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Marula: l’albero a cui uomini e animali non possono rinunciare

by in Piante, giardini, parchi
Marula alberoleg

Scelerocarya birrea, in arte Marula – foto da Wikipedia

Nell’Africa meridionale, da gennaio a marzo può capitare di vedere elefanti, giraffe e cinghiali che barcollano e si comportano in modo strano, come degli ubriachi. Vengono da sotto la chioma della marula, un bell’albero di media grandezza che dà frutti dorati, simili a susine. Quando sono maturi e cadono a terra, subito iniziano a fermentare e la loro succulenta polpa agrodolce si fa alcolica. Il profumo si spande e attira uomini e animali ad una festa a cui nessuno vorrebbe mancare. Per questo, fin dai tempi più antichi, la marula è stata amata a tal punto che nessuno mai l’abbatte, neppure quando tutti gli altri alberi vengono sacrificati per avere terreno da coltivare coi cereali. E’ un albero sacro, che nutre coi frutti e cura con foglie e corteccia, capaci di contrastare la malaria, la dissenteria e certe malattie del respiro. Quando è il momento giusto, dai villaggi accorrono con il necessario per raccogliere i frutti e lavorarli sul posto con recipienti e attrezzi fatti solo per questo. Si fanno fermentare per ottenerne birra o vino simile allo champagne, o marmellata. I durissimi noccioli vengono rotti per estrarne due o tre piccoli gherigli squisiti e nutrienti, riservati alle persone di riguardo. Le sue foglie sono predilette dai bruchi di un coleottero, che vengono a loro volta mangiati dagli uomini del posto. La corteccia è colorante e un’infusione fatta coi frutti è insetticida, oltre a lenire il dolore delle punture di scorpioni e serpenti. In Sudafrica, Botswana, Namibia, Zambia, Mozambico, questo albero che ha sessi distinti, dicono sia stato diffuso dai bantu nelle loro migrazioni, influenzandone le culture, in cui si crede che le donne incinte possano generare figli maschi o femmine a seconda dal sesso dell’albero sotto cui si mettono.

L’affascinante vita degli animali la trovate nelle pagine del mio libro Animali, favolose storie vere