e la volontà di restare nell’ignoranza. Una parte di questo stato di cose era dovuta anche alla lingua, l’afrikaans, parlata dai boeri, gli abitanti bianchi di ceppo olandese che avevano portato all’apartheid. Molti di loro, infatti, non sapevano né l’inglese – la lingua ereditata dagli abitanti discendenti dai colonizzatori britannici- né le varie lingue degli africani neri. Questo impediva loro di conoscere altro che le versioni intolleranti e razziste dei fatti, che alimentavano la paura e la conseguente durezza repressiva nei confronti di chi aveva la pelle scura.
Dopo ventisette anni di prigionia, Mandela ed i compagni erano stati rimessi in libertà, grazie alla loro perseveranza e alle pressioni mondiali verso il governo. Eppure, proprio quando chi era al potere aveva finalmente deciso a dialogare con gli antichi nemici, la violenza era esplosa a causa di quegli africani neri che erano contrari alla convivenza pacifica con i bianchi. Così, invece di sostenere i propri simili, gli estremisti neri hanno compiuto sanguinosissimi attentati verso di loro, restando impuniti da parte dei governanti bianchi, non del tutto convinti della possibile pace.
Accade purtroppo da sempre, che i peggiori nemici si trovino fra coloro che dovrebbero essere alleati, per l’incapacità di saper smettere al momento giusto le rivendicazioni e passare agli accordi, per l’incapacità di riconoscere le ragioni altrui, per l’incapacità di riconoscere i propri limiti ma anche il proprio valore.
Solo l’incrollabile convinzione di Mandela nella possibilità di convivenza civile ha infine portato ai risultati ormai noti.
A questo proposito, vedere la recensione del film INVICTUS.