Paulownia
Paulownia tomentosa in fiore – foto da plants.com.pk
Qualche volta i platani hanno foglie molto grandi, larghe anche 30 centimetri, robuste come cuoio e proporzionate alle dimensioni di uno degli alberi più alti, che da qualche millennio si è installato da noi, arrivando dalla Grecia. Ma quando si vedono certe foglie della cinese paulownia, che ci ha raggiunti da poco più di un secolo, quelle del platano sembrano piccole. I morbidi, verdi tessuti con cui l’albero raccoglie l’anidride carbonica, sono fazzolettoni larghi anche settanta centimetri, con cui elabora il cibo utile a crescere velocemente e di cui rimangono intrise. Sono quasi nutrienti quanto l’erba medica e molto efficaci nel mantenere sano il fegato, i i reni, la cistifellea e i polmoni degli erbivori.
paulownia, fiori e frutti – foto da shop.unquadratodigiardino.it
I fiori lilla di cui si riempie a primavera, sono delicatamente profumati e prediletti dalle api, che ne rendono possibile la trasformazione in capsule legnose, piene di semi circondati di un’aureola di carta velina, come gli olmi. I cinesi li usavano per riempire gli spazi vuoti delle scatole con cui spedivano le delicate porcellane e in questo modo la paulownia è arrivata negli Stati Uniti, dove viene usata per i rimboschimenti, utili a impedire il dilavamento del suolo e dunque le frane. Frugale com’è, la varietà tomentosa resiste anche al freddo intenso, ma con foglie tanto grandi, difficilmente resiste al vento forte. Il suo legno è leggero e di facile lavorazione, come succede agli alberi che crescono velocemente, fra cui il pioppo. E dato che contiene molti tannini, resiste bene agli insetti. E’ poco infiammabile, poco deformabile e poco assorbente dell’umidità. In Italia da alcuni anni si coltiva per i suoi impieghi come biomassa o legname da falegnameria, ma in un giardino, sistemata in un punto protetto dal vento, sarà la sua bellezza a meritarle un buon posto.
A Milano, in via Brera, c’è una storica paulownia.
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